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Sgombrato il campo di Patrasso

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Dopo i blitz della polizia greca delle ultime settimane, oggi è arrivata la resa dei conti per il campo profughi di Patrasso dove quasi duemila afghani vivevano nell’attesa interminabile di un passaggio verso il resto d’Europa (nascosti sotto o dentro un camion). Il campo – nato oltre un decennio fa e sin’ora tollerato nonostante si affacciasse sul lungomare di Patrasso – era un monumento alla crisi afghana e all’incapacità dell’occidente di affrontarla: ragazzi e bambini in fuga dalla guerra (quasi tutti hazarà, ovvero esponenti dell’etnia più negletta del paese) che dopo mesi, a volte anni, in viaggio arrivano in Grecia senza sapere che quello è il Paese che riconosce di meno (in assoluto in Europa) lo status di rifugiato politico e si ritrovano presi nella “trappola” di Patrasso. Un “monumento” fatto di baracche, melma e rifiuti da far impallidire le condizioni di chi resta a vivere in Afghanstan, diventato ormai troppo ingombrante per la Grecia e forse anche per chi su quel lungomare vuole e sta continuando a costruire. Le immagini della Bbc raccontano della distruzione; cosa sarà dopo e delle altre linee di accesso clandestino verso il resto di Europa (magari tramite i Balcani) che si aprirannò…beh questo è facile immaginarlo ma è ancora tutto da raccontare.

Al caso di Patrasso, con il collega Mario Rossi, ho dedicato pochi mesi fa un reportage girato per il Tg3, eccolo.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere