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Come si promuove una guerra, il mio intervento al festival di Emergency

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Il 7 settembre sono stato ospite del Festival di Emergency a Reggio Emilia, con il formato ormai collaudato di piazza Casotti (un monologo di circa 20 minuti). Di seguito il testo del mio intervento che è stato poi ripreso (nel numero del 14 settembre) dal Fatto Quotidiano, ovviamente (andando a braccio) ci sono delle discrepanze tra il testo scritto e il video e poi la sua versione cartacea. Modifico questo articolo del blog, pubblicando al posto della versione iniziale, quella comparsa su carta stampata. QUI IL LINK AL PEZZO DEL FATTO

La guerra è un prodotto da vendere all’opinione pubblica. Un prodotto difficile perchè la guerra danneggia tutti e fa bene a pochissimi, in primis quelli che hanno incassato i 2400 i miliardi di dollari spesi per le armi nel 2023. Per “piazzarla” alla gente c’è bisogno di bugie.
In una dittatura è molto facile: colpisci un ospedale? era una base militare! Facile perchè il dittatore controlla tutti i mezzi di comunicazione.
In democrazia invece c’è libertà di stampa (negli ultimi anni sempre più apparente) e quindi bisogna costruire una narrazione bellicista. Bisogna convogliare nella stessa direzione il dibattito pubblico fare in modo che non ci sia spazio per opinioni critiche, così da addormentare i dubbi delle persone e convincerle che la guerra sia giusta, necessaria, inevitabile. In questo le parole, soprattutto le parole del giornalismo, hanno un ruolo cruciale.

Omicidio Mirato
Quando un drone dall’alto spara un missile e uccide un presunto terrorista, come ce la raccontano? E’ stato un omicidio mirato. In realtà è solo un omicidio, un’esecuzione senza processo, ma suona meglio così perchè i “nostri” non sono assassini, sono i buoni.
Che poi mirati questi omicidi non lo sono mai se si considera che in 8 conflitti i droni hanno fatto oltre 72mila vittime civili.

Attacco preventivo
“Salve lei è nell’età per uno screening di prevenzione”; “Campagna di prevenzione vaccinale”; “Attacco preventivo di Israele sul Libano” Suona come una cosa buona, peccato che nessuno sottolinei che in una catena di guerra il prima e il dopo si perdano: Chi ha iniziato? Chi ha risposto? Chi ha prevenuto? Tutte balle come quelle che hanno giustificato l’invasione (anch’essa preventiva) dell’Iraq nel 2003. Bilancio: tra i 280 e i 315mila morti.

Operazione
Guerra suona male, magari spaventa i bambini e allora se Putin invade l’Ucraina cos’è se non un’operazione speciale? E la guerra di Israele a Gaza? E’ l’operazione Spada di Ferro. Quella in Cisgiordania? E’ un’operazione anti-terrorismo. Ci vergogniamo di chiamarle guerre ma non di farle.

Su il Fatto Quotidiano
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Un passaggio necessario
Sapete chi ha usato questo frase? Hamas nel definire l’operazione diluvio di Al Aqsa cioè l’attacco del 7 ottobre: 1100 morti, per lo più civili. Una strage definita “un passaggio necessario e una risposta normale”. Si, l’hanno detto sul serio.

Intelligenza
Una parola che ingentilisce ordigni letali trasformandoli in “bombe intelligenti”. Nessuno però ricorda mai che ad usarle sono uomini stupidi. La bomba intelligente colpisce con precisione un bersaglio ma non è detto che sia quello giusto: vittime innocenti, “effetti collaterali”. Adesso di moda va l’intelligenza artificiale come quella del sistema di acquisizione obiettivi israeliano Lavender. Ha ridotto Gaza in macerie, per rimuoverle tutte ci vorranno 10 anni con 100 camion al giorno. Devastazione intelligente?

Insediamenti
Ma se quelli israeliani sono coloni perchè le terre che sottraggono illegalmente ai palestinesi le chiamiamo insediamenti e non colonie? Al riguardo, che fine ha fatto l’assioma invaso-invasore usato dopo il 24 febbraio per stroncare il dibattito sulla pace? Scomparso, forse perché per essere coerenti avremmo dovuto mandare armi ai palestinesi?

Sicurezza
Per che cosa si combattono le guerre? Per le sfere di influenza, per l’energia, a breve per l’acqua. Ma ce la raccontano mai così? No ci dicono che si combatte per la sicurezza come dopo l’11 settembre. Bilancio delle guerre al terrore: 1 milione di vittime dirette cioè da combattimenti e quasi 4 milioni di vittime indirette tra malattie, carestie, distruzione di strutture sanitarie. L’unica sicurezza che genera la guerra è la sicurezza che ci saranno altre guerre.

Oblio
Questa parola non la usiamo, la pratichiamo direttamente. Perchè si parla solo di Ucraina e Medio Oriente e non del conflitto in Sudan con i suoi 10 milioni di sfollati e forse 50mila morti? Perchè non ci interessa cioè non risponde ai nostri interessi. E perchè abbiamo smesso di parlare di Afghanistan o Libia cioè del dopo guerra? Perchè non vogliamo far sapere che in guerra chi rompe non paga, i cocci sono di chi resta cioè delle popolazioni locali.

Buoni e cattivi
I bambini giocano alla guerra ma nessuno spiega loro che quella dei grandi non è un gioco ma solo morte, distruzione, sangue e merda. Se ai bambini chiedi: noi nella seconda guerra mondiale chi eravamo? Ti rispondono: i buoni! Non è vero ma è a suo modo una verità perchè in una guerra “noi” siamo sempre i buoni e gli altri sempre i cattivi. Gli altri si sentono i buoni e dicono di noi che siamo i cattivi. E’ la grande balla della guerra giusta

Difesa
Dovrebbe chiamarsi ministero alla guerra, quello che accumula armi, invece lo chiamiamo “alla difesa” come le forze di difesa cioè l’esercito che ha sfollato l’80% della popolazione di Gaza. L’uccisione di 40mila persone rientra nel diritto alla difesa di Israele?  Quando diremo chiaramente che ciò che si usa per la difesa può essere usato per l’offesa? Che difesa è solo un sinonimo di guerra?

Piove
Avete fatto caso come quando un missile colpisce l’Ucraina i media ci ricordano sempre che è era un missile russo? Giusto, è cronaca. Ma allora perchè a Gaza le persone “muoiono” e non diciamo mai chi le uccide? Perchè “piovono bombe” se le sganciano gli aerei israeliani e non le nuvole? “Cadono bombe”. Prima o poi arriveremo a chiederci come stanno, se dopo la caduta si sono fatte male.

Genocidio
Dopo l’invasione dell’Ucraina, i nostri opinionisti con l’elmetto usavano la parola genocidio ogni tre frasi. Adesso se parli di genocidio in Palestina non conosci il diritto internazionale. Io personalmente mi affido alle decisioni della Corte internazionale di giustizia dell’Onu, vedremo. Intanto la discussione su questa parola diventa un modo per dimenticare la sostanza cioè che è urgente fermare la strage di oltre 40mila civili in stragrande maggioranza donne e bambini cioè non combattenti

Giornalisticidio
Questa parola non la sentite mai o quasi mai. Israele ha ucciso 116 tra giornalisti e operatori dei media mentre impedisce alla stampa internazionale di entrare a Gaza. Non ci devono essere testimoni. Meno male che c’è TikTok! Ah no? Quello dobbiamo chiuderlo perchè è un’arma cinese per manipolare il pubblico occidentale. L’unica disinformazione ammessa è quella nostra.

I nostri valori
Finalmente non finanziamo più un dittatore che organizza elezioni farsa e le vince con quasi il 90%. Basta gas russo. Adesso in linea con i “nostri valori” il gas lo compriamo dall’Algeria dove un dittatore tenuto in sella dall’esercito vince elezioni farsa con il 94%

Nemici e vittime
Il doppio standard è il punto di rottura della narrazione bellicista. L’informazione e la politica si indignano per le azioni del nemico ma condonano l’alleato quando commette gli stessi orrori. Perchè ci siamo, giustamente, indignati per le fosse comuni a Bucha ma non per quelle a Gaza? Perchè senza nemico una guerra non esiste. La narrazione aiuta a “costruirlo”, a renderlo un giorno ridicolo, un giorno pericolosissimo.
Chi chiede pace ed è contro la guerra, non vede né nemici né alleati, sta dalla parte delle vittime, tutte.

Coraggio
In un momento di enorme pericolo per l’umanità, ognuno di noi dovrebbe rivendicare che la pace non è il partito dei deboli. Oggi ci vogliono più forza e coraggio per chiedete pace che per schierarsi, comodamente, con il partito trasversale della guerra

Pirata informatico
Julian Assange per anni è stato chiamato così, un hacker come quelli che rubano i dati delle vostre carte di credito non un giornalista. Deve passare come un cattivo altrimenti come si giustificano 14 anni senza libertà? Assange ha svelato al mondo i crimini di guerra in Iraq e Afghanistan ed è finito in galera. Chi quei crimini di guerra li ha ordinati, George W Bush, si gode il suo ranch in Texas. Tony Blair invece tuona che dobbiamo dare più armi all’Ucraina per bombardare la Russia e che in Afghanistan ce ne siamo andati troppo presto. Solo dopo vent’anni.

Crimini di guerra
Di Putin e Netanyahu si sta occupando la Corte penale internazionale ma avete notato in maniera quanto distorta si usi la parola “crimine di guerra”? Fa sembrare la guerra come un’autostrada, se guidi entro i limiti va tutto bene, se vai oltre i 130kmh sei invece un cattivone. Il termine “crimine di guerra” diventa un modo per separare l’anormalità dentro la normalità. Non è così perchè il primo vero crimine è la guerra stessa.

Su il Fatto Quotidiano
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Nico Piro

Provo a dare voce a chi non ha voce, non sempre ci riesco ma continuo a provarci. Sono un giornalista, inviato speciale lavoro per... continua a leggere