#Afghanistan #24agosto Comincio questi aggiornamenti con qualcosa che all’apparenza non c’entra molto. Oggi è il compleanno di mio figlio Alex, siamo distanti – un oceano e due continenti di mezzo – e mi manca. Una madre afghana ha visto suo figlio travolto all’aeroporto di Kabul, la gamba spezzata dalla calca, poi l’ha perso. Il suo messaggio audio, ripreso dalla CNN, è straziante. Il ciclo delle notizie è implacabile, tra qualche giorno Kabul passerà in secondo piano come accaduto più volte in questi 42 anni di guerra.
E’ importante mettere le cose in prospettiva, paragonare i nostri dolori (l’ennesimo compleanno perso di un figlio) con quelli degli altri, lontani, (la fuga, la morte) è l’unico modo per tenere una luce accesa sulle crisi e sentirle nostre non altrui.
La situazione all’aeroporto di Kabul è tragica. All’interno i numeri di quelli da evacuare si stanno riducendo (saremmo a circa 6500) ma fuori è nato una sorta di campo profughi. Sin’ora chi è fuggito veniva da Kabul, ora stanno arrivando persone dalla province.
Sotto il sole cocente e la polvere tagliente di Kabul aspettano, ma arrivano notizie di persone nascoste in casa in località varie, con i voli interni sospesi, c’è solo la ring road per arrivare nella capitale, un bel rischio se sei già un bersaglio.
Gli Usa scoraggiano i “senza titolo” dal presentarsi all’aeroporto. La priorità sono: connazionali, ong, giornalisti, minacciati, collaboratori occidentali ma come si fa a distinguere? Quando ambasciate sono state evacuate, i documenti sono stati distrutti compresi passaporti sui quali Stavano per essere apposti visti.
Chi ama l’Afghanistan cerca di aiutare chi è in pericolo e lo fa in silenzio (grazie di nuovo a grande lavoro della FNSI, della Difesa, della Farnesina e del Comitato per la difesa dei giornalisti afghani, mi limito a dire solo che sto ricevendo messaggi disperati, di persone che non si riesce ad aiutare mentre la finestra si sta chiudendo perchè i talebani hanno risposto negativamente alla richiesta degli Stati Uniti di continuare evacuazioni oltre il 31/8. Lo spazio aereo è “dato” cioè il numero di voli non può essere moltiplicato a piacere (Usa hanno mobilitato anche 18 aerei di 6 compagnie di linea) è chiaro già chiaro che il ponte aereo più grande della storia pur nel suo successo “tecnico” sarà un fallimento. Tante persone saranno lasciate indietro e ingrasseranno i canali dell’immigrazione clandestina via Pakistan o attraverso il deserto di Farah verso l’Iran.
Chi ama l’Afghanistan cerca di aiutare chi è in pericolo e lo fa in silenzio (grazie di nuovo a grande lavoro della FNSI, della Difesa, della Farnesina e del Comitato per la difesa dei giornalisti afghani, mi limito a dire solo che sto ricevendo messaggi disperati, di persone che non si riesce ad aiutare mentre la finestra si sta chiudendo perchè i talebani hanno risposto negativamente alla richiesta degli Stati Uniti di continuare evacuazioni oltre il 31/8. Lo spazio aereo è “dato” cioè il numero di voli non può essere moltiplicato a piacere (Usa hanno mobilitato anche 18 aerei di 6 compagnie di linea) è chiaro già chiaro che il ponte aereo più grande della storia pur nel suo successo “tecnico” sarà un fallimento. Tante persone saranno lasciate indietro e ingrasseranno i canali dell’immigrazione clandestina via Pakistan o attraverso il deserto di Farah verso l’Iran.
Sapete cosa significa fuggire in poche ore? Uno zaino con dentro un cambio di vestiti, tutti i contanti e preziosi, qualche foto, lo smartphone. Chi ha avuto tempo ha svenduto casa e auto. Anche negli anni della guerra la vita è andata avanti come racconto nel mio corto Today I will live – Oggi voglio vivere (su Vimeo).
All’aeroporto, primo perimetro per occidentali lo fanno servizi NDS, unità 01, cioè paramilitari (addestrati da CIA) che per anni si sono macchiati di crimini orrendi duranti i raid notturni (basati su intelligence quasi sempre sbagliata). Una parte dell’unità sarebbe anche in Panshir con la resistenza.
A proposito di dialogare con i talebani, il Washington Post ci fa sapere qualcosa che si era già capito ma non ad un livello tanto alto: il capo della Cia e Baradar si sono incontrati ieri a Kabul. La Cia a cui Baradar deve dieci anni una prigione Pakistana, Baradar a cui la Cia deve l’attentato di camp Chapman nel capodanno 2009.
Le dichiarazioni di Merkel e UK conferma peso relazioni Russia con talebani ma al summit di oggi su Afghanistan manca però Russia (format G7). Intanto le strade di Kabul sono sicure (no attentati, no furti, no sequestri) è dato di fatto ma dirlo scatena polemiche social tra afghani (sicurezza per donne e minoranze etniche?).
Le dichiarazioni di Merkel e UK conferma peso relazioni Russia con talebani ma al summit di oggi su Afghanistan manca però Russia (format G7). Intanto le strade di Kabul sono sicure (no attentati, no furti, no sequestri) è dato di fatto ma dirlo scatena polemiche social tra afghani (sicurezza per donne e minoranze etniche?).
Se i talebani hanno ristabilito ordine, hanno vinto guerra, non è detto vincano la pace. La capitale è paralizzata a livello economico, banche chiuse, a quella centrale hanno nominato un sig. nessuno.
Alla Sanità hanno dovuto tenere ministro precedente. Non hanno tecnici nè hanno soldi (Usa hanno bloccato 9,7 miliardi usd riserve) devono pagare stipendi dip. pubblici (e loro soldati) altrimenti il Paese sarà ingovernabile. Vedi questa analisi
Alla Sanità hanno dovuto tenere ministro precedente. Non hanno tecnici nè hanno soldi (Usa hanno bloccato 9,7 miliardi usd riserve) devono pagare stipendi dip. pubblici (e loro soldati) altrimenti il Paese sarà ingovernabile. Vedi questa analisi
In questi giorni a Kabul c’è un mistero. A comandare è mullah Baradar, non c’è traccia del leader del movimento il mullah Hibatullah Akhundzada. Da anni si dice sia morto come predecessore Mansour.
E veniamo alla c.d. “resistenza” del Panshir. Da ieri penso se pubblicarle o meno, ho trovato tragiche le foto diffuse da AFP di bambini in armi con la bandiera dell’Alleanza del Nord, è esattamente tutto quello a cui dobbiamo resistere non un segno di resistenza.
E veniamo alla c.d. “resistenza” del Panshir. Da ieri penso se pubblicarle o meno, ho trovato tragiche le foto diffuse da AFP di bambini in armi con la bandiera dell’Alleanza del Nord, è esattamente tutto quello a cui dobbiamo resistere non un segno di resistenza.
Dal punto di vista strettamente militare talebani hanno ripreso Andarab lo dice anche Saleh. Però facciamo chiarezza: come sovietici ben sanno (un giorno vorrei raccontarvi della loro evoluzione tattica sconfitta dopo sconfitta) Panshir è imprendibile ma Massoud (quello vero) aveva anche la vicina provincia di Taqar quindi l’accesso al Tagikistan. Il panshir in sè è una sacca, serve a poco a meno che tramite Andarab non si spezzi l’asse Kabul-Kunduz (o all’epoca dei sovietici si isoli Bagram).
Dopo il 31/8 se il controllo aereo afghano sarà ancora in piedi, riaprirà KIA (o KBL se preferite codice IATA) riprenderanno i voli civili. Parlare con i talebani serve anche a consentire a chi non riuscirà (e saranno tanti) a partire con evacuazione occidentale pur avendone “titolo”, i voli commerciali saranno una via di fuga preziosa se si riuscirà a convincere i talebani a lasciarli partire (e se si riuscirà a riaprire servizi consolari). In Afghanistan a rischio ci sono donne, attivisti dei diritti civili, collaboratori occidentali, giornalisti, minoranze etniche ma anche persone LGBT. I corridoi umanitari possono essere una risposta.