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14 settembre, aggiornamenti

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La situazione in #Panshir resta poco chiara, le comunicazioni nella valle sono interrotte, la campagna di fake news della resistenza è stata boomerang perchè le ha fatto perdere credibilità. La BBC peró è riuscita a documentare 20 esecuzioni di civili.

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Afghanistan crisis: Taliban kill civilians in resistance stronghold

The militants target civilians in Panjshir, the BBC finds, despite promises of restraint.

Sono notizie gravi che fanno il paio con il video diffuso ieri (chiaramente girato a Kabul) di presunti rastrellamenti in un quartiere panshiro della capitale.

Su questo video ci tengo a fare una precisazione. Ho atteso ore prima di pubblicarlo perchè è girato “male” e ne rende identificabili gli autori. Per questo avevo scelto di non usarlo, poi quando ho visto che era ormai “virale” l’ho pubblicato.Questo per dirvi quanto sia difficile (tra tutela delle fonti e rischio di amplificare fake news) tenere luce accesa sull’Afghanistan. Le notizie sul Panshir sono ancora più preoccupanti perchè dopo fuga di civili (pare che i taleb avessero accordato 3gg di tregua) si preparerebbe nuova offensiva talebana contro ultime sacche resistenza. Nelle foto una delle tante (vane) operazioni Armata Rossa nella valle.

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Il video sui presunti soldi e lingotti d’oro di Saleh diffuso dai talebani riporta al centro un tema a me caro: la corruzione alimentata da 20 anni di missione. Ruberie dei potenti locali e abbuffata dei fornitori occidentali. Da leggere questo editoriale del NY Times

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Opinion | The War on Terror Was Corrupt From the Start

There were lots of winners of the war in Afghanistan. Defense contractors, for one.

Ecco un’altra versione del video sui presunti 6,5 mil $ e 19 lingotti d’oro attribuiti a Saleh. Vero o non vero, resta il fatto che 20 anni dopo un’iniezione di denaro senza precedenti (ben più del piano Marshall) in un singolo Paese, l’Afghanistan viaggia verso crisi umanitaria.

Secondo l’Onu, che ieri a Ginevra ha chiesto 1 miliardo $ in aiuti, 1 mil di bambini afghani rischia di morire di fame. 40% del raccolto distrutto dalla siccità. +25% nei prezzi del grano. A breve servizi sanitari sospesi in 31 province su 34. Da giorni scrivo del dilemma occidentale: isolare i talebani (magari con sanzioni economiche) facendo peró pagare prezzo enorme ai civili? Oppure utilizzare l’arma degli aiuti per ottenere garanzie su diritti nel Paese? Non credo che limitarsi agli aiuti possa bastare.

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Nel Paese si segnalano omicidi che sembrano chiaramente rese dei conti (un poliziotto a Kabul, una persona a Jalalabad). C’è stata poi una esplosione IED nel nord (segnala @AbdulMateenImr1) con una vittima civile. Uno dei dati di fatto positivi di queste settimane è la fine dei combattimenti nel Paese, la curva delle vittime civili – in continua impennata – è crollata. I talebani stanno peró dimostrando di non tenere a pieno sotto controllo la situazione, in primis nelle proprie fila né fermare le rese dei conti favorite dal momento. La crisi giornalismo afghano non si ferma. 153 testate in 20 province hanno chiuso nell’ultimo mese. Perchè? Per “restrizioni” cioè per la presenza dei talebani (minacce dirette e paura) e per la crisi economica di cui i media sono prima spia e vittime.

153 Afghan Media Outlets Cease Operating in Less Than 1 Month | TOLOnews

Media-supporting organizations said economic shortcomings and restrictions are the two main reasons that outlets have stopped operating.

Sulla situazione dei media afghani segnalo questa bellissima ricerca di @Samiullah_mahdi

“You are dangerous, that’s our definition of media” “Siete pericolosi, noi i media li vediamo così” parola di top taleban.
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The Pen vs the AK-47: the Future of Afghan Media Under the Taliban | Shorenstein Center

Ricordiamo che nell’ultimo mese abbiamo perso un’intera generazione di cronisti, le firme top del Paese, che sono in esilio o nascosti in attesa di fuggire. Assieme alla chiusura di tante testate e alle restrizioni dei talebani c’è un rischio fortissimo. A breve chiuderà il circo mediatico internazionale e quindi l’Afghanistan precipiterà nel buio e quindi non sarà più possibile vigilare sul regime e inchiodare i talebani alle loro responsabilità.

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Ieri accennavo alla campagna on line delle donne afghane #DoNotTouchMyClothes che si mostrano sui social con indosso gli abiti tradizionali afghani, coloratissimi, in risposta alla manifestazioni delle donne pro-taleb vestite del nero hijab saudita.

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Afghan women hit back at Taliban with #DoNotTouchMyClothes campaign

Afghan women show off their traditional dress as black burqas spread under the Taliban.

Nella rotatoria più infernale (per il traffico) di Kabul si passava davanti al ritratto di Ghani che i talebani stanno smontando (facendo felici anche tanti anti-talebani che detestano l’ex presidente). Sotto si intravede la foto di Karzai affissa nei suoi anni di governo

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20 anni di guerre post-11 settembre sono stati anche 20 anni di una cultura malata che ha sostituito la guerra alla pace nell’accettazione della normalità dei valori

Segnalo questo pezzo (non facile) che smonta il manifesto della Fallaci

La rabbia, l’orgoglio e l’inganno: Oriana Fallaci aveva torto, è ora di spiegare il perché

Al riguardo BHL il piazzista delle guerre (che combatteranno altri) va ormai a schermi unificati in Francia. E’ curioso che da noi lo idolatrino gli stessi che contestano a oberto Saviano di parlare di Scampia da suo attico di NY. Quello sugli champs elysees non conta?

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Non c’è un provvedimento ufficiale ma a Kabul i talebani stanno intimando ai barbieri di non tagliare più la barba ai clienti che glielo chiedono. Come negli anni ’90 (ps: barba lunga ma capelli sufficientemente corti è la regola taleb). A Kandahar (patria spirituale dei talebani nonchè pressochè totale enclave della “loro” etnica, quella pashtun) migliaia manifestano contro sfratti forzati per dare case (di ex-membri delle forze di sicurezza?) ai propri miliziani. Si segnalano attacchi ai giornalisti.

La campagna social dei taleb continua anche con i selfie del portavoce ma l’avvertimento del Qatar (patti chiari o smettiamo di gestirvi l’aeroporto che quindi chiude) è la riprova delle spaccature interne al governo e dalla conseguente confusione. 

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Atiqulla Azizi è il nuovo direttore della Radio Televisione Pubblica dell’Afghanistan RTA @at_azizi1 era il responsabile del movimento talebano per l’informazione e la televisione. Non ne conosco la storia (non è il Mullah Atiqulla del primo governo taleb) ogni info è utile

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Se dovesse essere autentica (a prima vista sembrerebbe di sì) questa diffusa oggi da @MJalal700 sarebbe la terza foto, per mia conoscenza, del Mullah Omar mai pubblicata prima (l’ho evidenziato io in blu). Sarebbe una foto scattata prima che perdesse un occhio negli anni ‘80.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere