Cominciamo dal dramma dell’aeroporto, per quanto si stiano intensificando anche le operazioni di estrazione in città ad opera delle forze speciali (tollerate dai taleb?) ci siano delle navette organizzate (comprese quelle del mercenario Erik Prince della ex-blackwater, al modico prezzo di 6500 dollari a persona) intorno all’aeroporto resta il dramma. Fonti sul posto riferiscono che stanotte è stato aperto un gate (segno forse dell’arretramento del perimetro occidentale) c’è stata una gran calca con feriti. Sono le ultime 24ore per le evacuazioni, questo pare chiaro. Poi ci saranno ultimi voli Usa. Evacuare circa 6/7000 unità tra militari e personale diplomatico che ha curato sin’ora l’exfil degli afghani non è come spegnere la luce, chiudere la porta è andarsene. E’ un’operazione nell’operazione, richiederà tempo.
Ma ricordiamo dramma di chi vuole fuggire e non ci riesce. Continuo a ricevere (impotente) strazianti messaggi di aiuto, ne pubblico alcuni (in forma anonima) x ricordare che in mezzo al risiko della politica internazionale c’è vita persone. Ponte aereo, il più grande della storia, sarà ricordato come successo logistico ma fallimento umanitario. Troppo poco tempo troppe persone da evacuare nonostante sforzi straordinari (anche di Difesa e Ministero Esteri italiano).
Finita l’evacuazione si apriranno due scenari:
1) gli ultimi scampoli della guerra occidentale. Tra sabotaggi e bombardamenti, si cercherà di distruggere le dotazioni più preziose sulle quali i taleb hanno messo le mani come i black hawk. Come dimostra un video che circola sui social media.
I talebani non sanno usare elicotteri BH oppure i sofisticati A29 o i bradley pieni di elettronica ma sono tesori da vendere ad intelligence straniere per copiarne tecnologia per questo vanno distrutti. Vedremo come (p.e. all’aeroporto di Kabul c’è una grande base dell’ANAF)
2) Come ha già cominciato a fare ieri Germania bisognerà trattare corridoi umanitari con i talebani per lasciar partire “aventi titolo” rimasti indietro nella calca, con i voli civili. In cambio di aiuti. A proposito l’aeroporto riaprirà? Come negli altri settori produttivi i talebani non hanno personale specializzato. Hanno chiesto aiuto alla Turchia per gestire il controllo aereo all’Hamid Karzai International Airport. Sempre che dopo evacuazione Usa non venga chiusa la “strada” distruggendo – com’è probabile – gli apparati più preziosi, isolando Kabul.
Da giorni girano notizie di possibili attacchi ISIS (o meglio ISPK) a Kabul. I warning occidentali non ci hanno mai preso in vent’anni ma si tratta di uno scenario plausibile. Con 2500 dollari (tanto costa un kamikaze) Stato Islamico della Provincia del Khorasan, sconfitto militarmente dai talebani potrebbe tornare a colpire facilmente in mezzo alla folla ammassata all’aeroporto, riguadagnando attenzione mediatica, al solito sulla pelle di civili innocenti. Anche per questo nella mattina di stamane sono stati allontanati tutti dai gate dell’aeroporto.
Torno a ripetere quello che dico da giorni: quando il 31/8 si spegneranno le luci la fine dell’evacuazione, andati via il grosso dei giornalisti per mettersi al sicuro, dell’Afghanistan sapremo pochissimo e non potremo fare pressione su taleb e suoi alleati internazionali per rispetto “civiltà” minima. I fatti di oggi sono gravi: Solidarietà!
per le emergenze afghane era collegata (per un disguido tecnico) a un centro di riparazione per elettrodomestici.