\u00a0 <\/span>viaggiato su pick up delle truppe afghane come un bersaglio mobile; infilato le mani nella stessa ciotola di riso e montone con giornalisti, intellettuali, talebani, tagliagole, trafficanti di pietre preziose e reperti archeologici, infiltrati dei servizi segreti, padri di famiglia, mercenari, guardie private, poliziotti, politici, atleti, medici, infermieri, feriti, rifugiati e aspiranti tali, vedove e orfani di guerra. In una parola con il popolo afghano, che mi ha sempre trattato come uno di loro; di questo privilegio non posso che essere grato al destino. \n \nNUMERI CHIAVE, I FATTI DI CUI PARLIAMO E CHE NON VI HANNO RACCONTATO DI UNA GUERRA DIMENTICATA<\/b><\/p>\nNel 2018 sono stati uccisi 3.804 civili afghani nel corso di combattimenti e attentati, 7.189 i feriti<\/p>\n
Nel primo semestre del 2019, forze governative e bombardamenti americani hanno ucciso pi\u00f9 civili che i talebani e l\u2019ISIS<\/p>\n
Ogni giorno in Afghanistan vengono uccisi almeno 25 tra soldati e poliziotti<\/p>\n
La guerra al terrorismo in Iraq, Afghanistan e Pakistan ha fatto 507mila morti tra il 2001 e il 2018<\/p>\n
Nel 2018 sul Paese caccia, bombardieri e droni americani hanno sganciato 7,362 ordigni, un record storico<\/p>\n
Gli Stati Uniti hanno speso oltre 100 miliardi di dollari per la ricostruzione in Afghanistan, pi\u00f9 che con il piano Marshal per aiutare l\u2019Europa nel dopoguerra<\/p>\n
Nel 2000 in Afghanistan sono stati coltivati circa 82mila ettari a papavero da oppio, sedici anni dopo, nel 2017, si \u00e8 passati a 328mila ettari<\/p>\n
Non solo coltivazione di oppio, nel Paese si raffina sempre pi\u00f9 eroina e si producono metanfetamine a basso costo, mentre la tossicodipendenza sta diventando un\u2019emergenza nazionale<\/p>\n
Nel secondo trimestre del 2019 si sono contati 6,445 EIA (enemy-initiated attacks\u00a0 <\/span>ovvero scontri a fuoco, esplosioni di IED, fuoco indiretto e cos\u00ec via), in media una 70na di attacchi della guerriglia al giorno senza considerare le operazioni avviate dalle forze governative e dagli alleati americani<\/p>\nDopo il ritiro delle truppe occidentali della colazione Isaf a guida Nato nel 2014, restano in Afghanistan 17.148 soldati stranieri per la missione Resolute Support pi\u00f9 almeno seimila militari della missione americana anti-terrorismo Freedom\u2019s Sentinel. \nIn Afghanistan, per l\u2019addestramento delle forze locali, operano circa 1000 soldati italiani<\/p>\n
Non esistono dati certi sulle milizie al servizio della CIA, spesso accusate di esecuzioni sommarie di civili innocenti durante i raid notturni<\/p>\n
L\u2019Afghanistan \u00e8 il Paese pi\u00f9 pericoloso al mondo dove lavorare come giornalista, nel 2018 sono stati uccisi 15 reporter<\/p>\n
Il governo controlla solo il 55% del Paese, i restanti distretti sono sotto controllo talebano oppure \u201ccontesi\u201d tra combattimenti e continui rovesciamenti di fronte<\/p>\n
In Afghanistan, ci sono oltre tre milioni e mezzo di IDP, ovvero di sfollati, profughi interni in fuga dalla guerra: circa il dieci per cento della popolazione<\/p>\n
Gli afghani, dopo i siriani, sono secondi per numero di richieste d\u2019asilo in Europa<\/p>\n
Nell\u2019estate del 2019, dopo mesi di trattative, gli americani sono stati sul punto di firmare la pace con i talebani, di fatto sacrificando il governo \u201cdemocratico\u201d e diciotto anni di campagna sulla libert\u00e0 di stampa, dei diritti delle donne, del diritto al voto<\/p>\n
L’AUTORE \n<\/strong> \nNico Piro\u00a0\u00e8 un inviato speciale della Rai, lavora per il Tg3<\/strong>. Si occupa di crisi e conflitti, tentando di dare voce a chi non ha voce nelle aree pi\u00f9 complesse del pianeta.<\/span> \n<\/strong><\/p>\nDa anni segue l\u2019Afghanistan, Paese dove ha viaggiato in lungo e largo: da solo, con organizzazioni non governative, guerriglia, truppe occidentali, forze di sicurezza locali e, soprattutto, con il popolo afghano. \nNel 2016 ha pubblicato \u201cAfghanistan Missione Incompiuta 2001-2015\u201d. \nPer il suo lavoro ha ricevuto: il Premiolino, il Premio Ilaria Alpi, il Premio Luchetta, il Premio Alberto Jacoviello, il Premio Frajese, il Premio Marco Luchetta, il Premio Giancarlo Siani.<\/p>\n
Si occupa di nuovi linguaggi e strumenti per il giornalismo. Tra le sue opere: \u201cCome si produce un Cd-Rom\u201d (1997, Castelvecchi); \u201cCyberterrorismo\u201d (1998, Castelvecchi) \u201cMojo Mobile Journalism\u201d (Cdg 2018).<\/p>\n
\u00a0<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"Il mio prossimo libro sull’Afghanistan \u00e8 pronto e sta per essere spedito a chi lo ha preacquistato mentre si prepara un lungo book tour in giro per l’Italia (qui per le prima date). Nell’attesa che arrivino le prime copie dalla tipografia vi anticipo il titolo e altre informazioni utili: CORRISPONDENZE AFGHANE Storie e persone in […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[110,237,303,479,543,849,959,1081,1083,1288,1306,1547,1860,1878,1942,1943],"yoast_head":"\n
Corrispondenze Afghane - Il libro - Nico Piro<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n