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Afghanistan, le critiche all’America sono quelle giuste?

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Spoiler: la risposta è NO…L’America ha fatto grossi sbagli ma li ha fatti quando tutti plaudiva al suo intervento o lo dimenticavano. Biden ha sbagliato nel non avere un piano d’emergenza per Kabul ma la colpa della crisi è l’accordo di Doha, firmato da Trump, voluto da Pompeo.


In questi tempi in cui i virologi, economisti, progettisti di ponti si sono ritrovati esperti social di Afghanistan (perdonatemi se mi sono concesso una partenza al sarcasmo) piovono molte critiche sugli Stati Uniti per la sua scelta di ritirarsi dall’Afghanistan. Per la verità le critiche arrivano anche da Tony Blair, che non contento di aver scatenato l’assurdo conflitto iracheno, continua a sostenere le guerre post-11 settembre piuttosto che, semplicemente, chiedere scusa (nell’essere recidivo non è solo, con lui c’è anche Bernard Henri Levy).

Ho scritto “Missione Incompiuta”per contestare – dati alla mano – la strategia americana e “Corrispondenze Afghane” per raccontare quanto male sarebbe andata a finire. Non sono certo quindi un fan della strategia di Washington in Afghanistan ma trovo le critiche di questi giorni, sia da fuori che da dentro gli Stati Uniti, semplicemente ridicole. L’intervento americano in Afghanistan doveva finire e doveva finire da tempo, semplicemente perchè non aveva senso per gli Stati Uniti (il cui nuovo obiettivo strategico è contenere la Cina) e perchè non aveva senso per gli afghani. Era un costoso quanto sanguinoso rinviare, si sarebbe comunque giunti a questa conclusione. Fawzia Koofi (che ha partecipato alle trattative sia in Qatar che a Mosca) dice al Guardian che sarebbe bastato un altro mese di trattative per una fine diversa. E’ una pia illusione.

Gli errori dell’America sono di vecchia data ed erano ormai assolutamente irreversibili, citiamone alcuni (per gli altri rinvio alle 650 pagine di “Missione Incompiuta”): 1) l’aver rimesso al potere i mujaheddin, ladri ed assassini che hanno massacrato il loro popolo durante la guerra civile; lo disse Malalay Joia nella grande assemblea tribale di fondazione del nuovo Stato afghano, da allora vive in clandestintià  2) non aver fermato ma anzi favorito (per un eccessiva dazione di risorse) la corruzione che ha rotto il legame tra popolo afghano e governo 3) L’aver distratto truppe e risorse con la guerra basata su una bugia, nel 2003, cioè quella in Iraq 4) l’aver sempre ragionato in termini di forza e di volume, senza entrare nelle complessità afghane per metafora senza accorgersi che – ne sono testimone nella valla del fiume Pech – che per mandare in tilt una FOB (fortino) della fanteria meccanizzata, super armato e con super tecnologia, bastavano due talebani pronti ad arrampicarsi sulle montagne con un mortaio e tre granate (di più non potevano per motivi di peso).

Di fronte ad una situazione non più gestibile, vent’anni dopo, gli Usa hanno fatto però un altro tragico errore: gli accordi di Doha, nei quali sostanzialmente hanno riconosciuto i talebani come un soggetto più affidabile rispetto al governo di Kabul. Hanno chiuso un accordo che è offensivo per gli afghani e per gli alleati Nato perchè era solo un “accordo di resa” tra Washington e l’Emirato, escludendo da quel tavolo sia gli alleati che il governo afghano. La sintesi dell’accordo di Doha (che potete leggere integralmente qui, a firma Pompeo) è: “Fate i bravi? Promesso? Ok, allora ce ne andiamo”. I talebani in corso di trattative hanno intensificato gli attacchi e la loro offensiva per guadagnar terreno. Gli Usa li hanno rimbrottati. Di fronte all’Onu che certificata i legami persistenti tra talebani e Al Qaeda, gli Usa hanno taciuto pur sapendo che quello della rottura di rapporti con i terroristi era passaggio chiave dell’accordo.

Altra cosa è il fallimento dell’evacuazione americana. Biden si è fidato della sua intelligence che registra il più grande fallimento della sua storia dopo l’11 settembre (non aveva previsto una caduta tanto rapida del governo) e ha sbagliato ma ha fatto anche un altro errore: accettare acriticamente l’accordo di Doha voluto disperatamente da Trump per avere una freccia in più nella sua faretra elettorale. Ha continuato a ritirare le truppe pur di fronte a talebani che se ne fregavano dei loro impegni, come continuare a far vedere la tv ad un bimbo che non fa i compiti. Altro errore devastante di Biden, nella fretta di andarsene, è stato cedere Bagram in fretta e furia. Parliamo della più grossa base americana fuori dall’america che tra l’altro gli Usa non sono riusciti a sostituire con un’installazione nelle vicine repubbliche ex-sovietiche d’Asia (veto russo chiaramente). Ma al di là della perdita strategica per gli Stati Uniti (da Bagram si poteva colpire Cina, Iran, Pakistan e io mai avrei pensato che l’avrebbero lasciata) è facile immaginare come le evacuazioni sarebbero state molto più facili e ordinate rispetto al piccolo aeroporto di Kabul stretto in mezzo alla città fortificata (che è nel caos in un giorno normale, figurarsi ora). Infine a Biden è mancato un “contingency plan” un piano d’emergenza per una situazione del genere che comunque – Doha o meno – si sarebbe potuta verificare.
Ma l’errore Usa sta anche nel congresso e nella posizione anti-migranti dei Repubblicani che ha portato per anni a palleggiarsi la vicenda dei visti agli interpreti afghani, dilatando i tempi di un’evacuazione che poteva essere fatta prima e a scaglioni.

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2 Commenti

  1. Ciao Nico, chiedo a te che sei un esperto. Il ruolo di Daesh in questo momento storico in Afghanistan? Alleato dei talebani, in contrasto? Se ne sa qualcosa?

  2. Trump la vera disgrazia dell’America. Biden aveva le mani legate……..si forse poteva sconfessare l’accordo ma con quali conseguenze specie in vite di soldati americani ormai che i Talebani erano stati praticamente riconosciuti da Trump come i veri padroni? Poteva il nuovo presidente sconfessare un accordo perché in effetti non era stato minimamente concordato con gli alleati della nato……si forse poteva ma può ancora adesso ma con la conseguenza di un nuovo massiccio intervento e con la prospettiva di non andarsene più per chissà quanti anni ancora e quanti morti.Se non ce la farà sarà costretto a prolungare ma l’unica speranza perché non succeda la fine del mondo e che i Talebani che non sanno neppure loro come andrebbe a finire, ragionevolmente lo consentano pur continuando a blaterare. E questa sarebbe una dimostrazione di intelligenza politica da parte loro ma restano molti dubbi.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere