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27 settembre, aggiornamenti

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Da oggi sarà sempre più raro vedere scene del genere, il ministro alla difesa ha vietato comportamenti del genere alle sue truppe. Al di là dei complessi machisti e della paura di mostrarsi deboli dei vertici taleb. Credo che questi video raccontino un aspetto molto importante dei danni delle guerre e (come tutti quelli a lungo termine) assolutamente dimenticati: la cancellazione dell’infanzia, della scuola quanto del gioco, con le armi giocattolo che diventano vere. Ne scrivo qui 👇

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Gioventù bruciata – Nico Piro

Dalla caduta di Kabul in poi abbiamo visto due volti – diametralmente opposti – delle truppe talebane: i giovani soldati che con un Ak-47, i sandali di plastica ai piedi, una coperta come mantello d’i…

La mancanza della scuola si manifesta nella mancanza di comprensione ed ecco che chi si è visto rubare l’infanzia non capisce la condizione di quelli a cui la vita la sta togliendo ora. I talebani hanno messo alla gogna a Kabul questi due ragazzini. Colpevoli di aver rubato del pane. Hanno spiegato, inutilmente, che ne avevano bisogno per sfamare la famiglia. “Mi dispiace ma non avevo alternative. Non mangiamo da tre giorni”.

FASfWMVXsAItGaZ.jpgLa situazione in Afghanistan è sempre più tragica a livello economico. I talebani peró sembrano più concentrati sul divieto di tagliar la barba nell’ Helmand o quello di smartphone per le donne a Kapisa (e vari altri provvedimenti per la promozione della virtù e l’eliminazione del vizio).

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Una delle ultime disposizioni riguarda le case di coloro i quali sono fuggiti all’estero. Le norme paiono rassicuranti: le case verranno restituite al legittimo proprietario e intanto verranno accantonati gli affitti. Traduzione: i nostri miliziani stanno occupando case vuote, noi non intendiamo fermarli.

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Ieri accennavo alle tensioni con il Tagikistan, il cui presidente all’Assemblea Generale Onu ha definito l’Afghanistan un pericolo serio per la sicurezza e la stabilità dell’Asia.

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Ora siamo seri, se Rahmon parla così non è solo perchè teme – giustamente – estremisti tagiki da anni fanno base nel nord dell’Afghanistan e sono alleati dei taleb. Rahmon chiaramente parla, quantomeno con l’approvazione russa (Tagikistan è anche membro della CTSO alleanza militare con Mosca). Chiede un governo inclusivo, si riferisce quindi alla minoranza afghana dei c.d. tagiki (che non sono di nazionalità ma di etnia tagika) cioè chiede quello che Mosca ha chiesto dal 15 di agosto prima di chiudersi in un significativo silenzio.

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Purtroppo, messo all’angolo il diplomatico Baradar (è ancora autonomo?) i taleb hanno reagito senza capire che non stavano minacciando conseguenze solo ad un Paese confinante (strategico in passato per la resistenza anti-taleb di Massoud) ma stavano mandando un segnale pessimo a Mosca, Paese da cui vorrebbero avere aiuti indispensabili a evitare la catastrofe umanitaria.
Segnalo questo reportage della BBC dall’Hellmand, una delle aree dove più si è combattuto in questi anni. L’Afghanistan rurale e l’impossibilità a capire il senso della missione occidentale.  Il sollievo per la vittoria taleb contro lo straniero.

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In rural Afghanistan, a family welcomes Taliban rule

The BBC’s Jeremy Bowen travels to Helmand province, a month after the hardline Islamists took control.

Oggi 25 anni fa i talebani entravano nel compound dell’Onu a Kabul dove si era rifugiato anni prima l’ex-presidente Najibullah, ultimo presidente filo comunista d’Afghanistan. Lo presero, torturarono in modo orribile e poi ne impiccarono il cadavere davanti all’hotel Ariana.

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In Afghanistan, the Dead Cast a Long Shadow

With Afghanistan again facing a political crisis, Mohammed Najibullah’s tarnished memory is being rehabilitated by some. But the crimes of the last Soviet-supported president, who…

Era stato capo del Khan, la polizia segreta, un torturatore, ma tanti afghani lo ricordano con nostalgia. La sua resta un’eredità controversa. Ne parla sua figlia Muska 👇da leggere

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My father was brutally killed by the Taliban. The US ignored his pleas for help | Muska Najibullah

I am the daughter of a former Afghan president. I am sharing my story for the first time because I see history repeating itself

Oggi c’è stato un altro attacco dell’ISKP nella provincia di Nangharar dove i taleb rispondo con arresti e uccisioni di presunti affiliati allo Stato Islamico. Niente di diverso da quello che facevano le Zero Units dell’NDS, i servizi dell’ex governo. Ma a colpire è la dichiarazione del vice-premier Hanafi che ha affermato che dietro gli attacchi (rivendicati dall’ISKP) ci sono agenzie di intelligence straniere dell’area. Curioso. A chi si riferisce? 15/15

Vi segnalo questo lavoro della scuola di giornalismo della @LumsaNews @UniLUMSA 👇c’è anche una chiacchierata con me

 

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere