L’anno che verrà potrebbe essere uno dei più imprevedibili di sempre, sta (anche) a noi metterlo sui binari giusti. A proposito, grazie di tutto.
Carissimi,
Prima di dedicarmi ad una “filippica” sull’anno nuovo, fatemi cominciare da quella che era inizialmente la coda di questa lettera.
Scrivervi è per me l’occasione per ringraziare tutti voi, senza il vostro sostegno il mio lavoro non sarebbe stato possibile per come si è manifestato nel 2019. Penso all’uscita del libro, agli incontri per presentarlo ma anche alle tante riflessioni aperte sui social, ad altre iniziative per cercare di cambiare il mondo del giornalismo (il festival Mojo Italia e i vari corsi) e al nuovo documentario di cui trovate un anticipo qui.
In questo – credetemi – avete davvero fatto la differenza, da tanti punti di vista ma anche aiutandomi a mantenere la motivazione in tempi difficili come quelli che vive il giornalismo oggi, quando la tentazione di dedicarsi alle ricette di cucina o alle guide di viaggio ti assale a sorpresa.
Venendo all’anno nuovo: ci ho riflettuto a lungo, volevo scrivervi auguri di quelli belli, che fanno sentire tutti felici ma – a pensarci bene – sarebbero stati certo di cuore ma abbastanza slegati dalla realtà (un mantra del tipo “a te e famiglia”). Insomma lo stesso itinerario mentale dell’anno scorso e di quello precedente, però non è il caso di prenderci in giro da soli visto che già in tanti ci pensano a farlo e lo fanno bene.
Nel 2020 si decidono molte partite in giro per il mondo, dalla pace (con tanti punti interrogativi) in Afghanistan a quella nell’Ucraina orientale; si voterà negli Stati Uniti per la presidenza e come al solito quello che accade a Washington inciderà su buona parte del mondo; la Russia probabilmente continuerà a pesare sempre di più negli equilibri geopolitici mondiali aggiungendo variabili al quadro consolidatosi negli ultimi decenni; Libia e Siria resteranno dei grossi punti interrogativi esattamente come gli sviluppi dell’epidemia di Ebola in Congo. Il pianeta ha la febbre sempre più alta e questo fatto inciderà non solo sulla nostra vita e la nostra salute ma anche sulle migrazioni, c’è chi scapperà non solo dalle guerre e dalla povertà ma anche da alluvioni e desertificazione, cioè dal cambiamento climatico. Le grandi aziende dal volto “buono” (tipo Facebook) continueranno a giocare come se fossero elementi “neutri”, strutture di servizio, mentre controllano i nostri dati e quindi le nostre vite. I ricchi continueranno ad essere sempre più ricchi lasciando i poveri (categoria sempre più vasta con la quasi-scomparsa della classe media) a farsi la guerra per un posto all’asilo comunale, ovviamente senza prendersela con la politica per avere un asilo più grande ma dando la colpa a quelli che ce l’hanno fatta ad entrare in graduatoria.
Nel 2020 anche il nostro Paese sarà chiamato a diverse sfide importanti, speriamo che al solito l’informazione non guardi solo al teatrino della politica ma allarghi il suo orizzonte perchè quello che succede all’estero avrà pesanti conseguenze su “casa nostra” al di là delle dichiarazioni dell’uno o dell’altro (basta pensare solo alla Brexit come ai dazi doganali che Washington sta imponendo ai suoi alleati europei, con ormai evidente bullismo istituzionale).
Sono tutte cose molto più grandi di noi – verrebbe da dire – cosa possiamo mai farci?
La risposta non è facile ma, personalmente, non riesco più a vivere nel Paese dove lo sport nazionale sono la lamentazione e lo scaricabarile. In Italia non cambia mai nulla, è vero ma continuo a credere – come l’anno scorso – che possiamo fare la differenza assumendoci le nostre responsabilità, pur nel nostro piccolo; che facendoci carico della difesa delle cose a cui teniamo; che occupandoci di quello che non ci va bene. Del resto nel mio lavoro la vostra partecipazione ha fatto la differenza perchè non dovrebbe farla nel resto del mondo?
E comunque sempre meglio crederci e fare qualcosa che restare sul divano a prendersela col telegiornale.
Un caro saluto, buon 2020
Nico
PS: A proposito, nel 2020, rivendicate sempre il diritto ad essere informati, oggi più che mai cruciale per le nostre vite.
Questo è il testo della mia lettera di auguri inviati agli iscritti alla mailing list