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Sotto Tiro…Embed ad alta tensione

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Non era mai capitato prima, sabato però è successo. Cosa? In EBU, il circuito internazionale all’interno del quale le tv europee condividono immagini e servizi, sono passati due “feed” dall’Afghanistan: il primo un servizio dell’AP dalla valle di Korengal, il secondo un servizio della BBC dalla provincia di Wardak. Entrambi (ed è questa la cosa che mi ha colpito) mostravano combattimenti.

Nel primo caso, il cameraman dell’Ap (da qualche giorno embed con gli americani nella valle di Korengal) visitava una scuola nel “villaggio della morte”, Aliabad, al seguito delle truppe afghana con alcuni Marines ETT (embedded tattical trainer, consiglierei militari in poche parole). Praticamente, durante il colloquio con gli scolari (emblematica la domanda dell’ufficiale afghano: “preferisci gli americani o i talebani?” il bambino risponde “non lo so”) arrivano raffiche sulla scuola e si inizia a sparare al solito nemico fantasma dall’altra parte della valle. Per la cronaca, il fruttuoso embed dell’Ap ha dato vita anche ad una foto che ha fatto un po’ discutere negli Usa (ovviamente all’insegna della curiosità la riporta Repubblica.it).

Nel servizio della BBC, invece, si parla di “indirect fire”…al seguito della 10ma Divisione di Montagna dell’esercito americano, durante un’intervista si sente un boato, iniziano a piovere colpi di mortaio con le schegge che suonano lo xilofono sui blindati dove militari e giornalisti si vanno a rifuggiare (“took cover”). La scena di svolge nella provincia di Wardak, a ridosso di Kabul, uno dei luoghi chiave del cosiddetto assedio talebano a Kabul, dove sono arrivate già a gennaio rinforzi americani (non quelli successivamente decisi dal presidente Obama). Ecco il link . Per inciso, ho ripreso entrambi i contributi in un pezzo per il Tg3.

Qual è la cosa che mi colpisce? Nel marzo del 2008 sono stato nella “valle maledetta”, quella di Korengal al confine tra Afghanistan e Pakistan, con la 173ma aviotrasportata dell’esercito americano, documentando – tra le altre cose – una battaglia con il nemico invisibile (con il collega Gianfranco Botta, quella trasferta ci ha fatto vincere il Premio Ilaria Alpi). A chi interessa, ecco il link per rivedere lo speciale che sintetizza tutto il lavoro svolto in quell’embed.
In quella stessa valle era stata scattata pochi mesi prima la foto poi destinata a vincere il world press award (la stanchezza di un uomo, la stanchezza di una nazione) ma in generale gli embed erano esperienze lasciate ai free lance e poco praticate in primis dai grandi media americani, troppo impegnati sul fronte iracheno (come del resto le stesse forze armate usa). Insomma da un lato noto che la guerra in Afghanistan piano piano sta cessando di essere “the forgotten war”, la guerra dimenticata (tra ridimensionamento di quella irachena e nuova strategia di Obama), dall’altro noto che gli embed si stanno facendo sempre più pericolosi perchè le truppe occidentali sono sempre più sotto attaco. Rischi del mestiere, certo, l’aspetto positivo (se qualcosa di positivo ci può essere in una guerra) è che l’opinione pubblica vedrà sempre più il vero volto dell’Afghanistan e potrà trarne le proprie conclusioni.

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  1. Una mia amica, che lavora per il notiziario dell’NDR (il canale televisivo pubblico della Germania settentrionale), mi ha scritto che EBU ha deciso di collocare il tema “Miranti” in cima alla lista delle priorità informative dei prossimi anni.

    Ti risulta?

    Ciao!

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere