A pochi dalle elezioni presidenziali (agosto?), capo di un potere statale ormai ridotto a pezzi e piegato dalla corruzione (tutti elementi che ne hanno fatto ormai oscurare le fortune a Washington come rivela questo articolo del New York Times), alla conferenza di Monaco Karzai ha di fatto continuato ad autoassolversi puntando su due temi, entrambi già maturi: il rapporto con il Pakistan come elemento indispensabile per battere il terrorismo e l’accordo con i Talebani “buoni” . Per la verità, è la prima volta che in una sede internazionale Karzai solleva così chiaramente il problema: “non c’è modo di avere successo nel modo che vogliamo e nei tempo giusto senza una qualche forma di riconciliazione” ovvero invitando a tornare a casa “quei talebani che non sono parte di Al Qaeda, che non sono parte della rete terroristica”.
Pesante il realismo del nuovo inviato per l’area dell’amministrazione americana, Richard Holbrooke: “Non ho mai visto niente come il pasticcio che abbiamo ereditato”. Per Holbrooke vincere in Afghanistan sarà molto più duro che in Iraq.
© np 2009 – tutti i diritti riservati