La notizia che Antonio Maria Costa, capo dell’agenzia Onu anti-droga, ha comunicato oggi alla Bbc ha dello straordinario: la produzione annuale di oppio in Afghanistan potrebbe calare drasticamente nel 2010 per via di un fungo che ha attaccato i campi di papavero. Parliamo di una delle piante più resistenti al mondo, non casualmente, adatta all’ambiente semi-desertico dell’Helmand e di Kandahar vista la sua minima necessità di acqua. Non meraviglia il fatto che molti coltivatori ritengano che la micosi (spero sia un termine corretto) in realtà sia una nuova trovata degli occidentali (un tipico “rumor” afghano che Costa smentisce). Secondo la valutazione di inizio anno fatta dalle Nazioni Unite, la produzione nel 2010 sarebbe restata sostanzialmente stabile dopo due anni di calo dovuti a fattori diversi (a cominciare dalla concorrenzialità dei prezzi dei cereali e dalla saturazione del mercato dei narcotici).
Il fungo potrebbe dare una grande mano agli occidentali (un fungo che definirei “allucinogeno” visto che le buone notizie in Afghanistan sembrano ormai allucinazioni), se ovviamente sapranno finalmente passare dalle parole ai fatti nelle politiche di diffusione delle colture alternative a favore di contadini che vivono in un sistema (detto “salam”) di mezzadria semi-feudale e che, quindi, senza oppio non possono pagarsi nè l’affitto della terra nè garantire la sopravvivenza familiare. Allo stesso tempo la riduzione della produzione avrà un effetto da legge economica di base, ovvero l’incremento dei prezzi di mercato – per l’Afghanistan tutto ciò significherà più soldi per la guerriglia ed un nuovo incentivo per gli agricoltori a seminare papavero da oppio. Personalmente ritengo anche che – se la produzione dovesse crollare in maniera consistente, fino al 25% – questa potrebbe essere l’occasione per verificare se davvero i trafficanti hanno o meno le scorte di oppio di cui si parla da anni e che sembrano volatilizzatesi nel nulla. Dopo anni di siccità che hanno giocato contro le politiche anti-oppio degli occidentali (politichè di per sè sbagliate), questa infestazione è finalmente una buona notizia ma se non verrà sfruttata bene si trasformerà in un nuova fonte di odio anti-occidentale.