Si moltiplicano foto e video (come questo girato davanti al Ministero dell’Istruzione a Kabul dove viene frustato il presunto ladro di un cellulare) di punizioni corporali per criminali. Guardando a questo orrendo spettacolo con occhi afghani la prospettiva cambia. Perchè?
Uno dei grandi fallimenti del governo c.d. democratico è stata proprio l’incapacità di garantire sicurezza nella quotidianità, gli afghani nelle grandi città sono stati tartassati da ladri e rapitori. I talebani vogliono rafforzare la loro immagini di portatori di sicurezza. Lo fanno anche dipingendo di nero i ladri ed esponendoli al pubblico ludibrio.
L’altro elemento di forza su cui fanno leva per il consenso popolare è la corruzione, piaga di questi 20 anni. Dopo i video di milioni di dollari recuperati dalle case degli ex-maggiorenti ora si stanno dedicando al tema del “land grabbing”. Gli ex-potenti per anni si sono appropriati di terre pubbliche (vedi l’ex-cantonamento militare di Sher Pur a Kabul) costruendovi sopra case e incassando milioni. I taleb ora le stanno recuperando. Mossa molto popolare.
Come ben ha sintetizzato Giuliano Battiston nel corso del nostro incontro a Prato i talebani offrono un patto “meno libertà-più sicurezza”.
Le vittime civili da combattimenti in Afghanistan si sono azzerate ed è gran notizia per popolazione ma quanto potrà durare?
Ieri è esplosa una IED magnetica a Kabul (dove nella notte erano caduti 3 razzi – video). Sempre ieri, attacco contro stazione polizia in provincia Nangharar, nella cui capitale (Jalalabad) un’altra esplosione ha fatto diverse vittime. La firma è chiara ed è quella dell’ISIS.
I talebani hanno azzerato militarmente l’ISKP nel 2019 ma il braccio afghano dell’ISIS è ancora operativo nel Paese e – come dimostra la strage dell’aeroporto – puó colpire soft target facendo strage di civili. Io la metterei così: oggi il nemico principale dei talebani è la crisi economica che sta per abbattersi sul Paese. Se arriva, toglierà consenso ai taleb (e sarà inutile esporre ladruncoli in piazza) e darà spazio all’ISKP per fare campagna acquisti tra comandanti militari senza fondi per salari dei miliziani. È una prospettiva peró molto preoccupante. Capisco che vedere nemico talebano in difficoltà è una tentazione ma 1) le sofferenze sarebbero dei civili 2) già il legame Al Qaeda è rischiosissimo, con ISKP in controllo anche solo di qualche distretto l’esodo di miliziani dalla Siria verso l’Afghanistan sarebbe garantito.
È interessante che gli influencer talebani sui social stiano usando, nel “vendere” il patto “meno libertà, più sicurezza, questa narrazione: a lamentarsi sono le élite di Kabul da sempre lontano dal popolo in centro città e case protette. Manca solo radical chic e la narrazione è sovrapponibile a certi trend sui nostri social media.
20 anni di guerra, Amal arriva a Milano – Nico Piro
Effetto boomerang per il puparo dei talebani, il Pakistan. Seguitemi la storia è articolata: sulla moschea rossa di Islamabad è stata issata la bandiera bianca dei talebani afghani.
Il signore nel video è il Mullah Abdul Aziz che minaccia i poliziotti, i quali gli chiedono di togliere la bandiera. Lui gli risponde che se non la piantano verranno puniti dai talebani. L’ultima volta che la bandiera è stata issata sulla moschea, intervenne l’esercito e finì in bagno di sangue. In Pakistan sono attivi i talebani pakistani TTP rafforzati dalla vittoria dei cugini afghani e dalla contemporanea liberazione di centinaia di loro militanti dalle prigioni afghane. Tra agosto e settembre hanno fatto segnare il record di attacchi contro forze di sicurezza pakistane in anni. Il Pakistan rischia di avvelenarsi con le tossine propinate ai nemici.