Quella di lunedì 30 giugno è una giornata che resterà nella “storia” di questa nostra avventura per un secondo libro sull’Afghanistan. Senza smentire il ciclo di alti e bassi di queste settimane, forse legato al susseguirsi di partenze e ritorni vacanzieri, tra strappi in salita fino alla cima e statiche pianure in cui il contatore delle copie restava fisso per ore ed ore (magari segnando solo una copia in più in un’intera giornata), tra domenica e lunedì c’è stata un’impennata.
Lunedì mattina abbiamo raggiunto l’obiettivo della campagna: 499 copie. In serata l’avevamo superato con 544 copie (109%).
È un risultato straordinario che è solo vostro, di chi ha comprato 1 copia, di chi si è messo insieme e ne prese 20, di chi ha fatto il munifico mecenate al di là di ogni aspettativa, di chi ha convinto amici, mandato email e condiviso la notizia della campagna sui social.
E ora? Che facciamo? Ci fermiamo qui?
Mancano 11 giorni alla fine della campagna (si chiude il 9 agosto).
Se continuiamo insieme possiamo trasformare la campagna per l’uscita di un libro, nell’occasione per dimostrare che di guerre lontane, di chi lavora in quei posti, di luoghi remoti, di crisi lontane, le persone si interessano. Possiamo dimostrare che è sbagliato continuare ad ignorare questi temi, escludendoli dall’agenda mediatica (e politica, da non pochi anni).
Il motivo per non fermarsi è anche pratico, le copie vendute superano l’obiettivo ma fare un bilancio di previsione di un crowdfunding non è facile: questa volta sono state tante le offerte selezionate, meno le copie singole acquistate. In pratica in termini di “vil denaro” siamo ancora sotto l’obiettivo per svolgere un reportage lungo e in sicurezza.
Tra l’altro più superiamo l’obiettivo, meglio riusciamo a stampare il libro.
Insomma non fermarsi e meglio.
A proposito, cercate idee per un regalo di Natale? Ma come – dirà qualcuno – il libro esce a febbraio? Si ma giovedì lanciamo un’offerta che…
R-estate sintonizzati per saperne di più!