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22 agosto, aggiornamenti

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#22agosto #Afghanistan
Prima di passare alla situazione all’aeroporto, cominciamo aggiornamenti con il collega Habib Khan che rilancia fatwa #talebani a Ghazni di messa al bando musica. Mi viene in mente la visita di Baradar in Uzbekistan, l’estate scorsa, con cena musicale strano eh? (vedi foto sotto)
Ieri ho pubblicato un video di violenze all’aeroporto, riscontrato da due fonti afghane, io ne ho validato la location (KAIA) ma non la data. Dopo un po’ l’ho rimosso in assenza di altre verifiche. Oggi la BBC scrive “What exactly happened at the airport gates on Saturday remains unclear”. Insomma non sappiamo cosa sia accaduto.
C’è un altro video (non cruento) che dimostrerebbe come a sparare siano stati americani, non talebani (la fonte è filo-talebana). Onestamente è impossibile capirlo. Ed è questo il punto: un mese fa avremmo avuto racconti dettagliati, oggi no. I giornalisti afghani sono in fuga o nascosti.
Quando dicevo nei giorni scorsi sosteniamo i giornalisti afghani mi riferivo a questo. Stiamo entrando nel buio e senza testimoni qualsiasi regime può fare quello che vuole.
Ma torniamo all’aeroporto, è l’unica parte di #Kabul nel caos. I talebani affermano di voler prendere in mano la situazione all’aeroporto (update l’hanno fatto con la brigata scelta 313), dopo aver lasciato crescere il caos ora potrebbero portare ordine facendo un colpo mediatico ma l’aumentare del “contatto” tra i 2 perimetri di sicurezza (taleb e Nato) aumenta i rischi di incidenti.
Secondo alcune fonti ieri ci sarebbero stati 7 morti all’aeroporto. Spari? Calca? Non lo sappiamo. Usa comunque temono attacchi Isis in mezzo alla grande calca. Il braccio locale dello Stato Islamico è stato spazzato via dai talebani (dove forze speciali Usa e afghane avevano fallito) ma ha ancora la capacità di fare attentati con la sua solita ferocia. Sarebbe un gran colpo mediatico per loro e contro i taleb (come al solito sulla pelle degli innocenti). Gli amici che sono stati estratti da Kabul (tra l’altro grazie allo straordinario lavoro che Ministero della Difesa e Farnesina stanno facendo in questi giorni) mi hanno raccontato che per arrivare all’ultimo gate ci hanno impiegato circa 13 ore, dalle 2 di notte alle 15 del pomeriggio (forse 2km di distanza). “Come?” gli ho chiesto. “Spingendo, pregando, piangendo”. 2 genitori e 4 bambini. Ecco un video di stamane dal versante Nato. Lo dedico a quelli (disgustosi) che:“sono solo uomini” (lo pubblico nel post FaceBook che metto sotto).
Se nel resto di Kabul la situazione è di apparente normalità e si attende di capire come davvero andranno le cose (finite le evacuazioni, spentesi le ultime luci dei media internazionali) il problema è un altro: sopravvivere. La banche sono chiuse dal 12 agosto e i bancomat vuoti.
L’elefantiaco e corrotto apparato statale afghano viveva grazie ai contributi occidentali, gli Usa hanno bloccato 9,4 miliardi di riserve della Banca Centrale Afghana. Per governare talebani hanno bisogno di soldi perchè devono garantire stipendio a chi già lo prendeva dal precedente governo e devono pagare i loro comandanti e soldati, altrimenti passeranno all’Isis o cominceranno a gestire i loro emirati di distretto. L’economia afghana è fragilissima anche per via del fallimento della ricostruzione occidentale. I talebani hanno bisogno di pace sociale, quindi saranno dipendenti dagli aiuti internazionali. E’ una leva per obbligarli a restare quanto meno “presentabili” (leggete questa frase alla luce di tutto quello che ho scritto in questi giorni ed evitate polemiche inutili).
Intanto i miliziani continuano a far shopping di equipaggiamento Usa abbandonato da militari afghani.
I talebani hanno annunciato la formazione di una commissione per i media a Kabul, è l’inizio della censura o un modo per gestire un tema sul quale saranno martellati sulla scena internazionale? Intanto nuova visita ai loro nemici di ToloTv (principale polo media del Paese).
Dopo Merkel nel colloquio con Putin, è oggi il britannico Raab a chiedere a Russia e Cina di esercitare influenza moderatrice su talebani. Riconoscimento del lavoro fatto da anni da Mosca e Pechino su rapporto con talebani che Usa hanno limitato ad un accordo di resa (Doha).
Crescono rumors intorno a visita di Qureshi (il ministro degli Esteri pakistano) annunciata ma alla quale i taleb avrebbero detto poi no. Vedremo. Sarebbe primo smacco dei talebani ai loro pupari di Islamabad. Opinione personale già ripetuta tante volte: dal ‘79 l’unico modo per risolvere problemi afghani è tagliare con Pakistan.
Circolano voci che i talebani stiano preparando offensiva contro la resistenza di Saleh (Massoud jr è solo il poster boy). Credo punteranno solo a riprendersi distretti zona Baghlan ma non entreranno in Panshir. Vorrei spiegare meglio mia posizione su Resistenza: 1) Sono pochi 2) hanno dalla loro ex-ministro alla Difesa, ex-capo dei commando, uno bravo 3) Saleh è de facto uomo CIA e saprà giocarsi le sue carte, gli USA hanno perso tutti gli assetti nel Paese, hanno bisogno di spie e team per operazioni sensibili 4) L’Alleanza del Nord aveva il nord, loro una sola provincia il Panshir 5) Mi irrita sentire i richiami di Saleh alla resistenza dopo che per anni lui, Massoud zio (fratello di comandante) e tutti i warlords hanno creato le condizioni per vittoria talebani gestendo un governo di corrotti che ha tradito speranze afghani. Intanto a Kabul, con l’arrivo di Baradar, si intensificano colloqui tra talebani, Karzai, Hekmatyar e Abdullah il quale ha riposto nell’armadio suoi costosi abiti sartoriali per un tradizionale shalwar kemiz (foto).
Oggi più che mai su #Afghanistan manca un voce, quella di un uomo che ha aiutati milioni di afghani. Più la crisi si aggrava più si sente il vuoto lasciatoci da #GinoStrada Il mio pensiero ai fratelli e sorelle che sono al lavoro negli ospedali di Emergency a Kabul, Lashkargah, Panshir.

 

 

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere