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Parlamento si, no, forse

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La wolesi jirga è salva! Forse… Domenica mattina i parlamentari proclamati vincitori dalla commissione elettorale (l’unico organismo abilitato a farlo) non si sono auto-insediati, come avevano annunciato, da soli e nonostante l’ordine del presidente Karzai che ha spostato l’inaugurazione alla fine di febbraio. Una decisione volta a consentire una revisione (illecita e non costituzionale) del voto da parte della magistratura ordinaria, da lui stesso chiamata ad intervenire nella speranza di correggere i risultati elettorali (vedi qui).
Una mossa quella del presidente che ha scatenato anche la dura reazione (“profonda preoccupazione e sorpesa”) della diplomazia occidentale che ormai spende buona parte del suo tempo dietro alle incoerenze dell’alleato afghano.

Dopo un lungo incontro tra gli eletti e Karzai, domenica, si è giunti ad un accordo il parlamento verrà inaugurato mercoledì 26 (per il clima alla vigilia di questa decisione, vedi qui). Ma se era così facile perchè Karzai ha mandato in fibrillazione la comunità internazionale ed il già instabile mondo politico afghano? Appunto, perchè non era così facile.
Le voci hanno preso a rincorrersi a Kabul…si tratta del solito pasticcio made-in-Arg (il palazzetto presidenziale) ovvero un’altra di quelle storie nelle quali Karzai si infila senza pensare prima (questa l’impressione all’estero) agli effetti che potrebbero causare. In pratica l’accordo raggiunto sarebbe questo: il parlamento apre mercoledì 26 ma in modalità “provvisoria” ovvero nell’attesa che l’illegittima inchiesta della magistratura vada avanti. I candidati vincitori (ratificando l’illegalità) dovrebbero firmare un documento nel quale si impegnano ad accettare le decisioni dei giudici, qualunque esse siano. Insomma il problema non è affatto risolto, di sicuro si è aggiunto confusione a confusione.

Dopo ore ed ore di voci, trattative e negoziati (solo per coronarie-forti) il compromesso finale è stato messo nero su bianco con un comunicato del presidente, l’accordo tiene (sostenuto dalle braccia delle diplomazia occidentale che non poteva permettersi questa figuraccia) e così mercoledì il parlamento verrà inaugurato. Il punto è che l’inaugurazione resta sempre e comunque “a termine”, in pratica si è solo guadagnato un po’ di tempo a beneficio di una (ipotetica) mediazione, intanto la corte (e il suo potere di decretare la pena di morte per eventuali colpevoli di brogli elettorali) va avanti col suo lavoro. Il Parlamento apre ma la cerimonia serve solo, per ora, a far calmare le acque. Che cosa succederà nelle prossime settimane è tutto ancora da scoprire, il groviglio afghano ha preso un’altra (brutta) piega…

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere