“Fresh eyes”, una nuova visione, la formula è la stessa usata per la sostituzione di Ronald Rumsfeld con Robert Gates, questa volta il riconfermato Gates la usa per mandare a casa il Generale McKiernan, capo di Isaf e delle forze americane in Afghanistan (che operano anche sotto le insegne di una sorta di “coalizione” alle dirette dipendenze di Washington). La mossa radicale arriva dopo la strage di Farah che ( nonostante i militari non vogliano scendere nel dettaglio del bilancio delle vittime) verrà ricordata come la peggior strage di vittime innocenti della cacciata dei talebani e che non poco imbarazzo ha creato a Washington. Ma è probabile che si stata decisa ben prima, il generale Petraeus pare non gradisse l’approccio di McKiernan alla nuova strategia americana che pure si basava su quello che lo stesso McKiernan aveva chiesto, ovvero nuove truppe. Al riguardo il Washington Post riferisce indiscrezioni sul malcontento creato dal troppo timido esperimento delle milizie tribali nella provincia di Wardak.
C’è da dire che McKiernan aveva stabilito l’anno scorso aveva ristretto le possibilità di chiedere supporto aereo e aveva stabilito che fossero le truppe afghane a “guidare” i raid nelle abitazioni. E che il generale che l’ha sostituito non potrà risolvere il problema senza un radicale (quanto per certi versi impossibile) ripensamento della strategia. Secondo le Nazioni Unite nel 2008, le truppe straniere e l’esercito afghano hanno ucciso 828 civili, un terzo in più del 2007, di questi 552 per colpa di attacchi aerei. Il punto è che “call in an airstrike”, richiedere il supporto aereo, è l’unico modo che un numero di unità ridotte, inadeguate rispetto alla vastità del terreno ed alle sue caratteristiche, ha per ridurre/evitare le proprie perdite e provare ad infliggerne ad un nemico che colpisce a distanza. Ci sono soldati finiti in molti conflitti a fuoco ma che mai hanno visto un talebano in faccia. In altre parole, è difficile che vengano ridotti gli airstrike in Afghanistan.
La cacciata di McKiernan (ben descritta in questo servizio della BBC) ovvero del comandante di un “teatro” in “teatro” (al alvoro da soli 11 mesi sui circa 24 previsti) ha pochissimi precedenti nella storia militare americana (l’unico citato è quello della guerra di Corea) ed è stata una mossa altamente mediatica.
La scelta del Generale Stanley A. McChrystal non risolverà in automatico il problema, certo potrebbe essere una svolta analoga all’arrivo di Petraeus in Iraq, ma – ripeto – è molto difficile che si rinunci al supporto aereo e quindi è difficile che cessino le vittime civili. McChrystal dalla sua ha però un punto di forza (vedi la sua biografia sul NYTimes), è stato cioè a capo del JSOC, ovvero del comando unificato delle operazioni speciali, e responsabile in Iraq delle operazioni delle truppe di elite. In particolare McChrystal ha il brevetto di Ranger ed è un Berretto Verde, in altre parola ha quelle conoscenze e il rango per poter riorganizzare il lavoro delle forze speciali che sono indispensabili in Afghanistan ma che allo stesso tempo hanno sin’ora utilizzato tecniche spesso discusse, in particolare negli attacchi notturni a case e villaggi.
L’innovazione che dovrebbe venire da McChrystal è un po’ un uovo di colombo, ovvero assegnare un gruppo scelto di ufficiali (circa 400) all’Afghanistan con turni nel paese ma con continuità di lavoro anche in patria, questo per fare in modo (finalmente) che quando si siano consolidati la conoscenza sul campo e i rapporti con gli afghani (militari, autorità locali, ecc. ecc.) questo patrimonio di conoscenza non finisca buttato via perchè è finita la missione di chi l’ha accumulato.
McChrystal è però stato coinvolto nello scandalo di Pat Tillman (vedi l’archivio di questo blog) ovvero delle falsificazioni seguite alle morte del campione di football diventato soldato e (come ricorda il Guardian) è stato messo sotto pressione dalla politica per i metodi utilizzati con i prigionieri delle forze speciali. Su tutta la vicenda mi sembra comunque interessante la lettura di questo blog di istruttori militari americani in Afghanistan.
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