{"id":662,"date":"2010-02-20T17:02:36","date_gmt":"2010-02-20T15:02:36","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=662"},"modified":"2010-02-20T17:02:36","modified_gmt":"2010-02-20T15:02:36","slug":"cosa-sta-succedendo-davvero-a-marja","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2010\/02\/20\/cosa-sta-succedendo-davvero-a-marja\/","title":{"rendered":"Cosa sta succedendo davvero a Marja?"},"content":{"rendered":"
Mentre il governo olandese implode<\/strong>, diviso sul prolungamento della missione nella provincia di Uruzgan<\/a>, (a riprova di quanto destabilizzante continua ad essere – come \u00e8 sempre stato da secoli – l’epicentro afghano anche a migliaia di chilometri di distanza) \u00e8 scomparsa dai “radar” – in particolare dei media italiani – l’operazione “insieme” a Marja. Operazione chiave per riportare sotto controllo la roccaforte talebana dell’Hellmand e rimediare agli errori commessi sin’ora\u00a0 (nell’area vive il grosso della popolazione dell’Hellmand ed era governata dai talebani…incredibile, no? come chiedere la lealt\u00e0 degli afghani al governo afghano se quel governo non l’hanno mai visto e in “municipio” c’\u00e8 un governatore talebano!). Fermo restando che in ballo<\/strong> non c’\u00e8 una vittoria militare (il “take&clear” dei marines) perch\u00e8 \u00e8 scontata quella occidentale, ma il vero punto sar\u00e0 l’ “hold” ovvero il tenere le posizioni e vincere il supporto della popolazione locale senza il quale i talebani torneranno e presto, per questo la definivo qualche giorno fa la non-battaglia di Marja. Bisognava evitare – come sembrava anche dai titoli dei media – che la gente a casa pensasse che si era arrivati ad una specie di mezzogiorno di fuoco, dove chi spara per primo vince. In Afghanistan le cose non sono mai andate cos\u00ec ed a Marja alle difficolt\u00e0 tipiche del contesto afghano si sta aggiungendo un tocco di “urban warfare”, di combattimento in ambiente urbano con trappole esplosive, cecchini che sparano non sai da dove, imboscate tra terrazzi e case (che siano o meno abitate da civili).<\/p>\n In termini strettamente bellici una settimana dopo l’inserimento <\/strong>delle prime compagnie di marines arrivate in elicottero e il successivo arrivo di colonne meccanizzate, le cose non stanno andando benissimo e come scrivevo nel post precedente si conferma che l’operazione \u00e8 destinate ad andare lentamente ed a durare a lungo. Ovviamente sui tv, radio e giornali (in particolare italiani, con qualche eccezione) non se ne parla pi\u00f9 e magari a casa la gente pensa che sia tutto finito. Ma vediamo il punto ufficiale (solitamente cauto come tutti i bollettini del genere) sulla situazione, secondo l’Isaf: “Fighting remains difficult in the northeast and west of Marjeh, but insurgent activity is not limited to those areas”.
\nDa questo punto di vista, l’operazione Mushtarak \u00e8 decisiva per l’andamento di tutta la missione Isaf.<\/p>\n
\nIn pratica la situazione \u00e8 difficile e pi\u00f9 passa il tempo pi\u00f9 la popolazione locale perde la pazienza e non pu\u00f2 tornare alla propria vita quotidiana, un fattore che rende pi\u00f9 difficile il dopo-combattimenti. Nonostante il comunicato Nato annunci l’arrivo della polizia afghana (ANP) nel distretto e l’attivazione del programma “Cash for Work”, ovvero di “reintegrazione” per i guerriglieri al quale avrebbero gi\u00e0 aderito in duemila (?!) nel distretto di Nad-e-Ali.
\nPer capire la cornice dell’operazione, e sul suo valore di “offensiva mediatica” e di “guerra percepita”, c’\u00e8 questo articolo da Washington del New York Times.<\/a><\/p>\n