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5 ottobre, aggiornamenti

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Partiamo dall’ultima balla in circolazione: i cinesi a Bagram. Cos’è BAF? Bagram Airfield? E’ una enorme base militare costruita dai sovietici a nord di Kabul. Ha un vantaggio rispetto al KAIA, l’aeroporto della capitale. Quale? Per atterrare all’aeroporto di Kabul devi fare i conti con le montagne (e razzi annidati sui costoni) a Bagram hai a disposizione la piana di Shomali famosa per la sua uva dolcissima. Abbandonata nel ’92 gli americani l’hanno presa nel 2001 e l’hanno trasformata nel più grande pezzo d’America fuori dall’America. Compresa concessionaria Harley Davidson e Burger King. Nella notte del primo luglio, dopo una serie di esplosioni e un black out l’hanno lasciata (senza nemmeno avvertire il comandante afghano che ne era diventato responsabile) con quello che si rivelerà un enorme errore strategico. Perchè? Da BAF si sarebbero potute evacuare migliaia di persone senza i limiti del KAIA. Inoltre BAF è strategica per colpire Cina, Iran e persino la Russia che ha poi (per ora) fatto capire che non gradisce nuova base Usa nel confinante Uzbekistan (ne avevano una lì fino al 2005). Un bel problema ora che devono continuare a bombardare l’Afghanistan per colpire l’ISKP (in gergo, attacchi “over the horizont”).
Ma torniamo al black out, il buio servito all’ultimo aereo Usa a lasciare in sicurezza Bagram. Qualche sera fa il buio è stato rotto. Lo prova una foto (che non posso confermare)

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Che sia vera o no poco importa, al solito, perchè è servita a far circolare la notizia che i cinesi fossero a Bagram. Nessuno ha però considerato che se gli americani sono riusciti a decollare da BAF al buio, i cinesi avrebbero atterrare al buio senza bisogno di farsi notare. La riprova che si tratti di una balla (ma pericolosa) arriva dall’analisi delle immagini satellitari.

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Satellite Imagery Contradicts Reports Of Foreign Aircraft At Bagram Air Base In Afghanistan (Updated)

There have been swirling claims of planes making nighttime arrivals at the sprawling Taliban-controlled air base that the U.S. once occupied.

Da dove nasce questa fake news? In breve, dalla voglia di guerra (20 anni non sono bastati). Sin dai primi giorni di settembre ci sono queste voci che raggiungono il culmine con questo report di una tv indiana. Si sommano così le tensioni tra Cina e Usa, la propaganda repubblicana anti-Biden (che ignora le colpe gravissime di Trump con accordo di Doha), la paura indiana di un’asse Cina-Pakistan e il desiderio dei dissidenti afghani di rivedere gli americani nel Paese.

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EXCLUSIVE | Chinese Team Conducts Recce at Afghanistan’s Bagram Airbase; India Concerned

Since the final departure of US troops from Afghanistan, Pakistan and China’s interests in their neighbour’s affairs have greatly piqued, with the ISI chief’s recent visit to the Taliban-ruled country…

Al tutto ha aggiunto un po’ di pepe, questo articolo di Us News (famoso per la classifica dei College più che per la copertura di esteri). Infine il trionfo del @DailyMail con l’articolo sulle luci accese a Bagram.

China Weighing Occupation of Former U.S. Air Base at Bagram: Sources
Building on friendly relations Beijing has secured with the new Taliban government in Afghanistan, China is now considering new ways to expand influence and embarrass the U.S.
Ecco come le fake news nascono magari da una voce (quella degli abitanti dei villaggi vicini alla base che mai hanno potuto vederne l’interno, favoleggiandone) e poi da soggetti interessati.

Tornando seri, BAF potrebbe mai interessare ai cinesi? BAF è strategica per chiunque ma gestire quella enorme base è una scelta impegnativa (migliaia di unità) e molto, molto visibile, fin troppo. Ai cinesi per ora interessa la strada che passa vicino BAF, la Kunduz-Kabul e il passo Salang (strategici per la nuova “via della seta”). Vedremo.

Non dimentichiamo che da 17 giorni le bambine afghane non vanno a scuola.
Non dimentichiamo che migliaia di persone a rischio esecuzione (ripeto, esecuzione) sono state lasciate in Afghanistan. Bisogna aprire subito #corridoiumanitari

Una segnalazione: su @RaiPlay da oggi parte “Ossi di Seppia” (prima puntata, l’Aviaria). Il 15 novembre @CarloVerdelli ricorda Maria Grazia Cutuli, giornalista del @Corriere uccisa a Sorobi nel 2001.Diretta a Kabul. Voleva raccontare l’Afghanistan.

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«Ossi di seppia», l’omaggio di RaiPlay alla giornalista Maria Grazia Cutuli

Il racconto affidato a Carlo Verdelli: per lei la professione era emozione e passione

La minoranza hazara è a forte rischio, in particolare nella provincia di Daykundi, Amnesty conferma l’uccisione di 13 appartenenti alla minoranza sciita di origine mongola il 30 di agosto.

Afghanistan, 13 hazara uccisi dai talebani nella provincia di Daykundi – Amnesty International Italia

Il 30 agosto 13 afgani di etnia hazara, tra cui una 17enne, sono stati uccisi dai talebani nel villaggio di Kahor, situato nella provincia di Daykundi. Undici delle vittime erano ex soldati delle forz…

Nella foto 1 impiccagione di criminali ad Herat 2 un sospetto membro dell’ISKP impiccato a Kunar. Senza processo, sentenza diretta. Intanto nella famosa valle di watapour (affluente del Pech, gli americani non la dimenticano) si combatte tra taleb e ISKP.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere