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Se una è una di troppo

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Dal febbraio 2022 al settembre 2023 in Ucraina si sono registrate vittime civili in numero di 9,701 morti e 17,748 feriti (fonte Onu). Stando ai dati disponibili (fonte Al Jazeera, consultata la mattina presto del 24 ottobre, quindi senza i dati dei raid notturni) in 14 giorni di conflitto in Medio Oriente si sono contati, tra i civili, circa 6146 morti e 20777 feriti. Approssimativamente le vittime civili possono essere così distribuite tra i due lati del conflitto: 1405 israeliani uccisi e 4741 palestinesi morti; 15645 palestinesi feriti e 5132 israeliani.
Nonostante questi numeri, le due guerre in corso – quella in Ucraina e quella in Medio Oriente – vengono trattate diversamente. La narrazione è completamente cambiata, è stato superato il canone di “invaso ed invasore” come l’indignazione per i crimini di guerra e gli appelli alla corte penale internazionale.
La mia convinzione è che una vittima civile sia una di troppo per questo motivo trovo insopportabile l’approccio di chi ne “pesa” il valore a seconda di quale mano l’abbia uccisa o ferita.
Il conflitto in Medio Oriente sta svelando (in realtà confermando) le contraddizioni del Pensiero Unico Bellicista che usa valori e principi (no ai crimini di guerra, tutela delle vittime civili, difesa della democrazia, lotta all’imperialismo, ecc ecc) piegandoli ad un solo scopo, quello di difendere la guerra e sostenere il “nostro” alleato di turno.
Si rifugge sempre più dal confronto e chiunque la pensi diversamente (e non sostenga la follia della guerra) si ritrova addosso uno stigma: ieri filo putiniano, oggi anti-semita amico dei terroristi di Hamas, comunque sia spacciatore di balle.
Siamo al grottesco ma non fa ridere, fa tanta paura. Ci stiamo giocando il pluralismo e la libertà di avere opinioni diverse e confrontarle. L’unico modo per stare dalla parte giusta è tifare guerra. E intanto la nostra democrazia viene segnata da profonde crepe.
Eppure in Ucraina il ricorso allo strumento bellico per risolvere i problemi, proprio in queste settimane, sta dichiarando il suo fallimento con l’inutile carneficina della cosiddetta controffensiva. Un fallimento oscurato, nel ciclo dell’iperinformazione, dal nuovo conflitto, quello in Medio Oriente.
E’ accaduto lo stesso in Afghanistan, a mio avviso archetipo di tutti i conflitti contemporanei, la cui lezione resta assolutamente (e ci credo!) inascoltata perchè non conviene.
L’Occidente risolve i problemi irrisolvibili con l’oblio. Lo ripeto da tempo, oggi aggiungo che usa l’oblio anche per ripetere i suoi errori, alimentare il ciclo delle guerre senza cercare pace, evidentemente conviene così.

Nota a “margine”
Ricordiamo una strage nella strage: sempre in 14 giorni, sempre in Medio Oriente il numero dei giornalisti uccisi è – credo – da tragico record: 23 morti (19 palestinesi, 3 israeliani, 1 libanese), 8 feriti, 3 arrestati o dispersi. Qui l’elenco dei loro nomi.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere