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Il Pensiero Unico Bellicista fa male alla democrazia

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PUB Jacovitti
Grazie ad Andrea Jacovitti per aver dedicato questa straordinaria tavola al PUB

Ancora oggi, in Russia, circola una battuta su Stailn: “Segretario il popolo è contrario” gli dice uno dei suoi più stretti collaboratori e il dittatore risponde: “Cambiate il popolo”. E’ curioso vedere come buona parte di quelli che stanno, in questi giorni, contestando Putin e la Russia, ricadano in schemi mentali che sono degni del “nemico” non di una democrazia compiuta come la nostra. Per esempio, chiedendo ai giornalisti di dire quello che loro pensano sia giusto (è capitato con il collega Marc Innaro, corrispondente da Mosca) oppure se – e torniamo alla battuta su Stalin – contestano il popolo “codardo” o “culturalmente arretrato” se i sondaggi confermano che la maggioranza degli italiani è contro la guerra e il coinvolgimento del nostro Paese.

Come in ogni conflitto (l’Italia ci partecipa inviando armi, pur da una lista mai resa pubblica, all’Ucraina) non c’è solo il campo di battaglia, quello dove le prime vittime sono i civili, c’è anche il fronte interno, quello dove a rischio c’è altro cioè il valore stesso della democrazia.
Nel commento sulla guerra in Ucraina a prevalere è ormai l’italico partito del PUB, no non mi riferisco al britannico luogo d’incontro (lì almeno se dici una sciocchezza ti puoi giustificare dicendo che hai bevuto troppo) ma al Partito Unico Bellicista. Arruolati nel PUB sono gli opinionisti con l’elmetto quelli che – seguendo il magnifico esempio dell’intellettuale guerre-a-porter Bernard Henry Levy, bardo di ogni guerra dal suo attico sugli Champs Elysees – dettano strategie ai militari, chiedono al popolo di resistere anche se un litro di benzina costa più del Nobile di Montepulciano, ringhiano frasi alla Patton, esultano per l’incremento delle spese militari, insultano Putin dimenticandone la beatificazione ad opera di alcuni nostri politici nonostante l’omicidio della Politoskaya, bollano i pacifisti come collaborazionisti, nemici della patria.
Voi direte: bene sono opinioni come le altre, c’è spazio per tutti. Verissimo ma sto provando a parlare di qualcosa di leggermente diverso. In Italia è in atto una desertificazione della complessità dei conflitti, sta vincendo la semplificazione binaria dell’amico nemico, sul valore della pace è stato scaricato uno stigma feroce, la guerra è diventata normalità. Questo è un danno per la democrazia e sarebbe il momento in cui l’informazione tutta (in particolare il servizio pubblico che si fonda sul valore del pluralismo) se ne facessero carico.
Segue l’Afghanistan da tre lustri e considero quel conflitto come l’archetipo dell’assurdità di ogni guerra. Allo strumento bellico abbiamo dato vent’anni (dopo l’11 settembre) per risolvere i problemi del mondo, li ha solo aggravati. Nonostante la lezione di vent’anni sia davanti ai nostri occhi, senza dubbio alcuno (anzi additando quelli che il dubbio provano ad utilizzarlo come strumento di riflessione) sposiamo un altro conflitto.
George Orwell, che di guerra ne aveva combattuta una, ricordava sempre che le voci che si levano a favore di un conflitto, sono quelle di chi mai andare a combattere.
Oggi è più vero che mai, aggiungerei anche che si tratta delle stesse persone che mai sentiranno il peso delle conseguenze economiche della guerra andando al supermercato.

 

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5 Commenti

  1. Condivido in larghissima parte, ma resta la domanda: quindi? Che fare? Non supportare la resistenza degli ucraini?
    È vero che esiste un pensiero unico bellicista, ma fatta questa doverosa constatazione e aggiuntovi che occorre fare parlare la diplomazia, come possiamo giustificare con noi stessi il rifiuto di aiutare chi in Ucraina si difende dall’invasore?
    La prego non si fermi, completi il discorso, che altrimenti è un discorso a metà.

  2. Condivido.Il PUB vuole che la guerra cntinui mentre la diplomazia e il negoziato devono fare passi avanti e decisivi. Se il negoziato lo avessero attivato prima ( che la questione ucraina fosse aperta lo si sa se va bene dal 2008 ) invece di inviare armi e fare manovre Nato (3 nel 2021) in un paese che dentro la Nato non c’e’ ,la guerra non ci sarebbe proprio stata.
    L’Europa grande assente da questa partita che si sapeva avrebbe aperto una lacerazione e una vera tragedia Nel suo stesso seno.Nato e Usa non vogliono trattare? Bene il tvolo negoziale lo doveva aprire l’Europa. Andreotti e Craxi (e non ero una supporter di nessuno dei due allora) fossero vivi non avrebbero permesso questa afasia e afonia dell’Europa. Si sarebbero dati da fare eccome.

  3. Partito unico bellicista? Sposare un altro conflitto? Di questo sarebbe colpevole chi è favorevole ad armare la resistenza ucraina? Si fa veramente fatica a seguire il filo logico di affermazioni del genere. Oltretutto la stragrande maggioranza delle persone che stimo e che appartengono alla sinistra civile non è favorevole a fornire armi agli ucraini. Opinione che non condivido ma rispetto.

  4. [consiglio di correggere i refusi prima, “spoetizzano”] Stimo Nico Piro, e quindi mi fa specie la voglia di tirare una linea “del fronte” fra chi sostiene l’aggredita Ucraina (il “PUB”) e chi (in sostanza) ne preferirebbe la resa in nome della Pace. Polarizzazione forse inevitabile ma a mio parere poco utile a favorire una pace CONCRETA, relativamente solida e duratura. E che specularmente legittima l’opposta faziosità di chi vede in ogni pacifista un filo-putiniano. Discutiamo pacificamente, per prima cosa.

    • CARO ALESSANDRO,
      Mi dispiace ma non perchè ti senti chiamato in causa. Il PUB è una categoria di pensiero e una modalità bellicista che sta desertificando il dibattito in Italia, non classifica – come tu dici erroneamente – chi vuole il sostegno militare dell’Ucraina è chiaramente spiegato che si riferisce a chi vede la guerra come unica dea di fronte a cui genuflettersi, una soluzione.

      Saluti e grazie per la segnalazione del refuso!

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere