I “calesiani arrabbiati” scendono in autostrada e bloccano migliaia di turisti britannici di rientro dalle vacanze alla fine dell’estate. Chiedono la demolizione della jungla: la baraccopoli, nella zona industriale della città, dove 10mila rifugiati vivono in condizioni drammatiche inseguendo il sogno di raggiungere clandestinamente la Gran Bretagna; sogno ormai impossibile tra recinzioni altissime e sorveglianza armata.
Ma tutti i calesiani sono arrabbiati? E soprattutto come si vive a Calais? Qual è il rapporto tra la realtà e l’immagine mediatica della città? Con in tasca il libro “A Calais” di Emmanuel Carrère («Quello che mi interessa è poter scrivere un reportage esattamente nello stesso modo in cui scriverei un libro»), ho provato a esplorare questi temi tornando sulla “costa d’opale”, un’altra di quelle piccole comunità in Europa come Idomeni, Lampedusa o Lesbos su cui grava tutto il peso della più grande crisi di rifugiati dalla seconda guerra mondiale.
Ne è nato un reportage (il mio terzo da/su Calais) per il montaggio di Guido Tombari e le immagini di Giuseppe De Angelis, che va in onda nello spazio di “Agenda del Mondo – Tg3”, sabato sera su RaiTre, alle 0.55, orario ideale per insonni e appassionati della materia (ma anche per chi vuole videoregistrare). Buona Visione!
A Calais
Nico Piro
Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere