{"id":636,"date":"2010-01-28T02:38:21","date_gmt":"2010-01-28T00:38:21","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=636"},"modified":"2010-01-28T02:38:21","modified_gmt":"2010-01-28T00:38:21","slug":"talebani-declassificati-e-talebani-scrittori","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2010\/01\/28\/talebani-declassificati-e-talebani-scrittori\/","title":{"rendered":"Talebani declassificati e talebani scrittori"},"content":{"rendered":"
Inizia <\/strong>la conferenza di Londra, un appuntamento decisivo per il (faticoso ed incerto) futuro della strategia occidentale in Afghanistan, una guerra (o se volete una missione) sempre pi\u00f9 impopolare in America; per non parlare dell’Europa dove lo \u00e8 sempre stata. In questi mesi, segnati dalla decisione di Obama di rafforzare la strategia civile (“ricostruzione” a cominciare dall’agricolutra) ma soprattutto di mandare pi\u00f9 truppe in campo secondo la dottrina McChrystal, si \u00e8 lavorato ad un punto d’accordo con gli alleati europei, il cui contributo \u00e8 necessario non solo in termini numerici (o meglio di piazzamento sul territorio afghano) ma anche in termini politici per dare corpo al concetto che la Casa Bianca ha ripetuto a lungo ai propri elettori; ovvero che quella in Afghanistan non \u00e8 una guerra solo americana ma di tutto il mondo occidentale.<\/p>\n In pratica il punto d’accordo<\/strong> trovato con gli alleati europei \u00e8 quello di aumentare le truppe <\/strong>(dopo oltre un anno di tira e molla, la Germania ha appena deciso un aumento di 500 unit\u00e0 – la Francia non mander\u00e0 altre unit\u00e0 combattenti ma non esclude l’invio di unit\u00e0 aggiuntive – l’Italia \u00e8 da tempo il paese che ha dato la risposta pi\u00f9 chiara alla richiesta americana con 1000 effettivi in pi\u00f9) ma iniziando, in contemporanea, a parlare di ritiro. Insomma la stessa cosa che ha fatto Obama annunciando aumento delle truppe e ritiro dal (sottolineo dal non nel) 2011 – data per giunta parzialmente smentita da molti a cominciare dal segretario alla difesa Gates.<\/p>\n Non casualmente ospitata dal paese <\/strong>che pi\u00f9 di tutti soffre l’impegno afghano (destinato a lasciare strascichi di anni in un Regno Unito gi\u00e0 piegato dalla crisi), la Conferenza di Londra sar\u00e0 dedicata soprattutto al tema della pace. Al centro del dibattito ci sar\u00e0 la strategia di reintegrazione (vedi un post di questo blog<\/a>), in qualche modo “sacramentata” da un’intervista del generale McChrystal di pochi giorni fa al Financial Times<\/a>. E’ in questo quadro che va inserita la decisione di oggi delle Nazioni Unite di eliminare dalla lista delle sanzioni (una sorta di black list post-11 settembre) cinque esponenti dell’ex-regime talebano che non oggi non combattono ma (aggiungiamo noi) sarebbero molto utili per condurre trattative e in parte vi sono gi\u00e0 stati coinvolti (in particolare Mutawakil). Ecco chi sono:<\/p>\n Speriamo che non facciano<\/strong> la fine di quegli esponenti (ex-)talebani, sin’ora ospitati dal governo di Kabul e tenuti sostanzialmente a bagnomaria, “inutilizzati” nonostante possano essere utilissimi. Tra loro c’\u00e8 un talebano di primo piano, ambasciatore in Pakistan e vero portavoce del regime (vedi l’annuncio che Bin Laden non sarebbe stato consegnato agli americani). Ho incontrato Abdul Salam Zaeef nel 2007 (poco pi\u00f9 di una anno dopo il suo rilascio da Guantanamo), alla periferia di Kabul dove vive sotto-protezione o agli arresti domiciliari (come al solito in Afghanistan \u00e8 sempre complesso capire le cose). In una breve intervista (non l’unica n\u00e8 la prima concessa ad i media internazionali, la prima ad una tv italiana) in pratica deline\u00f2 tutti i temi della possibile pace con i talebani, idee generali di cui oggi si torna a parlare ma ignorate a lungo. Inizia la conferenza di Londra, un appuntamento decisivo per il (faticoso ed incerto) futuro della strategia occidentale in Afghanistan, una guerra (o se volete una missione) sempre pi\u00f9 impopolare in America; per non parlare dell’Europa dove lo \u00e8 sempre stata. In questi mesi, segnati dalla decisione di Obama di rafforzare la strategia civile (“ricostruzione” a […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[25,83,87,88,110,457,680,849,1096,1156,1229,1288,1310,1349,1547,1718,1830,1860,1896],"yoast_head":"\n\n
\nL’anno scorso Zaeef ha avuto un altro momento di popolarit\u00e0 mediatica grazie alla sua passione per l’iPhone ma in realt\u00e0 ha passato gli ultimi due anni a scrivere. Anche per questo non vedo l’ora di mettere le mani sul suo libro “my life with the Taliban” (“La mia vita con i Talebani”). In uscita il primo febbraio<\/a>, con un operazione di promozione notevole e con importanti editori alle spalle. Il suo primo libro “una fotografia di Guantanamo” – per quanto mi risulti – \u00e8 uscito solo in pasht\u00f9.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"