{"id":644,"date":"2010-02-01T00:15:29","date_gmt":"2010-01-31T22:15:29","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=644"},"modified":"2010-02-01T00:15:29","modified_gmt":"2010-01-31T22:15:29","slug":"dopo-londra","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2010\/02\/01\/dopo-londra\/","title":{"rendered":"Dopo Londra…"},"content":{"rendered":"
Non \u00e8 possibile sapere<\/strong> quali effetti concreti produrr\u00e0 la Conferenza di Londra, ma quella del 28 gennaio verr\u00e0 ricordato come l’incontro diplomatico pi\u00f9 produttivo sull’Afghanistan dai tempi di quella di Bonn. Segnato da un senso di urgenza e dalla necessit\u00e0 di trovare una via di uscita, la conferenza si \u00e8 conclusa con l’accordo su alcuni punti chiave (vedi qui il documento finale<\/a>).<\/p>\n Non sono stati raccolti i 500 milioni di dollari <\/strong>(si \u00e8 arrivati a circa 170) chiesti da Karzai per il suo fondo per la “reintegrazione”, ovvero (vedi un post di questo blog) “comprarsi” un po’ di talebani (comandanti di medio livello e “soldati semplici”) offrendo loro lavoro e una sistemazione (corregendo gli errori del fallimentare programma di riconciliazione nazionale svolto sin’ora senza risultato) ma il fondo \u00e8 stato istituito lo stesso, sotto il nome di “Peace and Reintegration Trust Fund”. Gli americani ne stanno fuori ma i comandanti militari sul campo saranno dotati di fondi allo stesso scopo. Si \u00e8 deciso, inoltre, di organizzare (in primavera?) una Grand Peace Jirga a Kabul. Da questo articolo del NY Times si capisce<\/a> che nel suo appello (\u201cWe must reach out to all of our countrymen, especially our disenchanted brothers\u201d) Karzai sia andato un po’ oltre l’accordo preso con gli Stati Uniti (che trattare vogliono ma non possono scoprirsi troppo sul fronte interno, quello delle critiche Repubblicane) azzardando l’idea della conferenza di pace a Kabul. In realt\u00e0, sul fronte delle trattative (tentate ormai da un paio di anni) <\/strong>ci sono gi\u00e0 un paio di novit\u00e0: un incontro a fine gennaio alle maldive (protagonisti gli uomini di Heckmatyar) e uno l’8 gennaio (smentito dai talebani) a Dubai tra l’inviato dell’Onu, Kei Eide, di ritorno da New York, e i talebani stessi. E’ stato gi\u00e0 chiarito che il mullah Omar non verr\u00e0 tolto dalla “lista nera” degli americani (la linea di demarcazione per evitare di dire che gli ultimi nove anni di guerra sono stati inutili \u00e8 non trattare con talebani e afghani in genere coinvolti con Al Qaeda). Secondo il britannico The Guardian, il leader talebano Mullah Omar<\/a> sarebbe per\u00f2 pronto a rompere i rapporti con il network terroristico e i combattenti stranieri “di” Bin Laden. <\/strong>Se su Hekmatyar (possibilista sulle trattative e “sensibile” ai soldi) il discorso da fare \u00e8 ben diverso, sui talebani la vicenda delle trattative \u00e8 ben complessa. <\/strong>I talebani <\/strong>potrebbero accettare solo se hanno la stessa percezione delle truppe occidentali, ovvero che si combatte, si continua a combattere ma non si vince, perch\u00e8 nessuno pu\u00f2 vincere – altrimenti, se sentono di poter vincere, perch\u00e8 dovrebbero trattare? Inoltre il grosso problema \u00e8 la mancanza di una leadership unica sul fronte talebano. La conferenza ha poi trattato anche altri due punti: <\/strong>il passaggio dalla fine del 2010 di alcune province sotto il controllo dell’ANA-ANP, ovvero delle forze di sicurezza locali (il famoso processo di afghanizzazione del conflitto) e una serie di attivit\u00e0 anti-corruzione, a cominciare dall’istituzione di un’autorit\u00e0 indipendente che intervenga sul fenomeno sul quale hanno battuto di recente, e non poco, gli Stati Uniti. Un quarto del prodotto interno lordo afghano finisce in mazzette, secondo uno studio Onu pubblicato da poco<\/a>. Non \u00e8 possibile sapere quali effetti concreti produrr\u00e0 la Conferenza di Londra, ma quella del 28 gennaio verr\u00e0 ricordato come l’incontro diplomatico pi\u00f9 produttivo sull’Afghanistan dai tempi di quella di Bonn. Segnato da un senso di urgenza e dalla necessit\u00e0 di trovare una via di uscita, la conferenza si \u00e8 conclusa con l’accordo su alcuni […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[110,176,457,787,849,1015,1260,1288,1310,1350,1358,1359,1500,1547,1669,1860],"yoast_head":"\n
\nChiamati in causa come canali di mediazione, i canali di sempre: quelli attraverso i quali sono arrivati milioni di dollari alla guerriglia anti-sovietica e che hanno contribuito a creare il fenomeno dei talebani – leggi Arabia Saudita e Pakistan. Assente al summit (ed \u00e8 un danno alle strategie di pace) il sempre pi\u00f9 isolato Iran, che non si \u00e8 presentato a Londra come aveva fatto a Trieste facendo di fatto naufragare parte del summit dei ministri degli esteri del G8, nel giugno scorso.<\/strong><\/p>\n
\nAltro aspetto da considerare \u00e8 la possibile reazione dei tagiki (e delle donne, con ricaduta sui pi\u00f9 sensibili alleati internazionali). Insomma se l’accordo si dovesse mai fare con i talebani (prevalentemente pasthu) e li si reintegra <\/strong>nella vita politica afghana qualcosa nella costituzione dovr\u00e0 cambiare ovviamente in senso <\/strong>restrittivo, islamista, e questo potrebbe portare ad una nuova lacerazione nel paese con scenari da guerra civile. <\/strong>Secondo stime Nato, citate dall’AP, nel 2004 in Afghanistan c’erano solo 400 talebani, oggi sarebbero 30.000.<\/p>\n
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\nA proposito, che ci sia bisogno di pace ce l’hanno ricordato i numeri,<\/strong> poco dopo la conferenza di Londra. Gennaio \u00e8 stato il mese peggiore dall’inizio del conflitto (2001) per le truppe occidentali, 44 le vittime in totale, e pensare che con le elezioni di agosto – secondo le stime – si sarebbe toccato l’apice in termini di scontri e vitime, seguito – si ipotizzava – da un decremento. Per i numeri sulle vittime militari in Afghanistan vedi qui<\/a>. Secondo l’onu, i morti civili nel 2009 sono stati 2412.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"