{"id":778,"date":"2010-04-10T18:07:24","date_gmt":"2010-04-10T16:07:24","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=778"},"modified":"2010-04-10T18:07:24","modified_gmt":"2010-04-10T16:07:24","slug":"emergency-fermati-tre-medici-in-afghanistan","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2010\/04\/10\/emergency-fermati-tre-medici-in-afghanistan\/","title":{"rendered":"Emergency: fermati tre medici in Afghanistan"},"content":{"rendered":"
<\/div>\n
\"Emergency\"<\/a>
Emergency in Afghanistan<\/figcaption><\/figure>\n

Secondo \u00a0quanto riferisce Maso Notarianni di PeaceReporter<\/strong>, stamane uomini dell’NSD (il National Security Directorate – i servizi segreti afghani) con il supporto di personale Isaf sono entrati nell’ospedale di Emergency a Lashkar Gah fermando tre medici italiani e sei membri dello staff locale. Secondo il governatore della provincia (sentito dall’AP e da altre agenzie internazionali), durante l’operazione sono state trovate munizioni e cinture esplosive, in pratica i fermati sono sospettati di aver favorito kamikaze e specificamente – secondo quanto riferisce lo stesso governatore Gulab Mangal\u00a0– di aver favorito un complotto ai suoi danni. Una notizia che ha dell’incredibile se si considera – al di l\u00e0 di tutto – che Emergency \u00e8 un’organizzazione umanitaria e non violenta e che, per esempio, non ha sorveglianza armata delle proprie strutture, negli ospedali come sui mezzi di Emergency non pu\u00f2 entrare personale armato. Tutta la vicenda \u00e8 comunque ancora molto confusa e poco chiara. La Nato – secondo fonti di stampa – ha smentito di aver partecipato all’operazione che sarebbe stata tutta afghana, com’\u00e8 di solito avviene in casi del genere.
\nDi chiaro c’\u00e8 solo una cosa, come ai tempi del dopo-Mastrogiacomo, \u00e8 scoppiata una “grana” molto grossa che potrebbe trascinarsi a lungo anche perch\u00e8 si parla di un’accusa gravissima e comunque sia, come tanti episodi in Afghanistan, destinata a lasciarsi dietro dubbi e sospetti in un’atmosfera nebulosa.
Da RaiNews24 ecco le immagini diffuse dai circuiti internazionali sul blitz nell’ospedale, nelle immagini si vedono chiaramente<\/a> i soldati Isaf (britannici, chiaramente non forze speciali, apparentemente membri della TF Helmand) all’interno dell’ospedale, uno di loro – lo si sente nel video -spiega agli agenti dell’ANP che sta per arrivare il team di bonifica ordigni esplosivi per quelli rinvenuti nel deposito della struttura. Inizialmente avevo pensato che la smentita di Isaf fosse stata motivata dall’intervento di forze speciali Usa (che non sono sotto il comando Isaf) ma dalle immagini si vede chiaramente la sola presenza di militari dell’esercito di Londra – anche se non \u00e8 chiaro quanto dopo il blitz vero e proprio siano state girate le immagini. I dettagli in casi del genere e in Afghanistan, in particolare, sono fondamentali per comprendere il quadro generale.<\/p>\n

Intanto sono stati diffusi<\/strong> i nomi dei tre italiani coinvolti: l’infermiere Matteo Dell’Aira, coordinatore medico dell’ospedale, il chirurgo bresciano Marco Garatti e Matteo Pagani, tecnico della logistica.\u00a0Ecco il comunicato di Emergency<\/a>. Domenica la conferenza stampa di Gino Strada.<\/span><\/strong><\/p>\n

Di sotto copio&incollo<\/strong> da un pezzo di Repubblica.it una sintesi sulla posizione della Farnesina che mi sembra prenda le distanze da tutta la vicenda, assumendo una posizione molto cauta:<\/p>\n

La precisazione della Farnesina.<\/em><\/strong> Il ministero degli Esteri conferma la notizia, aggiungendo che il ministro Franco Frattini sta seguendo gli sviluppi della vicenda in stretto raccordo con l’ambasciata italiana a Kabul e le autorit\u00e0 locali. In attesa di poter conoscere la dinamica dell’episodio e le motivazioni dei fermi, il governo italiano ribadisce la linea di assoluto rigore contro qualsiasi attivit\u00e0 di sostegno diretto o indiretto al terrorismo, sia in Afghanistan cos\u00ec come altrove.
\nLa Farnesina precisa tuttavia che “I medici italiani in stato di fermo lavoravano in una struttura umanitaria non riconducibile n\u00e8 direttamente n\u00e8 indirettamente alle attivit\u00e0 finanziate dalla cooperazione italiana”. <\/em>
\n
\nL’ospedale di Emergency a Lashkar Ga<\/strong>h<\/strong>, capitale della provincia di Helmand (leggi roccaforte talebana e capitale mondiale dell’oppio) \u00e8 in “primo piano” da settimane perch\u00e8 ha tenuto alta l’attenzione sulle vittime civili dell’operazione Moshtarak a Marjah in febbraio, ricevendo una grande copertura mediatica internazionale (ecco alcune delle testimonianze diffuse, in quei giorni,
dallo staff dell’ospedale<\/a>). Alias l’unico modo, all’epoca, per molti giornalisti per vedere e raccogliere le storie dei feriti \u00e8 stato visitare l’ospedale dell’organizzazione di Gino Strada (vedi qui il report di Al Jazeera girato in quei giorni<\/a>). C’\u00e8 anche da dire che la linea di Emergency \u00e8 sempre stata molto chiara su un punto, ovvero: offriamo assistenza sanitaria a tutti, senza chiedergli da che parte stanno, compresi presunti “talebani”. Non \u00e8 escluso che fatti del genere possono aver contribuito a rendere tesi i rapporti con le autorit\u00e0 locali. Non vorrei sbilanciarmi in previsioni ma questa storia potrebbe diventare una seria ipoteca sulla permanenza di quell’ospedale – pur cos\u00ec importante per la popolazione – nella capitale dell’Helmand.<\/p>\n

Ho trovato in circuito<\/strong> (non riesco a citarne la fonte e me ne scuso) questa intervista al generale Fabio Mini, militare in pensione che \u00e8 anche un acuto e coraggioso commentatore, mi sembra molto interessante. Eccola:<\/p>\n

Emergency e’ diventata, soprattutto<\/em><\/span> <\/em>dopo il sequestro di Daniele Mastrogiacomo, un’organizzazione<\/em><\/span> <\/em>“scomoda e sgradita a molti” in Afghanistan. “Anche in ambito<\/em><\/span> <\/em>Isaf aleggia il sospetto che l’associazione di Gino Strada dia<\/em><\/span> <\/em>manforte ai talebani”, ha spiegato il generale Mini, “da tempo<\/em><\/span> <\/em>sull’organizzazione e’ calata la mannaia del sospetto “. Per il<\/em><\/span> <\/em>generale Fabio Mini, ex comandante della forza multinazionale<\/em><\/span> <\/em>Nato in Kosovo (Kfor), l’irruzione nell’ospedale di Emergency a<\/em><\/span> <\/em>Lashkar Gah dei servizi afghani e dell’Isaf per prelevare<\/em><\/span> <\/em>quattro medici -tra cui tre italiani- puo’ avere due chiavi di<\/em><\/span> <\/em>lettura. “O si tratta di un controllo che l’Isaf sta facendo su<\/em><\/span> <\/em>tutte le organizzazioni non governative”, ha spiegato il<\/em><\/span> <\/em>generale Mini, “e allora si potrebbe parlare quasi di<\/em><\/span> <\/em>‘routine’, anche se in questo tipo di operazioni mai si arresta<\/em><\/span> <\/em>o preleva qualcuno; oppure sono i servizi segreti afghani che,<\/em><\/span> <\/em>a causa dei vecchi sospetti di collusione di Emergency con i<\/em><\/span> <\/em>talebani e probabilmente disponendo di informazioni mirate,<\/em><\/span> <\/em>vogliono dare un giro di vite contro l’azione sgradita di chi<\/em><\/span> <\/em>cura i feriti senza chiedere la carta d’identita’ e senza<\/em><\/span> <\/em>schierarsi”. Secondo Mini si tratta comunque di<\/em><\/span> <\/em>“un’intimidazione”. Emergency, ha sottolineato l’ex comandante<\/em><\/span> <\/em>di Stato maggiore delle forze Nato del sud Europa, “e’<\/em><\/span> <\/em>scomodissima: e’ il ‘cattivo’ modello di quello che puo’<\/em><\/span> <\/em>funzionare quando parli con il nemico, e in Afghanistan queste<\/em><\/span> <\/em>cose non si possono sentir dire, nonostante le aperture di<\/em><\/span> <\/em>Obama”<\/em><\/span><\/p>\n

<\/em><\/p>\n

Il riferimento di Mini <\/strong>\u00e8 alla vicenda di Ramatullah Hamefi, mediatore del sequestro Mastrogiacomo e collaboratore di Emergency a Lashkar Gah, arrestato dopo la (tragica per il giornalista afghano Ajmal Nashbandi) conclusione del sequestro.<\/span><\/em><\/p>\n

<\/em><\/p>\n

Da quanto si legge sul NY Time<\/strong>s (qui il link<\/a>), in pratica – secondo gli investigatori – il piano sarebbe stato quello di un primo attentato in un luogo molto affollato, a seguire un secondo attentato durante la (prevedibile) visita del governatore ai feriti in ospedale per ucciderlo, colpendolo in uno dei rari momenti in cui non \u00e8 “blidantissimo”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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