Ecco il mio intervento al festival di Emergency, in piazza Casotti, il 7 settembre 2025 su Trump e la crisi della democrazia americana. Un festival quest’anno ancora più denso di idee e contenuti e con una partecipazione di pubblico mai così importante! E’ stato come sempre bellissimo esserci e incontrare volontari e spettatori, le cui parole di sostengo e affetto sono per me fondamentali.
Come sempre…Grazie a chi c’era! Grazie a chi ha organizzato!
ORE 17.30 | La voce della Casa Bianca: gli USA verso l’autocrazia?
DOMANDE PER PENSARE – Piazza Casotti
Deportazioni, discriminazioni e attacchi alle minoranze, tagli alla spesa sociale, disuguaglianze crescenti, negazionismo climatico, politica estera complice di stermini e massacri: negli Stati Uniti la democrazia frana. E le voci del dissenso?
Con Nico Piro, inviato Tg3 e scrittore
I posti a sedere sono esauriti ma potrai comunque seguire l’evento in piedi
NB: tra il testo (più completo) e il video ci sono delle differenze (parlo a braccio)
VIDEO
QUI A BREVE IL VIDEO DAL CANALE YOUTUBE DI EMERGENCY
TESTO
Oggi non vi parlo di Afghanistan, di Donbass, di Gaza.
Oggi vi parlo di un Paese dove la massima autorità dello Stato entra in una delle più grandi basi militari del mondo, 650km quadrati, dove vivono 52.000 soldati per lo più truppe aviotrasportate e forze speciali, l’elite dell’esercito. Parla a migliaia di loro e nonostante ci sia scritto da qualche parte che le forze armate sono un’istituzione apartitica e apolitica, attacca duramente i suoi avversari politici. Mentre poco distante venditori ambulanti che nessuno sa come siano entrati nella base, vendono cappelli e magliette del presidente. Attacca il suo predecessore. E i militari, scelti chissà come, che gli stanno più vicino anche nell’inquadratura della tv applaudono. E ti fanno pensare ma allora se il presidente ve lo ordinasse, attaccareste quei nemici politici, il nemico interno? Ma non è finita qui, il giorno dopo quello stesso presidente festeggia il suo compleanno. Come? Con una parata militare nel centro della capitale costata tra i 20 e i 40 milioni di dollari.
A fine agosto, quello stesso presidente riunisce il suo gabinetto (non è una battuta è il nome tecnico del governo) durante l’incontro il ministro al lavoro gli dice: presidente la sua bellissima grande faccia verrà esposta sulla facciata del nostro ministero. Un altro gli dice: lei sarebbe il miglior candidato della storia al premio nobel per la pace, quindi anche migliore di Martin Luther King e Madre Teresa.
Bene, ve lo confesso. A questo punto sarete confusi: non vi sto parlando della Corea del Nord. Ma degli Stati Uniti.
Cosa sta accadendo in quel Paese è difficile dirlo, è difficile capirlo se non si è dei giornalisti, degli analisti, degli osservatori professionisti. Perchè? Perchè Trump non sta solo usando una tattica che gli riesce bene da sempre (cambiare l’agenda mediatica, spostare l’attenzione) come per esempio ha fatto dopo aver detto che tra i neonazisti che sfilavano a charlotsville c’erano anche brave persone per poi aprire una nuova polemica (quella sui soldati transessuali nell’esercito) per far dimenticare la precedente.
Trump sta anche “flooding the zone” allagando il campo mediatico: ogni giorno apre dozzine di fronti e la stampa non riesce a stargli dietro nel controllarlo e denunciarne i limiti. Come battere un rigore con 20 palloni, come può un portiere pararli tutti?
Rispetto al suo primo mandato, questa volta, Trump sa dove mettere le mani. Ha un piano di battaglia, il progetto 2025 della Heritage Foundation, circa 1000 pagine. Roba che il piano di rinascita nazionale pare un cartiglio dei baci perugina.
Dal 21 gennaio a oggi Trump ha emesso 181 ordini esecutivi e un numero altrettanto importante di promemoria. In quattro anni Biden ne aveva emesso 162. Sono atti straordinari che sta trasformando in normalità. Perchè? Per scavalcare il parlamento. Il suo obiettivo è ampliare il suo potere quello esecutivo ai danni di quello legislativo.
In quanto all’altro potere, quello giudiziario, Trump lo delegittima pubblicamente ogni volta che perde un ricorso ma dalla sua ha la corte suprema che, per una serie di coincidenze, è riuscito a modellare a sua immagine. E che da mesi emette sentenze a lui favorevoli sotto forma di dockets, provvedimenti senza motivazioni allegate.
L’altro contrappeso importante nel sistema americano sono i poteri locali, gli Stati. Nella cui politica Trump sta sempre più interferendo per esempio a Los Angeles quando, violando la legge, ha commissariato la guardia nazionale della California e l’ha mandata in strada contro le proteste dei migranti. Violando anche un’altra legge quello sull’uso delle forze armate per questioni di ordine pubblico.
E qui veniamo all’altro nodo, all’altro potere fondamentale negli Stati Uniti: le forze armate.
A Washington sapete Trump cosa ha fatto? Ha commissariato la polizia locale e mandato la guardia nazionale in strada dichiarando un’emergenza criminalità che nelle statistiche non esiste. A Washington i crimini sono al loro minimo storico in 30 anni e sono calati del 35% dal 2023 al 2024. Ma secondo Trump i numeri sono truccati. L’ultimo grave caso di cronaca a Washington risale al 6 gennaio del 2020 quando Trump fomentò i suoi sostenitori che diedero l’assalto al Campidoglio. Cinque anni dopo Trump li ha graziati praticamente tutti, ha messo sotto inchiesta o cacciato gli agenti che avevano indagato su di loro ma dichiara un’emergenza criminalità a Washington. Strano no? E minaccia di commissariare e mandare le truppe a Chicago, New York, Los Angeles.
Intanto per le strada d’america continuano a circolare uomini mascherati e senza distintivo che afferrano le persone le mettono in auto senza alcuna scritta e li portano via. Sono agenti dell’ICE, la polizia anti-migranti.
Nei prossimi anni ce ne saranno sempre di più, nella sua legge di bilancio il BIG BEAUTIFUL BILL che serve a tagliare le tasse ai ricchi, Trump ha inserito un investimento di 75 milioni di dollari per assumere altri 10mila agenti mascherati mentre spedisce migranti, spesso senza processo, a Guantanamo, a Gibuti o nell’ex-Swaziland. Arresti fatti da uomini mascherati come nell’Argentina di Videla, roba che vista da fuori sembrano sequestri di persona in pieno giorno.
Quale sarà il prossimo passo? Quando la gente si sarà abituata a vedere i militari ogni giorni per strada? La legge marziale?
C’è un altro contrappeso al potere del presidente che Trumpsta smatellando: l’apparato federale con le sue agenzie. Ha dato incarico all’uomo più ricco del mondo di snellire la macchina burocratica. I due finiranno poi a litigare come due troll sui social media ma intanto il danno è fatto. Piccolo dettaglio l’uomo più ricco del mondo se l’è presa con i più poveri del mondo, privandoli degli aiuti della cooperazione internazionale americana USAID che ha smantella. Piccolo dettaglio l’uomo più ricco del mondo ha donato a Trump 270 milioni di dollari in campagna elettorale e ha assunto
Ma Trump non si ferma ad espandere il suo potere.
– Va all’attacco della libertà di studio, di ricerca e di insegnamento colpendo le università americane che dipendono dai fondi federali
– Vuole controllare le mostre dei musei federali perchè – dice – non danno abbastanza spazio alla
– Attacca la stampa non solo limitando l’accesso o complicandolo alla Casa Bianca, ai viaggi presidenziali, al Pentagono, non solo deligittimando l’informazione ma anche costringendo la CBS a calarsi le braghe e a pagarli un risarcimento infondato di 20 milioni di dollari perchè la società madre la ComCast ha bisogno
– Revoca visti e permessi permanenti di residenza a chi per esempio difende la Palestina
– Inserisce nel processo di rilascio dei visti la verifica di anti americanismo insomma non è ammesso il diritto di critica
– demolisce l’istituto di sanità e i programmi sui vaccini consentendo al capo della sanità in Florida di dire: chi sono io per dire ai cittadini cosa mettersi in corpo, per questo abolisce ogni obbligo vaccinale
Per inciso l’idea di libertà del governo della Florida è curiosa, libertà di non mettersi niente in corpo ma quando si tratta dell’aborto il controllo del corpo della donna è nelle mani dello Stato che lo vieta.
Dove si andrà a finire? Lo dico dal 2016, ad una possibile Guerra Civile. Del resto pochi giorni fa il suo più stretto collaboratore, l’ideologo della Casa Bianca, la sua anima nera, Stephen Miller ha definito i democratici un organizzazione terroristica interna.
Intanto la secessione “morbida” soft di alcuni stati è cominciata: leggi e provvedimenti che servono a proteggere per i propri cittadini quei diritti che Trump sta cancellando nel resto del Paese
Ora però veniamo al punto chiave. E’ solo colpa di Trump? Da qualche tempo ragioniamo sempre sulle persone non sulle situazioni. Se è solo colpa di Trump quindi una volta che se ne sarà andato tutto tornerà apposto? No resterà il trumpismo e magari JD Vance diventerà presidente.
Trump ha vinto perchè è la risposta sbagliata ad una domanda giusta.
La domanda è quella di attenzione che arriva dagli operai licenziati, delle fabbriche mandate all’estero, dei poveri che non contano nulla, della classe media in crisi, di chi non riesce ad arrivare a fine mese di fronte ad un costo della vita folle, di chi non sopporta più infrastrutture che cadono a pezzi a cominciare dalle ferrovie. Mentre il sogno americano è finito, l’idea di lavorare sodo e diventare benestanti non regge più, gli americani non ci credono più.
Gente a cui i democratici non hanno più dato voce e che si sono affidati all’uomo forte. Peccato che l’uomo forte sia complice di questa crisi perchè è parte dell’apparato capitalista morente e mortale.
Parliamo di Trump ma non parliamo della crisi del capitalismo e della finanziarizzazione dell’economia che sta bruciando il pianeta, l’unico che abbiamo, che sta rendendo i ricchi sempre più ricchi, tanto che ormai comando loro sopra gli Stati, che ci sta trasformando in sudditi poveri, che cancella i diritti e organizza guerre per ingrassare i padroni del vapore. Trump è tra questi, il presidente che più si è arricchito da presidente nello storia d’America.
E allora facciamola una critica radicale al capitalismo, smettiamola di parlare di Trump, dei leader e parliamo delle persone, delle vittime di queste politiche.
C’è differenza tra gli Stati Uniti di Trump e quelli degli altri precedenti? In termini di politica interna sì ma all’esterno?
L’agenda americana che non è mai cambiata di presidente in presidente: avere la supremazia mondiale. Obama, Kennedy, Trump obiettivo uguale per tutti, solo che Trump l’ha trasformato in affari in un dominio commerciale ed economico misurabile come il fatturato di un’azienda. Mettendo da parte più o meno il dominio militare del poliziotto buono del mondo che garantisce le regole (ovviamente quando non riguardano gli alleati, come nel caso di Israele, ma solo i nemici).
Dall’esterno come sono cambiati i rapporti con gli Stati Uniti? Bisognerebbe chiederlo all’Europa che ha ceduto al ricatto di Trump sul riarmo, con i Paesi Nato che hanno aumentato le spese militari al 5%, con l’Europa che ha fatto quello che non era stato possibile per la scuola, la sanità, i servizi sociali cioè congelare i limiti all’indebitamento per spendere 800 miliardi in armi…Beh però almeno Trump non ci ha imposto dazi commerciali…ah no? Ce li ha imposti eh…
E dentro gli Stati Uniti cosa accade? Non è come dopo il novembre del 2016, non c’è quel senso di rivolta che sentivi tra la gente. Nonostante il successo di iniziative come il NO KINGS DAY, c’è paura (di esser cacciati dal Paese per chi ci sta con un visto e punta a rimanerci), timore (di conseguenze magari di tipo lavorativo), c’è stanchezza (il fenomeno Trump imperversa da quasi un decennio), c’è il peso del costo della vita che cancella felicità e speranza.
E i democratici? Discutono se essere troppo di sinistra come il candidato sindaco di New York, Zhoran Mandami, sia pericoloso e ci voglia uno di destra per sconfiggere Trump…Un discorso sentito anche dalle nostre parti e finito con gli elettori che tra la copia e l’originale hanno scelto quest’ultimo.
Ma parliamo anche di come si è arrivati sin qui: i democratici hanno perso le elezioni rifiutandosi di parlare di Gaza, di denunciare Israele. La notte prima dell’insediamento di Trump, nevicava a washigton e un piccolo corteo provava a farsi sentire intorno la Casa Bianca gridando: “Biden, Biden you can hide, your legacy is genocide”. “Biden puoi nasconderti quando vuoi la tua eredità politica sarà il genocidio”.
E’ così che i democratici hanno perso il voto degli arabo americani del Michigan e nell’elettorato in genere quello dei giovani 18-34 anni che era stato decisivo nel 2020 e nel 2022.
Vedete come tutto si tiene? Vedete che se si fosse scelta la pace forse tutto questo non sarebbe accaduto? I democratici invece, in America e in Europa, la parola pace – assieme a quella libertà e popolo – l’hanno lasciata ai sovranisti. Con Trump che l’ha trasformata in una pax armata, una sorta di bullismo diplomatico che va tanto al kilo come nel caso dell’accordo sulle terre rare imposto all’Ucraina.
Quando quella parola, Pace, ce la riprenderemo sarà sempre troppo tardi.
Grazie