Oggi è il 17 settembre, nel 2009 fu uno dei giorni più complicati della mia vita. Il destino, qualche chilometro e un C-130 “dirottato” dalle forze speciali americane mi salvarono dall’incontro con un autobomba carica di morte. Dodici anni fa non andò così bene ad un convoglio militare italiano che tornava dall’aeroporto di Kabul, su quella che stava diventando la strada più pericolosa del mondo.
Quello fu il giorno peggiore per la nostra missione, sei vittime, e per tante famiglie afghane con un numero imprecisato di civili. Gli autori di quell’autobomba oggi siedono al governo del Paese. Noi ricordiamo i nostri caduti, è un dovere prima che una necessità per riflettere sul senso di ogni guerra.
Quello fu il giorno peggiore per la nostra missione, sei vittime, e per tante famiglie afghane con un numero imprecisato di civili. Gli autori di quell’autobomba oggi siedono al governo del Paese. Noi ricordiamo i nostri caduti, è un dovere prima che una necessità per riflettere sul senso di ogni guerra.
Antonio Fortunato, 35 anni; Matteo Mureddu, 26 anni; Davide Ricchiuto, 26 anni; Roberto Valente, 37 anni; Gian Domenico Pistonami, 26 anni; Massimiliano Randino, 32 anni. Appartengono alla Brigata Folgore del 186° e 187° reggimento e del 183° reggimento Nembo.