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8 settembre, aggiornamenti

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Cominciamo con questo video: talebani che picchiano #donne durante la manifestazione di ieri. Dopo le frustate loro gridano: Libertà, libertà #donneafghane #afghanistanwomen

Presentato il governo, alcuni suoi membri hanno taglie sulla testa. 5mil $ dell’FBI per ministro degli Interni. Ricordiamo che gli Haqqani erano stati migliori alleati Usa negli anni 80, durante la guerra antisovietica.

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Il governo non è inclusivo, come si chiedeva dall’estero e come avrebbe suggerito la logica in un Paese che dall’ultimo esecutivo taleb è cambiato profondamente. Una mia analisi sui nomi.

Il nuovo governo d’Afghanistan, è l’Emirato – Nico Piro

È un governo pashtun non di tutte le etnia afghane: manca del tutto quella degli sciiti hazara, inoltre c’è un solo uzbeko e due soli tagiki, non c’è alcuna proporzione con la distribuzione etnica della popolazione. È una rivalsa forte dopo il ventennio dei tagiki. Anche sulla testa di un altro ministro, Kalil Haqqani, pende una taglia di 5mil $. Il clan Haqqani (organizzazione criminale e jihadista, una potenza con base a Khost) ha fatto il pieno in questo governo.

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Lo sconfitto è Baradar che da premier in pectore diventa vice, sostituto da un altro fondatore del movimento Hassan Akhund, misterioso👇 come Haibitullah, leader del movimento, ora Emiro di cui non si hanno notizie e che non si mostra in pubblico (morto?).

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Baradar è il volto dei talebani dalle trattative di Doha in poi. È l’unica figura spendibile a livello internazionale. Secondo esperti delle misteriose dinamiche taleb, a perdere tutti i mullah anti-pakistan, p.e. con contatti con Iran (da cui arrivano segnali non positivi). Da notare lo schiaffo (nello schiaffo agli Usa), salvo miei errori di traslitterazione, i “Guantanamo Five” sono tutti nel governo. Si tratta dei cinque prigionieri liberati da Obama in cambio del rilascio del soldato Bowe Bergdahl, l’ultimo prigioniero di guerra americano. Scompare il ministero alle Donne, viene reintrodotto il ministero al Vizio e alla Virtù (esisteva già quello agli affari religiosi) quindi con poteri su stile di vita e delle persone (in una metropoli da 6 mil abitanti con costumi ormai occidentali…sarà un bel problema). In sintesi: è un governo dei vincitori (della guerra) e questo mette in corsa i taleb per perdere la pace. È un remake dell’Emirato anni ’90 con le stesse persone in certi ruoli, sarà difficile per loro governare un apparato statale oggi ben più complesso di allora. A proposito di taglie e di membri del governo (come il premier) sulla lista internazionale dei terroristi. Il ragionamento va scisso. Da un lato c’è un problema formale, un governo straniero puó legittimamente tenere rapporti con qualcuno così classificato?No e infatti è problematico, il tema si pone per esempio anche per Russia che classifica dal 2003 i talebani come org.terroristica ma sta avendo rapporti intesi con Kabul. Sul piano sostanziale:credo che vada fatto ragionamento più ampio pur a rischio di essere frainteso (spero di no). I talebani hanno le mani sporche di sangue dopo vent’anni di conflitto ma ce le avevano anche i signori della guerra che abbiamo messo al governo c.d. democratico. Inoltre le statistiche Onu parlano chiaro: le vittime civili sono causate da ambo le parti. Sarebbe il caso una volta e per tutte di ricordarsi che in guerra hanno tutti torto. Di fare i conti non solo con le colpe dei taleb (che sono enormi e che gli afghani non dimenticano) ma anche con i “nostri” bombardamenti indiscriminati e i raid notturni (che hanno spostato supporto popolazione lontano da missione Isaf e Us). Una riflessione meritano anche le manifestazioni di questi giorni: si tratta di quella parte di società civile a cui per 20 anni abbiamo chiesto di esporsi per valori occidentali e che continua a farlo. Ma è una parte di società che non ha avuto voce negli anni del governo c.d. democratico, per sua corruzione e per estremismo religioso di alcuni suoi membri. Questo va ricordato sempre altrimenti quelle donne e quei giovani coraggiosi verranno strumentalizzati di nuovo e, di conseguenza, lasciati soli anche oggi che rischiano come non mai.
Torniamo al governo, non tutti quelli col cognome Haqqani sono membri del clan. Per capire meglio questa organizzazione consiglio questo libro.

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A proposito dell’Occidente e delle sue colpe in questi 20anni di guerra,rilancio la domanda di Bilal Salwary (grande reporter afghano oggi in esilio in Canada). Cosa ne sarà, p.e., dei crimini delle SAS australiane? Retorica su ritorno taleb “assolve” tutti?

A occhio 17 membri su oltre 30 del governo sono su lista sanzioni ONU, per l’Occidente puó essere un’occasione? L’Afghanistan viaggia verso una feroce crisi economica, i talebani non hanno strumenti per governare Paese moderno. Forse un modo per aiutare donne e giovani, per sostenere le minoranze etniche (in primis hazara, a perenne rischio genocidio) è proprio usare questa leva piuttosto che fare muro. Vedremo.
Osservazione: qualcuno dice, “bello scambio” dei “Guantanamo 5”, liberati da Obama in cambio del soldato Berdgahl, e oggi al governo. Bene, ricordo che Trump ha spinto per liberazione di 5000 (sì 5k) talebani da carceri afghane per accordo di Doha…that’s all folks!

Durante manifestazioni di ieri a Kabul sono stati arrestati diversi giornalisti, alcuni dei quali rilasciati solo stamane. Ecco in quali condizioni si trova un collega dell’eroica agenzia Etilaatroz. E’ inaccettabile e la comunità internazionale deve fare pressione sul governo

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#UPDATE #BreakingNews il neo-ministro alla Giustizia di fatto vieta le manifestazioni di protesta sottoponendole ad una procedura di autorizzazione che comprende anche la comunicazione degli slogan e dei temi delle iniziative. Segno di un governo che non sa gestire situazione

1 commento

  1. Credo che molti del comitato nazionale di liberazione in Italia erano nelle liste dei ricercati del governo fascista. La storia ha analogie e non c’è da scandalizzarsi: da vinti “cattivi” si può diventare vincitori, non so se “buoni”. Purtroppo temo che Kabul abbia vissuto un “Truman show” per 20 anni e quelli che ci sono cresciuti (e creduto) facciano bene ad uscirne e venire in Occidente.
    Curerei un po’ la sintassi del testo.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere