“La mappa del Terreno Umano” è un post di questo blog (a sorpresa tra i più letti) che racconta del controverso programma dell’esercito americano, da qualche tempo esteso anche all’Afghanistan, che prevede di far partecipare alle attività sul campo delle truppe, dei gruppi di “social scientists”, sostanzialmente antropologi capaci di leggere le complesse varianti (etnico-tribali) del pianeta afghano. Il controverso programma delle forze armate registrata già alcune vittime: uccisi in azione tre degli esperti che vi prendevano parte. Negli ultimi tempi per vari motivi (vedi sempre l’articolo sopra) si è tornato a parlare del programma HTS anche perchè è ormai palese quanto sia profondamente difficile capire alcune realtà locali.
Aggiornamento. Visto l’interesse che ha scuscitato l’argomento volevo segnalare due articoli usciti di recente, sono dedicati alla storia di due dei caduti ma al di là di questo mi sembra aiutino a capire meglio il loro lavoro ed il programma in questione.
Paula Loyd – un reportage del TWP molto completo racconta della vicenda di questa ricercatrice che aveva dedicato molta della sua vita all’Afghanistan, morta pochi mesi fa in circostanze drammatiche (un uomo in un villaggio del sud le ha dato fuoco durante un colloquio sui prezzi della benzina) che hanno scatenato altrettante conseguenze drammatiche (poco dopo l’episodio l’uomo, ormai messo agli arresti, è stato freddato da un altro contractor che accompagnava la Loyd e che è oggi sotto processo).
Michael Bhatia – l’agenzia Ap ha da poco diffuso una storia che il sito del Washington Post mette in evidenza, il ricercatore è stato ucciso dall’esplosione di un’ IED nell’est del Paese. Questo reportage è focalizzato soprattutto sulla figura di Bhatia ma racconta anche la situazione alla base Salerno