Ieri piccola manifestazione di donne a Kabul per chiedere la riapertura delle scuole femminili. Tema sul quale i talebani stanno giocando la carta dell’ambiguità (le apriremo quando ce ne saranno le condizioni).
Ma le brutte notizie non si fermano. Il sindaco di Kabul ha deciso di tenere a casa le sue dipendenti anch’egli con la formula “temporaneamente”. È un effetto domino partito dall’alto. Proviamo ad analizzarlo: per gli uffici pubblici il tema si pone perché sinora on c’è mai stata separazione tra i sessi (che talebani considerano vitale) quindi è necessaria riorganizzazione ma per la scuola è tutta una balla visto che le classi erano già separate e nelle grandi città c’erano scuole maschili (ora aperte) e femminili (ancora chiuse).
Personalmente credo che sia necessario aspettare per capire. Le logiche talebane sono spesso misteriose e il governo è spaccato. Ma va ricordato che ai taleb piace la formula del “pro tempore”. Il governo attuale è definito PT come quello del ’96. Altra brutta notizia è la chiusura della Commissione Indipendente per i Diritti Umani, un’autorità pubblica ma autonoma, che raccoglieva dati importanti sulla guerra, che spesso ha denunciato anche gli abusi del governo precedente e indagato sulla condizione femminile. È un’altra luce che si spegne. Intanto il ministro alla Comunicazione sottolinea che i media – a cui è stata promessa libertà – devono fare il loro lavoro nell’interesse del Paese e del bene supremo (che è l’Islam e quindi la vita oltre la morte). Non esattamente un modo per garantire la libertà di stampa
Mi preoccupa molto quello che sta accadendo a Jalalabad dove nel fine settimana si sono registrate 7 esplosioni. Le ha rivendicate l’ISKP – il braccio locale dell’ISIS – tramite il suo media center anche con questo video
L’ISIS afghano militarmente non è più un pericolo (i talebani l’hanno azzerato nel 2019) cioè non è in grado di prendere distretti e trasformarli in un mini califfato come negli anni passati nella provincia di Nangharar. Ma con questi attentati e quello di Kabul ad agosto dimostrano di avere ancora la capacità di far male. Per ora sono obiettivi militari (auto e caserme talebane) ma conoscendo l’ISKP è prevedibile che cerchino di fare un alto numero di vittime per colpire la credibili del governo taleb come garante sicurezza e riconquistare attenzione mediatica. Insomma quanto durerà la pausa attuale nelle vittime civili? Intanto taleb continuano a portare in parata a Kabul presunti ladruncoli e a punirli in pubblico, secondo la loro promessa di riportare l’ordine e fermare il crimine.
Torniamo a parlare dell’attacco drone che ha ucciso civili innocenti a Kabul (grazie @maurobiani per la solita grande sintesi). Molti si chiedono: ma non sono bombe intelligenti? Lo sono nel senso che sono precise ma è pur sempre degli uomini ad indicargli bersaglio colpire.
Nel caso dell’uccisione di 10 civili a Kabul il 29 agosto (ufficialmente commando kamikaze diretto all’aeroporto) la “guerra” tra agenzie di sicurezza dopo la tragedia fa emergere che la Cia avesse segnalato la presenza di bimbi, ma troppo tardi.
CIA warned children were possibly present seconds before US missile killed 10
Di questi tempi navigare tra le fonti afghane è più difficile che mai perchè è in atto una feroce guerra di disinformazione. Cerco di fare sempre doppie verifiche e di attendere per non amplificare fake o casi inesistenti. Esempio? La scritta all’aeroporto “I love Kabul”. Il cuore era scomparso nei giorni del caos in aeroporto che ha finalmente riaperto e la scritta rimessa in sesto. Una tempesta in un bicchier d’acqua (per questo mai ne ho parlato). Oggi capiamo che era danno accidentale non scelta. Foto via @alemashare.