HomeAfghanistanAggiornamenti sull’Afghanistan (sabato 14/8)

Aggiornamenti sull’Afghanistan (sabato 14/8)

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Il potente, controverso, storico signore della guerra (amico dell’Occidente ma assassino come tutti i warlords) Ismail Khan è agli arresti, si è arreso di fronte ai talebani che hanno preso Herat, la sua “capitale”. Tutto il 207mo corpo d’armata con base a Camp Zafar – quello addestrato da noi italiani – si è arreso in blocco, garantendo altre armi ai talebani che affermano di aver preso anche la base aerea di Shindand, di fatto togliendo ai governativi quel pur minimo supporto aereo decisivo su quel terreno.

Stamane (sabato) i talebani stanno dando l’assalto a Mazar-i-Sharif che resiste ma non è chiaro per quanto, se la città della Moschea blu cade il Nord sarebbe perso per intero, cosa mai accaduta nemmeno nell’offensiva degli anni ‘90. Quando caddè Mazar-i-Sharif (ricordiamolo) i talebani effettuarono una pulizia etnica degli hazara, minoranza sciita, anche se negli ultimi 15 anni le cose sono cambiate in maniera importante nei rapporti tra le due comunità (lo capiremo solo se daranno o meno l’assalto alla provincia hazara di Bamyan e all’hazajstan in genere, cioè i distretti di altre province confinanti).

Intanto i taleb hanno preso Paktika, questo dà loro un enorme vantaggio strategico perchè passando per Sorobi (che tanto dolore è costato ai nostri soldati e, peggio, ai parà francesi, luogo dove inoltre morì la povera Maria Grazia Cutuli) si arriva direttamente sulla strada Jalalbad-Kabul quindi al carcere di Pul-e-Charki, periferia orientale di Kabul (dove fare rifornimento di detenuti).
Di questo passo Kabul potrebbe essere sotto assedio già lunedì MA…ricordiamoci sempre che i meccanismi afghani sono misteriosi e complessi (dopo 20 anni la Nato ne sa poco o nulla, per esempio) e le sorprese sono sempre possibili. Poi i talebani sono uniti nell’offensiva ma non è detto che lo siano nella pace (morto Omar non hanno più una leadership granitica).

Nota finale: sono sbagliati i paragoni con il ritiro sovietico (‘89), l’esercito afghano continuò a combattere fino al ‘92 compresa la storica battaglia di Jalalabad vincendola. Il governo filo-comunista crollò solo quando crollò l’Urss e si interruppe la catena di aiuti che arrivava a Bagram, la mastodontica base aerea a nord della capitale.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere