Questa campagna elettorale per le presidenziali americane, mi sta consentendo di sperimentare ulteriormente i vantaggi del mobile journalism sia per le produzioni multi-piattaforma che per i giornalisti dei grandi network televisivi (per “grandi” è da intendersi di dimensioni aziendali tali da essere organizzati secondo il modello tradizionale giornalista-cameraman). I vantaggi per le produzione leggere…beh quelli sono già ampiamente noti e ne abbiamo parlato varie volte in questo blog e nei corsi in giro per l’Italia.
In particolare, in occasione della campagna elettorale per la Casa Bianca, il mo-jo è tornato utile per il cross-media, cioè riuscire a produrre contenuti anche per i social, una produzione che il classico flusso di lavoro riprese-montaggio-esportazione-pubblicazione rende non solo più lunga ma che finisce con il confliggere (rubando tempo e risorse) con la produzione news per la tv. Invece con gli strumenti del mobile journalism, in poco spazio, con poco peso e a costi ridotti, è possibile avere una linea autonoma di produzione che non si sovrappone né crea “code” quando si tratta di girare e montare pezzi per il Tg.
Infine ho avuto la conferma di che straordinaria arma sia quella telecamera “sempre in tasca” chiamata smartphone, per aggirare i divieti come quando (sorvoliamo sui dettagli) ci sono stati negati gli accrediti stampa per un evento che, alla fine, abbiamo seguito lo stesso entrando da spettatori e rispettando il divieto di introdurre telecamere con ottiche intercambiabili o action camera tipo GoPro..sperando che certi rigidi uffici stampa non si aggiornino troppo presto restringendo ulteriormente queste limitazione…beh…ma a quel punto significherebbe vietare l’ingresso a tutti i possessori di smartphone, cose che appare molto improbabile.
Nelle foto vedete i vari “set-up” (quasi tutti basati su BeastGrip, qualcuno particolarmente creativo) oltre alla montatrice Valentina Di Mambro e il telecineoperatore Ettore Cianchi, il team del Tg3 che sta coprendo le elezioni americane.
Tra l’altro questa esperienza mi ha regalato una piccola soddisfazione: grazie all’iniziativa della direzione editoriale Rai sotto l’hashtag #RaiUsa2016, siamo riusciti a realizzare le prime dirette FaceBook Live nella storia dell’informazione Rai a copertura di un evento giornalistico come le presidenziali Usa.