[youtube https://www.youtube.com/watch?v=riPQTcDcajs&w=560&h=315]
Il 30 novembre si è chiuso alla Casa dello Studente di Pordenone, il ciclo di incontri organizzato dall’IRSE (Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia) su “Europa Inquieta”. Io sono stato invitato a parlare sul tema “Aiutiamoli a casa loro”. Ma cosa sta succedendo “a casa loro”?
Con me c’era Roberto Reale che ha tenuto il “filo” di tutto il ciclo degli incontri e che, oltre ad essere stato mio vicedirettore al Tg3, è anche il media watcher più accorto d’Italia (e forse per questo meno presente nel teatrino quotidiano degli opinionisti “tuttologi”, pronti a passare da qualsiasi argomento all’altro pur di stare in tv).
Sarebbe difficile riassumere qui oltre tre ore di conferenza, con un vivace dibattito finale con il pubblico. Forse, una sintesi può essere trovata in questa frase: siamo passati dallo stomaco alla testa. Con Roberto – collega dal quale ho imparato di più e continuo ad imparare – abbiamo provato a raccontare non solo “quello che succede a casa loro” ma anche la situazione italiana (a partire dai numeri degli arrivi passando all’andamento della criminalità) per numeri, dati, storie.
E’ esattamente quello che ci vorrebbe per riportare il dibattito politico in Italia ad un livello di minima palatabilità (con l’informazione a traino, nella speranza di certi editori/giornalisti che il sensazionalismo risollevi le vendite). E’ una necessità talmente ovvia che nessuno se ne farà carico, proseguendo nella sana ed italica (ma ormai contagiosa a livello globale) tradizione della divisione tra tifoserie che fanno delle proprie “ragioni” un dogma al di là di ogni ragionevolezza.