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Afghanistan, se 15 anni non vi bastano

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Nel silenzio più generale, il 7 ottobre il conflitto afghano ha compiuto 15 anni. Beh è un po’ difficile fare i conti perché dovremmo in realtà parlare di un conflitto che va avanti senza interruzione dal 1979 ( o forse dalla rivolta di Herat qualche anno prima) e che ha avuto varie fasi: un primo decennio con sovietici e mujaheddin, la guerra civile tra i mujaheddin “liberatori”, la follia talebana, la fase americana-occidentale cominciata proprio il 7 ottobre del 2001 quando ancora fumavano le macerie delle Torri Gemelle. Il conflitto (o meglio la fase cominciata 15 anni fa) durato più che la seconda guerra mondiale si è concluso “formalmente” alla fine del 2014, dal primo gennaio dell’anno dopo gli afghani combattono “in proprio” ma in realtà godono dell’assistenza, strategicamente indispensabile, degli occidentali. Cos’è cambiato intanto?

Con il ritiro delle truppe occidentali (o meglio, con la fine della missione Isaf), la situazione è sempre più difficile: le vittime civili sono al loro massimo storico; le forze di sicurezza afghane faticano a difendere centri urbani come Lashkar Gah, Farah city e Kunduz; il governo è diviso tra Abdullah e Ghani, in pratica l’accordo post-elettorale mediato brillantemente da John Kerry sta cedendo; pare inarrestabile la crisi economica scatenata dalla fine della missione occidentale (e relativi contratti, piccoli e grandi…l’economia di guerra, il grande “moltiplicatore”…).

Sono questi i fattori che stanno scatenando un esodo di rifugiati tale che riesce ad essere oscurato solo dal cataclisma afghano e che è stato tra i fattori che hanno spinto all’accordo di Bruxelles, alla fine della conferenza dei donatori. All’Afghanistan andranno circa 15 miliardi di dollari per i prossimi quattro anni, un’assicurazione sulla vita fino al 2020 per tentare di tenere in piedi il governo con la solita scusa (perché ormai lo è) dell’impegno alla “lotta alla corruzione” e per tentare di fermare l’esodo dal Paese (qui il comunicato finale).

Insomma, se volete una sintesi: l’Afghanistan è il luogo dove si dimostra senza tema di smentita che la guerra non risolve i problemi, li aggrava e li moltiplica.

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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere