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Il “colpo di spada” che divide l’Isaf

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Secondo fonti di stampa americana (ovvero l’agenzia del gruppo dei quotidiani McClatchy) l’operazione “colpo di spada” condotta dai Marines americani ha scatenato le polemiche dei vertici militari italiani e tedeschi. In pratica (vedi post precedenti), 4000 Marines stanno provando a spingere i talebani fuori dai loro covi lungo la parte bassa del fiume Hellmand, per “ingaggiarli”ed “eliminarli” in scontri a fuoco oppure costringendoli verso il Pakistan (dove le truppe locali sono “al lavoro” sulla frontiera) cosi’ da recuperare il controllo di un’area dove sin’ora la presenza britannica, anche in virtu’ di numeri ridotti , non ha garantito un controllo stabile dei principali villaggi (stabile leggasi 24 ore su 24, per rendere i paradossi della situazione). A latere, tra l’altro, e’ in corso anche un’operazione dei britannici, apparentemente pero’ marginale in un contesto dove ormai “comandano” gli americani.

Come gia’ avvenuto in passato, in questi casi i talebani sono bravi a fuggire evitando lo scontro  diretto con un nemico sovrastante per numero di unita’ e mezzi (in una settimana di operazione i marines hanno avuto solo una ventina di “contatti” con il nemico). Il pericolo (da qui le critiche dei generali italiani e tedeschi) e’ che in fuga i talebanai si spostino verso nord a complicare situazioni gia’ complesse. In particolare nella confinante provincia di Farah, dove i para’ della folgore e i bersaglieri dai primi giorni di giugno stanno finendo sotto attacco praticamente ogni giorno, concentrandosi su alcuni precisi distretti intorno alla capitale provinciale (altri due sono finiti nell’op box Tripoli, un’area dove possono operare solo i marines americani e che portera’ presto ad una revisione, presumibile, dei confini dell’RC-West di Isaf). Insomma se a Farah arrivassero (e non e’ detto che non siano gia’ arrivati) nuovi gruppi talebani, la situazione potrebbe precipitare. Ho cercato al comando italiano di Herat conferme all’indiscrezione senza trovarle ufficialmente… ma tutta la vicenda appare nella sua sostanza confermata.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere