Sono reduce da Imola, Bolzano, Modena, Perugia, da una doppia tappa a Roma e da Torino ma il BookTour non si ferma!
Ecco il calendario del BookTour. Spero di rivedervi o di incontrarvi per la prima volta qui:
27 marzo Busto Arsizio (Varese) ore 18
Casa People via Einaudi 3
27 marzo MONZA ore 21
Oratorio San Biagio via Manara 10
28 marzo BERGAMO ore 20.30
Sala civica Galmozzi via Tasso
29 marzo LODI ore 21.00
Teatrino “Giannetta Musitelli”
30 marzo MANTOVA ore 17.30
Sala Motta della CGIL in Via Argentina Altobelli, 5
BUSTO ARSIZIO
MONZA (qui per il video)
BERGAMO
LODI
MANTOVA
31 marzo PAVIA ore 18.30
Sala Broletto Via Paratici 21
1 aprile ROVERETO SULLA SECCHIA (Novi di MODENA), ore 17
Sala Civica De Andrè, via Mazzini 9
2 aprile PARMA ore 17 Libreria Mondadori presso Eurotorri (la libreria ha deciso di devolvere l’intero incasso di vendita dei miei libri ad Emergency)
3 aprile FERRARA ore 19 Dialogo con Girolamo De Michele, a cura del locale gruppo di Emergency. Presso il “Ristorante 381” Piazzetta Corelli 24 – Ferrara
4 aprile PIOVE DI SOCCO (PADOVA), ore 20.30
Sala mostre del Centro Arte e Cultura – Biblioteca Via Garibaldi, 40
Se volete organizzare una presentazione di Maledetti Pacifisti scrivete a:
In tema di pacifismo mi chiedo (e Le chiedo) come sia giusto comportarsi quando un individuo (o uno stato) sceglie la violenza come strumento per raggiungere i propri obiettivi. Penso che gli esperti abbiano approfondito i meccanismi psicologici che portano ad utilizzare la violenza al posto di altri strumenti più evoluti, La mia personale impressione è che il violento sia una persona intimamente insicura di sé stesso e per questo rifugge dal dialogo ed è abitualmente prepotente con chi crede debole e pavido con chi reputa più forte di lui. Per questo motivo penso che la fermezza sia più importante del dialogo nel fermare il violento, sia esso individuo oppure stato
Il tema è la prospettiva. Ok la fermezza (si può essere fermi anche in diplomazia) ma con quale obiettivo? Per una guerra senza soluzione e a tempo Indeterminato? Ogni minuto che passa muore qualcuno ed è una vita che non torna indietro, prima si firma un’intesa diplomatica prima si smette di morire e di rischiare l’apocalisse nucleare.
Si arriverà comunque ad un’intesa o ad “raffreddamento” del conflitto per la sua cronicizzazione, non è meglio agire subito?
Segnalo un errore madornale (voluto?) nell’articolo su l’Eco di BG che promuove la presentazione del tuo libro; vi si scrive: “recentissima condanna di Putin per crimini di guerra da parte del tribunale dell’Aia”. E’ chiaro che da parte del tribunale dell’Aia non c’è stato nessun processo e nessuna condanna, ma un mandato di arresto a cui dovrebbe seguire un processo che dovrebbe stabilire l’eventuale coinvolgimento personale di Putin in “crimine di guerra di deportazione della popolazione” e di “trasferimento illegale della popolazione”.
Segnalo inoltre la seguente petizione:
Chi non conosce la Verità è uno sciocco, ma chi conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente
Petizione diretta al Presidente Mario Draghi e al ministro Cartabia
Andrea Rocchelli, fotogiornalista italiano era andato a documentare gli orrori della guerra in Ucraina, precisamente nel Donbass, ed è stato ucciso per questo. E’ stato assassinato insieme all’attivista per i diritti umani (e interprete) Andrej Nikolaevič Mironov, dal fuoco ucraino, il 24 maggio 2014. William Roguelon, unico sopravvissuto all’attacco, dichiarerà che il gruppo è stato bersagliato da numerosi colpi di mortaio e armi automatiche dalla collina Karachun, dove era stanziata la Guardia nazionale dell’Ucraina e l’esercito ucraino. Gli assassini non sono i russi ma i nostri alleati, addestrati e armati da noi. I “buoni”. Quelli che difendono la libertà. Nel luglio 2017 le indagini hanno portato all’arresto di Vitaly Markiv mentre rientrava in Italia, militare della Guardia nazionale ucraina col grado di vice-comandante al momento dell’arresto ma soldato semplice all’epoca dei fatti, con cittadinanza italiana. Markiv è stato sottoposto a misure detentive di custodia cautelare in attesa del processo che si è aperto a Pavia nel maggio 2018. Durante lo svolgimento del processo, Markiv viene anche accusato dentro e fuori l’aula di simpatie neonaziste. Si legge su Wikipedia: “Il 12 luglio 2019 la corte penale di Pavia ha giudicato Vitaly Markiv colpevole per concorso di colpa nell’omicidio di Rocchelli e Mironov e lo ha condannato a 24 anni di reclusione. Lo stato Ucraino è stato anch’esso giudicato colpevole nella medesima sentenza quale responsabile civile”. Markiv però se la cava, dopo l’intervento delle autorità dell’Ucraina che prendono le sue difese. Ed ecco il colpo di scena: “Il 3 novembre 2020 la Corte d’Assise d’appello di Milano, pur ritenendo colpevoli le forze armate ucraine dell’omicidio dei giornalisti, ha assolto Vitaly Markiv con formula piena escludendo alcune testimonianze chiave dall’impianto accusatorio per un vizio di forma”. Sul tablet e sullo smartphone sequestrati a Markiv, secondo i Ros, sono conservate oltre duemila fotografie. Alcuni scatti mostrano un uomo incappucciato, con una catena di ferro al collo, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, una Skoda Octavia. In alcune immagini scattate poco dopo, si vede lo stesso uomo, con il volto ancora coperto, gettato in una fossa mentre qualcuno non inquadrato nella ripresa lo ricopre di terra. Altre fotografie ritraggono Markiv davanti alla stessa Skoda Octavia. Quando nell’aula è stata mostrata una foto di agenti della guardia nazionale ucraina con alle spalle una bandiera nazista, Markiv ha chiesto di prendere la parola e ha detto: «Non voglio che la guardia nazionale sia presentata come nazista. La bandiera ritratta in quella foto è soltanto un bottino di guerra» Peccato che il nemico fossero gli autonomisti del Donbass. Non c’è pace senza giustizia, non si annulla una sentenza per vizio di forma, dopo l’intervento delle autorità Ucraine che hanno parlato di complotto e di processo politico, intervento supportato anche da politici di lungo corso italiani. Chiediamo al presidente del consiglio Draghi ed al ministro della Giustizia Cartabia la revisione del processo. Ci sono due vittime innocenti, assassinate perché testimoniavano con il loro lavoro verità scomode, non ci possono essere colpevoli in libertà. La responsabilità penale è personale, indicare come responsabile l’intero esercito ucraino è inutile e sbagliato. Verità e giustizia per Andrea e Andrej.
Puoi firmare la petizione qui: https://chng.it/J4kY6Zdj