{"id":8388,"date":"2018-07-20T13:51:59","date_gmt":"2018-07-20T11:51:59","guid":{"rendered":"https:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=8388"},"modified":"2018-07-20T13:51:59","modified_gmt":"2018-07-20T11:51:59","slug":"perche-un-crowdfunding-piccola-guida-al-finanziamento-della-folla","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2018\/07\/20\/perche-un-crowdfunding-piccola-guida-al-finanziamento-della-folla\/","title":{"rendered":"Perch\u00e8 un crowdfunding? Piccola guida al \u201cfinanziamento della folla\u201d"},"content":{"rendered":"
Scrivo questo post per mettere a disposizione la mia esperienza personale di chi \u00e8 interessato ad usare strumenti di CF. Tre anni dopo mi ritrovo a condurre un\u2019altra campagna di crowdfunding per l\u2019uscita di un secondo libro che riprende il discorso da dove si era interrotto con il primo volume, non a caso, il titolo provvisorio \u00e8 \u201cAfghanistan Missione Incompiuta – Parte Seconda\u201d. \u2028L\u2019obiettivo \u00e8 raccontare la situazione attuale nel Paese, sempre pi\u00f9 grave dopo il ritiro occidentale, partendo da un\u2019inchiesta sul campo. \u2028Tre anni dopo le cose non sono cambiate di molto. Mi sono bastati pochi \u201csondaggi\u201d per capire che se l\u2019editoria italiana non \u00e8 interessata a parlare di crisi lontane, tanto meno ci sono – letteralmente esistono – soggetti interessati a finanziare inchieste del genere (all\u2019estero, non in Italia, operano fondazioni e \u201cfondi\u201d proprio allo scopo di sostenere questi prodotti giornalistici). \u2028Ho capito cos\u00ec che – crisi o non crisi – in Italia l\u2019unico modo per sostenere progetti del genere sia l\u2019auto-finanziamento grazie al tuo pubblico, a chi apprezza il tuo modo di lavorare, a chi \u00e8 interessato a certi temi spesso per i motivi pi\u00f9 diversi. Il crowdfunding da rimedio in tempo di crisi, \u00e8 diventato ormai una necessit\u00e0.\u2028\u2028<\/strong><\/p>\n
\nSe questi consigli vi saranno stati utili, prendete in considerazione di partecipare e sostenere il mio progetto di crowdfunding Afghanistan Missione Incompiuta – Parte Seconda<\/a><\/i><\/p>\n
\nNel 2015 ho lanciato il mio primo crowdfunding , un meccanismo all\u2019epoca (si solo tre anni fa, sono ormai un\u2019epoca!) molto popolare negli Stati Uniti ma meno in Italia. Negli Usa il crowdfunding si era allargato dal settore tecnologico – dov\u2019era sostanzialmente nato per sostenere progetti di nicchia, progetti innovativi o troppo innovativi per essere presi in considerazione dalle grandi aziende – alla cultura e al giornalismo\/fotogiornalismo, dove sempre pi\u00f9 idee restavano su carta per mancanza di risorse.
\nNel 2015 avevo pensato al crowdfunding – con Francesco Mizzau di Minatori Digitali – per via del transito ininterrotto da editore ad editore di un mio \u201cagile\u201d manoscritto, circa 650 cartelle sulla guerra in Afghanistan. Un lavoro accolto a volte dal silenzio, altre da imbarazzati commenti sul numero di pagine (sintetizzabili in \u201coltre le 200, i librai ormai dicono no\u201d), pi\u00f9 spesso da complimenti – credo – sinceri. Comunque sia, a mettere d\u2019accordo tutti sul fatto che quel libro non dovesse essere pubblicato era la \u201ccrisi\u201d, il fatto che si vendessero sempre meno libri. Tra l\u2019altro la fine di tante case editrici – mi confessava un editor – aveva ingolfato di proposte le scrivanie di quelle sopravvissute alla chiusura, quasi impossibile farsi notare figurarsi su un tema come la guerra in posto lontano.\u2028\u2028Non volevo arrendermi all\u2019idea che la crisi abbassasse l\u2019asticella dei contenuti lasciando porte delle librerie aperte solo a storie d\u2019amore, ricette e viaggi. N\u00e8 volevo arrendermi all\u2019oblio che calava sulla \u201clunga guerra\u201d, persino pi\u00f9 lunga del Secondo conflitto mondiale, combattuta dall\u2019Occidente, e sulla crisi in Afghanistan.
\nPer me, il crowdfunding \u00e8 stata una necessit\u00e0.<\/p>\n