{"id":9235,"date":"2019-09-30T13:48:38","date_gmt":"2019-09-30T11:48:38","guid":{"rendered":"https:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=9233"},"modified":"2019-09-30T13:48:38","modified_gmt":"2019-09-30T11:48:38","slug":"elezioni-afghane-un-fallimento-annunciato-e-il-peggio-deve-ancora-venire","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2019\/09\/30\/elezioni-afghane-un-fallimento-annunciato-e-il-peggio-deve-ancora-venire\/","title":{"rendered":"Elezioni Afghane, un fallimento annunciato (e il peggio deve ancora venire)"},"content":{"rendered":"
Come ampiamente previsto, le elezioni presidenziali afghane sono state un fallimento. Non in termini di sicurezza, i bilanci (provvisori) parlano di cinque vittime nella giornata del voto che – considerando il livello usuale di violenze in Afghanistan – \u00e8 un dato di successo, se non fosse che un morto \u00e8 sempre uno di troppo.
\nIl fallimento \u00e8 politico e purtroppo il peggio deve ancora venire. Vediamo perch\u00e8.
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\nDopo anni in cui hanno sfidato rischi, violenze e brogli, gli afghani questa volta non si sono presentati in massa alle elezioni anzi hanno fatto registrate l’affluenza pi\u00f9 bassa dal 2001 (circa il 25% degli aventi al voto).
\nPersonalmente l’avevo previsto, non era difficile sulla base di due elementi che ho avuto la fortuna di toccare con mano, sul campo:
\n– Gli afghani hanno definitivamente perso fiducia nel processo democratico dopo il tracollo della macchina elettorale\u00a0alle parlamentari del 2018, tra mancato funzionamento dell’identificazione biometrica, sette mesi per avere i risultati finali, la condanna giudiziaria dei vertici della commissione indipendente per le elezioni
\n– I mesi trascorri ad aspettare notizie sul processo di pace, hanno cristallizzato l’idea di un governo debole, messo a bordo campo dagli americani, sbeffeggiato dai talebani, insomma una causa persa a cui non dedicare pi\u00f9 nemmeno un minuto.<\/p>\n
In quanto al mondo politico, nessuno voleva andare al voto, salvo\u00a0il presidente Ghani ha insistito, con una cieca testardaggine.
\nGhani ha cercato la riconferma ma anche di sbarazzarsi della difficile co-abitazione con Abdullah Abdullah; una coabitazione imposta da John Kerry nel 2014 quando il Paese era precipitato nello stallo politico con Ghani e Abdullah a scambiarsi accuse di ogni genere reclamando la vittoria.
\nPerch\u00e8 sarebbe stato opportuno non votare? Perch\u00e8 per mesi i “Doha’s rounds” (le trattative di pace tra americani e talebani) hanno fatto passi in avanti, tutti hanno scommesso sul successo – ormai a portata di mano – dei colloqui. Era evidente che in caso di firma di un accordo di pace, le elezioni sarebbero state rinviate per poter dar modo ai talebani di entrare in un governo di transizione. Quando tutto \u00e8 saltato mancavano venti giorni al voto, i (pochi) manifesti elettorali a Kabul sono stati affissi all’ultimo minuto, segno che ormai nessuno – tranne Ghani – voleva spendersi (e spendere) in una campagna elettorale inutile.<\/p>\n
Perch\u00e8 il peggio deve ancora venire? Perch\u00e8 ci vorranno mesi (quanti?) per conteggiare i voti, poi partir\u00e0 il gioco dello scambio di accuse di brogli (del resto il sistema \u00e8 pieno di falle) fino ad arrivare ad uno stallo. A quel punto, gli americani cosa faranno? Si occuperanno come fece Kerry di una soluzione? Se si quale? Pro Abdullah o, di nuovo, a favore di Ghani? Oppure molleranno definitivamente la presa. Insomma davanti a noi ci sono mesi di giri di giostra. I relativi scossoni investiranno questa volta, al contrario del 2014, un apparato politico-statale debole come non mai e a rischio di collassare mentre gli afghani ormai faticano a distinguere la democrazia come valore dalla democrazia messa in pratica nel loro Paese. Sono pronti a buttar via entrambi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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