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Ecco il libro, ci siamo

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NIC07000 copyScrivo da Kabul dove sono arrivato da poche ore. Nel fine settimana l’intesa di pace tra talebani e Stati Uniti è saltata, almeno per ora o forse per molto più a lungo.
E’ un evento sul quale ci sarebbe da dire tanto, in questo post mi limito a ragionare in un ottica molto più  ristretta: gli effetti sul libro.

Personalmente avrei preferito un’altra conclusione, ma la rottura come la firma rappresentano quel “punto” che aspettavo per consegnarvi un libro aggiornato.
In questi giorni siamo alle correzioni finali dell’impaginato, pronti per la stampa. Speriamo di fare in fretta ma l’editoria cartacea ha i suoi tempi se si vogliono fare le cose per bene

“Scrivere un libro è un’avventura. All’inizio è un giocattolo, poi un divertimento. Diventa un’amante, poi un padrone. Si trasforma in un tiranno. Nella fase finale, quando sei in pace con il tuo stato di asservimento, uccidi il mostro dandolo in pasto alla folla…”

Lo scriveva Winston Churcill ed è, questa, una frase che sintetizza bene gli ultimi 10 mesi della mia vita.
So che ho fatto aspettare più del previsto i miei crowdfunder: non è stata una scelta facile per me. Ho vissuto questi periodo stretto tra l’ansia di rispettare la parola data (il libro entro febbraio) e quello di farvi avere un racconto aggiornato senza poter, purtroppo, decidere i tempi della politica internazionale!
Proprio dopo il mio viaggio a Kabul dell’anno scorso, quando avevo tutto il materiale per scrivere e potevo rispettare la scadenza, a sorpresa sono cominciate le trattative tra americani e talebani: un fatto epocale e persino bello ma che – nel mio piccolo mondo – ha fatto saltare tutto il piano dell’opera. Non potevo far finta che non stesse succedendo nulla, sarebbe stato poco corretto verso chi ha sostenuto il progetto e verso il racconto dei fatti. Mi sono assunto il rischio e ho scritto, spesso ritrovandomi a dover cambiar tutto, più volte. Ho atteso gli sviluppi. E’ stato snervante, lo ammetto.

Adesso possiamo togliere tanti “se” e qualche condizionale dal testo. Abbiamo finalmente un quadro se non chiaro (in Afghanistan non lo è mai),  almeno compiuto.
Vi confesso che il lavoro finito mi piace (volevo scrivere mi soddisfa ma da insoddisfatto/perfezionista cronico sarebbe stato ipocrita), fermo restando che la mia opinione non conta e quella regina è la vostra.
Il libro racconta di storie, vite e persone nell’Afghanistan che aspetta da quarant’anni la pace e di cui ormai non parla più nessuno. Racconta di persone che vivono in mezzo alla guerra, delle loro speranze, dei loro sogni, della loro vita “normale” dove ogni giorno può essere l’ultimo. Illustra la situazione attuale del conflitto e le sue implicazioni globali (niente di quello che succede in Afghanistan, resta in Afghanistan).
Non è un “saggione” di geo-politica, ma lo sforzo del vostro inviato di stare in mezzo alla gente comune e portarvi le sue storie, lo sforzo di essere i vostri occhi in luoghi dove in pochi (stranieri) possono andare ma in tanti (afghani) vivono.

Il titolo ci sta dando un po’ da pensare, nel senso che “Missione Incompiuta parte seconda” non ci convince, è un po’ troppo “burocratico”. Con l’editore stiamo cercando un titolo che riesca ad esprimere il senso di un libro che, nonostante il tema non di certo “lieve”, si fa leggere ed è scritto non solo per un pubblico di specialisti ma anche per chi è semplicemente curioso e ne vuole sapere di più di un Paese lontano, proiettandosi in mezzo alla sua gente.
A proposito, la foto che vedete in questa email è quella che vorremmo usare per la copertina. E’ un mio scatto. Gente comune che cammina di corsa in strada, non perchè sia in ritardo o abbia fretta ma perchè vuole mettersi al riparo prima possibile, prima che accada qualcosa di brutto. Questa è Kabul.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere