{"id":581,"date":"2009-12-14T02:38:44","date_gmt":"2009-12-14T00:38:44","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=581"},"modified":"2009-12-14T02:38:44","modified_gmt":"2009-12-14T00:38:44","slug":"la-guerra-in-giusta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2009\/12\/14\/la-guerra-in-giusta\/","title":{"rendered":"La guerra in-giusta"},"content":{"rendered":"
Non sono tra quelli che ironizzano sull’assegnazione di un premio Nobel per la Pace ad un presidente di guerra<\/strong> qual \u00e8 ormai a tutti gli effetti Obama, ma sono rimasto molto perplesso dalla scelta del presidente americano di avventurarsi – nel suo discorso alla cerimonia di consegna del premio – nella teorizzazione di una guerra giusta. Perplesso, non solo perch\u00e8 gli \u00e8 mancata l’originalit\u00e0. Obama ha circoscritto<\/strong> il campo della guerra “giusta” al conflitto con questi requisiti: ultima risorsa o conflitto di auto-difesa, uso proporzionale della forza e , quando possibile, conflitto capace di risparmiare i civili. Sono obiettivamente paletti molto stretti ma io personalmente avrei preferito che si partisse dall’ammissione che ogni guerra \u00e8 strutturalmente ingiusta. Al massimo ci possono essere guerre giustificate o giustificabili; altre invece sono assurde, ovvero giustificabili solo in privato (come quella in Iraq, fatta e\/o per il petrolio e per il desiderio di Bush figlio di rivalsa sul padre) mentre in pubblico vengono motivate con precarie bugie (le armi di distruzione di massa, le hanno trovate poi?) o grida che coprono la ragione e le ragioni.<\/p>\n La guerra \u00e8 strutturalmente<\/strong> ingiusta perch\u00e8 \u00e8 inevitabile che anche solo una famiglia venga macellata da un proiettile di mortaio caduto nel posto sbagliato o che un bambino venga uccisa perch\u00e8 l’auto di suo padre si \u00e8 avvicinata troppo ad un convoglio militare o che anche un solo soldato vada a morire per pagarsi il mutuo di casa o che un disperato si faccia esplodere per lasciare mille dollari ai parenti. E la guerra in Afghanistan con il suo inaccettabile tributo di civili, con la sua inestricabile spirale violenta da manuale della guerriglia, con la morte che arriva inaspettata in posti che non sono un campo di battaglia…beh, il conflitto in Afghanistan \u00e8 un monumento alla naturale ingiustizia della guerra che non \u00e8 mai come ce l’immaginiamo, lo scontro epico tra gruppi di guerrieri, ma \u00e8 un casino nel quale spesso non si riesce a vedere la porta d’uscita. Obama ha ammesso l’inevitabilit\u00e0 delle guerre,<\/strong> almeno in attesa della prossima kennedyana evoluzione istituzionale e sociale. Per il resto<\/strong>, entrando nel merito del premio,\u00a0<\/strong><\/strong>francamente non penso che quella del comitato di Stoccolma sia stata una stravaganza di un gruppo di europei “liberal-progressisti”, per usare una “garbata” sintesi in stile “FoxNews” (dove tutti gli aggettivi sopra usati, sono considerati offese) n\u00e8 mi iscrivo tra le fila dei progressisti delusi dal presidente americano, che lo sono per lo pi\u00f9 perch\u00e8 non hanno ascoltato o hanno fatto finta di non capire i discorsi elettorali di Obama che della guerra in Afghanistan aveva fatto uno dei punti chiave del suo programma elettorale non meno della riforma sanitaria.<\/p>\n Obama ha vinto sia un premio Nobel<\/strong> sulla fiducia (ovvero rivolta al futuro della sua presidenza) che alla sfiducia, quella generata dall’amministrazione Bush che ha isolato l’America, scatenato l’assurda guerra in Iraq e spaventato talmente il mondo che vedere una persona alla Casa Bianca considerare il dialogo come prima opzione per affrontare una crisi diventa un fatto da record, da premiare appunto. Che poi il premio arrivi pochi giorni dopo l’annuncio del premiato di inviare altre 30mila unit\u00e0 a combattere una guerra che \u00e8 un gran casino, beh mi sembra faccia parte delle contraddizioni di un mondo dove \u00e8 sempre pi\u00f9 difficile definire con nettezza i valori, i ruoli e gli schieramenti.<\/p>\n Forse (da qualche parte lass\u00f9) <\/strong>sar\u00e0 felice Alfred Nobel, inventore della dinamite, il cui cognome viene quasi sempre citato per questo premio, ovvero per il suo contributo alla pace nel mondo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Non sono tra quelli che ironizzano sull’assegnazione di un premio Nobel per la Pace ad un presidente di guerra qual \u00e8 ormai a tutti gli effetti Obama, ma sono rimasto molto perplesso dalla scelta del presidente americano di avventurarsi – nel suo discorso alla cerimonia di consegna del premio – nella teorizzazione di una guerra […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[110,227,228,267,651,791,854,940,1288,1291,1292,1310,1349,1474,1485,1752,1830,1860],"yoast_head":"\n
\nNon ho n\u00e8 lo spazio n\u00e8 le competenze per affrontare una dissertazione sulla guerra giusta nella storia dell’umanit\u00e0, per cui mi limito a\u00a0 mettere in evidenza che nei secoli si fatica a trovare una guerra non giusta o definita “ingiusta” da chi l’ha vinta o l’ha iniziata. (per una rapida puntata su questo argomento vedi questo blog del NY Times<\/a>)
\nCapisco che stretto tra le contraddizioni del suo mandato, il Presidente non aveva forse alternative per uscire dall’imbarazzo di ritirare il premio con le mani ancora sporche dell’inchiostro servito ad autorizzare pochi giorni prima un nuovo aumento delle truppe in Afghanistan. Nonostante ci\u00f2 rispolverare il concetto tanto caro al suo predecessore, il presidente Bush, \u00e8 stato secondo me un errore, soprattutto se si considera ch,e parlandone, Obama si riferiva specificamente alla guerra in Afghanistan. (Qui il testo integrale del discorso)<\/a>.<\/em><\/p>\n
\n<\/strong><\/p>\n
\nSar\u00e0 pure amaro e cinico realismo, ma come dargli torto? Ma se \u00e8 cos\u00ec – ed \u00e8 cos\u00ec – questa prova di realismo avrebbe meritato il bis ammettendo che “s\u00ec le guerre sono inevitabili”, che “s\u00ec cerchiamo di fare solo quelle che proprio non possiamo evitare” ma anche che la guerra \u00e8 un “organizzazione” profondamente ingiusta.
\nSolo questa ammissione – a mio avviso – pu\u00f2 mettere un politico come Obama che sta gestendo una guerra non avviata da lui e che, probabilmente, non poteva non continuare nei termini appena decisi, in condizione di farla durare il meno possibile. E’ questo l’unico risultato giusto di ogni guerra ingiusta, farla durare il meno possibile.<\/p>\n