Questa foto (della @AFP) è destinata a diventare un manifesto della lotta delle donne afghane. Scattata ieri durante una piccola manifestazione di donne per la riapertura delle scuole femminili. La ragazza cerca di riprendersi il telefono sequestratole
dal comandante talebano. Sui loro cartelli si leggeva una frase del Profeta: “Cercare il sapere è dovere dell’uomo e della donna” e poi “Non bruciate i nostri libri, le nostre penne, non chiudete le nostre scuole”.
Non dimentichiamo che da 13 giorni le bimbe e le ragazze afghane non possono andare a scuola. 13 giorni fa – dopo un mese di chiusura per il collasso del governo – le scuole hanno riaperto ma solo per i bimbi.
List of Taliban Policies Violating Women’s Rights in Afghanistan https://t.co/OjyezBqe7R pic.twitter.com/W9bz6GyIFD
— Human Rights Watch (@hrw) September 30, 2021
Intanto da ieri è in corso un’operazione militari dei talebani contro l’Iskp, il braccio local dell’Isis, che è tornato a farsi sentire con attentati e attacchi per lo più nella provincia di Nangharar, sua ex-roccaforte (dove peró dimostra di avere ancora spazio di manovra). Purtroppo si segnalano un numero crescenti di uccisioni di mussulmani di corrente salafita (ritenuta vicina all’ideologia dell’ISKP) ma anche uccisioni di ex-esponenti dell’apparato statale, chiaramente omicidi per vendetta (che taleb si erano impegnati ad evitare). La condotta taleb sta diventando fonte di imbarazzo per i loro alleati. Appare chiaro dalle dichiarazioni del Ministero degli Esteri del Qatar (Paese chiave) che parla di delusione per alcuni passi indietro rispetto agli ultimi anni. invita Kabul a prendere a modello come stato islamico quello di Doha dove al lavoro, nell’apparato statale e nella scuola ci sono più donne che uomini.
Qatar calls Taliban moves on girls education ‘very disappointing’
È sempre più chiaro che la vittoria dell’ala militare su quella diplomatica dentro i talebani, ha portato il movimento verso gli anni ’90 (quindi il primo Emirato) più che verso il futuro, in una rotta di collisione con la comunità internazionale che non farà altro che isolare Kabul con seri problemi per l’economia e la popolazione. Tra l’altro, per via dello scontro tra ambasciatore del governo precedente e il mullah nominato dall’Emirato (un problema procedurale che ha tolto d’imbarazzo l’Onu) i talebani hanno perso l’occasione per parlare all’Assemblea Generale e a tutt’oggi sono riconosciuti da Zero Paesi nel mondo. Intanto secondo il premier pakistano sono in corso trattative a Kabul tra il suo governo e il TTP (i talebani pakistani). Notizia che colpisce visto che nelle scorse settimane il TTP aveva rifiutato offerta governativa di amnistia chiedendo la sharia nel Paese
A Dialoghi 2021 ho avuto il piacere di confrontarmi sull’Afghanistan con 450 studenti del polo liceale di Gorizia qui per rivedere