HomeAfghanistanAfghanistan, 18 agosto

Afghanistan, 18 agosto

Autore

Data

Categoria

Un amico afghano scrive che a #Kabul si sentono di nuovo i carretti dei gelati (con la loro insopportabile musichetta). Gioia per i bimbi, fonte di dissenteria per noi occidentali, modo per nascondere bombe per attentati. Oggi segno di normalità.
Se c’è una certezza oggi è che l’Afghanistan è un Paese di nuovo sicuro. A quale prezzo per i diritti è da capire.
La resistenza annunciata da Saleh (tagiko, ex-vicepresidente, uomo di massoud) è teorica. L’Isis potrebbe ritornare oltre confine. I taleb non hanno nemici.
Ieri per la prima volta abbiamo visto la faccia di un uomo con cui parliamo da 15 anni o di cui leggiamo i tweet, il mullah Zabihullah, portavoce dei talebani comparso in una lunga conferenza stampa che è il culmine del make up talebano, della loro offensiva diplomatica.
I talebani non vogliono fare gli errori del ’96, non stanno conducendo rappresaglie almeno delle grandi città (delle provincie sappiamo poco, al solito) e hanno lanciato segnali rassicuranti al mondo nella conferenza stampa, vaghi ma non bellicosi poi vediamo perché.
I talebani hanno risposto alle domande sulle donne (ne parlo in post lungo che pubblicheró + giù) appellandosi alla sharia. È una risposta scontata quanto vaga. La legge islamica de facto non esiste, è fatta di interpretazioni e tradizioni. Nel caso di afghanistan rurale le consuetudini del pashtunwali (il codice tribale) possono essere peggiori dell’islam più ortodosso. In sintesi vedremo nella pratica cosa significherà quel “nel quadro della sharia”. Della conferenza stampa sottolineamo l’integrità professionale dei report afghani.
Non hanno lesinato domande. “Le persone che avete ucciso non vi perdoneranno”. Imperturbabili i taleb (in altri tempi li avrebbero frustati sul posto) hanno risposto “c’era la guerra” come dire ora è finita. Ma nel Paese c’è rancore e paura che sarà difficile guarire.
Sulla sedia dove era seduto Zabihullah ieri, fino a giovedì scorso c’era durante le conferenze stampa il capo dell’ufficio media governativo che talebani hanno ucciso venerdì scorso all’uscità della Moschea. Sarà pur stata guerra ma come ogni guerra lascia ferite senza cura.
Negli anni ’90 i talebani rimasero isolati a livello internazionale (Emirato riconosciuto da soli 3 Paesi) oggi non accadrà. Con le trattative di Doha volute da Usa hanno conquistato una legittimazione internazionale senza precedenti. Hanno viaggiato per capitali.
Sono diventati riferimento per Russia e Cina che non vogliono caos alla porta di casa, tifano per Afghanistan stabile e vogliono riempire il vuoto diplomatico che USA si sono lasciati dietro. Talebani hanno stretto rapporti anche con Teheran (loro sunniti con Iran sciita!).
Ora sembrano in grado di superare il rapporto “tossico” con i loro pupari pakistani e i finanziatori sauditi. Al contrario di Cina, Russia, Iran, Uzbekistan, Tagikistan…il Pakistan non vuole un Afghanistan stabile, ha creato e usato i taleb per caos nel confinante AF.
Perchè? Perchè ha due dispute territoriali una attiva con l’India (Kashmir), l’altra dormiente con l’Afghanistan (linea Durand, confine coloniale). Non ha risorse militari per battersi su due fronti, fomentando il caos in Afghanistan ha addormentato 1 dei 2 problemi.
Ma se i talebani non spezzano legame con Pakistan mai daranno un futuro al loro Paese e mai si sintonizzeranno con il loro popolo che odia il Pakistan e la sua mano sporca di sangue afghano. Vuole vera indipendenza.
Parlavamo della legittimità che a Doha, gli americani hanno dato ai talebani. L’accordo folle firmato da Pompeo (Trump) lo trovate sotto. Leggetelo altrimenti ve lo sintetizzo io: “Fate i buoni? Me lo promettete? Sicuro? Va bene allora ce ne andiamo”
Non ne ha parlato nessuno ma nella rotta afghana, la CIA ha subito un colpo durissimo. In vista del ritiro, aveva trasferito le sue attività anti-terrorismo nella remota Khowst (zona Haqqani) e fatto costruire un aeroporto internazionale.
Tutto inutile, i talebani non solo hanno preso la provincia (d’intesa con il loro alleato Haqqani) ma hanno anche disarmato la Khowst Protection Force, milizia locale della CIA che in Afghanistan non ha ormai più nemmeno l’orma di un piede.

Fine thread (a breve post su donne). Ho riflettuto a lungo se pubblicare questo video che peró racconta, senza sangue, della disperazione di chi fugge. Facce serene di persone appollaiate su un jet C17 dirette verso la morte non la salvezza. Misura del dramma di un popolo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere