Dopo una nottata di panico (poi vedremo perchè) partiamo da questo video di lavori in corso. viene da Suhail Shaheen1 un top taleb: “è ora di rimboccarsi le maniche”. Il video è recente perchè sul mezzo c’è la bandiera bianca, la strada al 90% è la Highway 1 (la 2 esiste solo sulla carta) meglio nota come “ring road” perchè come un anello va da Herat fino a Ghazni quindi a Kabul. Costruita dai sovietici dagli anni ’50 in poi,personalmente non sono mai riuscito a viaggiarci per lunghe distanze, dal 2007 in poi è diventata sempre più a rischio. Posti di blocco talebani e criminali per estorcere pedaggi, combattimenti, deliberate distruzioni della sede stradale. Oggi i taleb si auto-garantiscono la sicurezza e si vantano di ricostruire l’autostrada che hanno distrutto. Paradossi della guerra. Ma veniamo all’aeroporto. In conferenza stampa ieri pomeriggio i talebani hanno annunciato la chiusura degli accessi all’ aeroporto per afghani. Panico anche per questo messaggio di ambasciata Usa: in sintesi o arrivate subito all’aeroporto oppure siete da soli. Era la “final call”. Poi è stato ritirato negli stessi momenti in cui Biden rinviava, prima di un’ora poi ben più a lungo, la sua conferenza stampa mentre emergevano fratture con gli alleati sul 31 agosto come fine evacuazioni.
Intanto il panico si estendeva alla città. Qatar e Pakistan (legati ai taleb) hanno sospeso le loro operazioni di traghettamento dall’Hotel Serena all’aeroporto di persone da evacuare da parte di Occidentali. Non posso fare nomi ma tra le persone bloccate c’è uno staff di 90 persone (famiglie incluse) che ha dato precedenza ai giornalisti per la cui evacuazione loro stessi avevano operato. Intanto questo video racconta l’accampamento intorno all’aeroporto e l’uso di un canale fognario per arrivare agli ingressi del KAIA. Per altre foto sulla situazione intorno all’aeroporto segnalo il profilo Instagram di Andrew Quilty fotografo e #mojoer da anni a Kabul, uno bravo.
Tornando all’evacuazione, la situazione è fluida. Spagna e Francia sospendono i voli il 26, l’Italia dovrebbe il 27. Poi restando solo gli Us Marines e i paramilitari afghani NDS Unit 01 per il restringimento del perimetro fino all’ultimo decollo. Per quanto i talebani si siano più volte vantati di star garantendo la sicurezza agli americani, l’exfil dell’ultimo uomo è un processo ad alto rischio, un solo caduto garantirebbe all’Isis un colpo mediatico assoluto. A mio modesto avviso insistere sull’estensione del 31/8 è stato errore. Bisognerebbe invece lavorare per la rapida riapertura dell’aeroporto civile di Kabul (a proposito di personale del controllo aereo ce n’è ancora? È stato sostituito con personale locale il supporto al traffico aereo che Nato come quello che gli italiani davano ad Herat?) lavorando poi con i talebani per aprire #corridoiumanitari in condizioni di ordine ristabilito (sempre che talebani mantengano la loro parola e non uccidano i loro “bersagli” ma questo è il grande interrogativo di questa fase e riguarda tutte le promesse taleb). Comunque da Doha i talebani fanno sapere – durante un incontro con ambasciata tedesca – che lasceranno partire afghani alla ripresa dei voli civili, purchè abbiano i documenti in regola.
Nella foto a due livelli, c’è un amico ed ex-collaboratore afghano. Era il ragazzo più bravo della sua scuola a Kabul. È andato negli Emirati a studiare medicina poi l’hanno assunto in Europa. Da qualche anno, con un picco in queste ore, Afghanistan sta perdendo le sue menti migliori. Intanto la Banca Mondiale ha sospeso i suoi finanziamenti all’Afghanistan, assieme al congelamento delle riserve deciso dagli Usa, è un altro colpo durissimo ai talebani che – come ho scritto più volte – hanno vinto la guerra ma non è detto vincano la pace. Tra l’altro la congiuntura è totalmente sfavorevole tra conflitto e una siccità di anni, secondo il Wfp sono necessari 200 milioni in aiuti alimentari. Quasi metà della popolazione è a rischio carestia Intanto sui social spinge #WhereIsZal dedicato al silenzio totale di questi giorni dell’ambasciatore Khalilzad a mio avviso, padre dei disastri afghani con il primo governo del 2001 e con l’accordo di Doha e la sua implementazione. Intanto segnalo questo lavoro sull’uccisione del reporter Danish Siddiqui a Spin Boldak, lasciato indietro durante una ritirata.
I talebani fanno sapere in una intervista tv che hanno relazioni positive con Russia e Cina, due potenze che da anni si sono preparate a questo momento e stanno occupando il vuoto politico diplomatico lasciato dagli Usa. Nei primi giorni di questa escalation bellica, ho scritto che quella delle truppe afghane codarde era una favoletta ho scritto che quella delle truppe afghane codarde era una favoletta Oggi c’è questo straordinario articolo del capo del 215mo, da leggere tutto di un fiato e conferma la mia analisi.
Il generale Sami Sadat denuncia ritiro contractor americani (conseguenza fine del supporto aereo perchè fine manutenzione di velivoli hi-tech); l’accordo di Doha; le parole di Biden; la corruzione del governo afghano. Ricorda verità: oltre 60mila caduti in 20 anni. Codardi vero?Il generale Sami Sadat denuncia ritiro contractor americani (conseguenza fine del supporto aereo perchè fine manutenzione di velivoli hi-tech); l’accordo di Doha; le parole di Biden; la corruzione del governo afghano. Ricorda verità: oltre 60mila caduti in 20 anni. Codardi vero?
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