La mappa che vedete nella foto (fonte The Long War Journal che da anni fa un attento monitoraggio del controllo territoriale talebano in Afghanistan, testimonia come ormai il sud e l’ovest afghano siano totalmente nelle mani dei talebani i quali hanno anche il controllo del Nord ma in due tronconi, la caduta (probabile) di Mazar-i-Sharif consentirà loro di unirli e rafforzare la stretta su Kabul.
Nelle foto (da social media) il governatore della provincia di Ghazni che lascia la sua città sotto scorta dei talebani a cui l’ha consegnata senza sparare un colpo. Probabilmente è stato pagato con una lauta mazzetta, de resto se al governo centrale hai dei corrotti non potranno che esserlo anche i loro nominati. Con i combattimenti in corso a Logar, la presa di Ghazni e quella di Gardez, la capitale Kabul è virtualmente sotto assedio. Potrebbe resistere a lungo ma intanto gli americani mobilitano 3000 marines per evacuare l’ambasciata. A Doha la farsa continua con il vice-premier Abdullah che parla della necessità di un accordo di pace perchè non esiste soluzione militare, peccato che i talebani stiano dimostrando l’esatto contrario mentre l’esercito afghano è in rotta. Insomma perchè i talebani dovrebbero trattare? E poi perchè con gli sconfitti?
Uno degli scenari possibili è la difesa ad oltranza di Kabul che peró logisticamente non è il Panshir o Taqar (negli anni 90 basi della resistenza anti-taleb). Il rischio di una guerra civile è forte ma chi dovrebbero combatterla i pensionandi Dostum e Khan ormai straricchi e con milioni all’estero?
Resto comunque allibito dagli Stati Uniti che sono riusciti a coronare 20 anni di errori con un errore ancora
Più grande chiamato accordo di Doha, per i talebani non un accordo di pace ma un via libera alla resa dei conti.