{"id":5390,"date":"2016-08-25T16:02:15","date_gmt":"2016-08-25T14:02:15","guid":{"rendered":"https:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=5390"},"modified":"2016-08-25T16:02:15","modified_gmt":"2016-08-25T14:02:15","slug":"missione-giornalismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2016\/08\/25\/missione-giornalismo\/","title":{"rendered":"Missione Giornalismo"},"content":{"rendered":"
Racconta (anche) di “Afghanistan Missione Incompiuta” il testo che segue, mi sembra riduttivo definirlo una recensione, per la sua natura di riflessione sul giornalismo. <\/em><\/p>\n E’ comparso il 23\/8\/16 sulla pagina FaceBook di Roberto Reale, media watcher, docente universitario e giornalista, a lungo vicedirettore in Rai. <\/em><\/p>\n Lo ripubblichiamo per gentile concessione dell’autore.<\/em><\/p>\n <\/em><\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n <\/p>\n Mi sono tornate alla mente queste considerazioni leggendo in queste settimane un reportage e un libro. Il primo \u00e8 “Terre Spezzate” di Scott Anderson giornalista e scrittore americano ( le foto sono di Paolo Pellegrin). “Viaggio nel Caos del Mondo Arabo” ha titolato Repubblica che ha offerto al pubblico italiano il lavoro prima in un inserto di 32 pagine e poi online http:\/\/www.repubblica.it\/\u2026\/18\/news\/terre_spezzate-146064379\/<\/a>.<\/em><\/p>\n
\nChi \u00e8 il giornalista? La faccio brevissima. Per come la vedo io \u00e8 uno che “indaga il presente” e che fornisce al pubblico informazioni utili che aumentano la conoscenza del mondo in cui viviamo. E’ insomma uno che ti aiuta a capire. E quindi \u00e8 uno che ha a sua volta studiato, approfondito, riflettuto sulle cose di cui si occupa. E’ una idea “vecchia” questa? Confrontiamola con quella nuova. Sarebbero giornalisti quelli che in tv parlano di tutto senza sapere niente, gente che vive di sentito dire e di “gesti disinvolti” davanti alla telecamera? Oppure \u00e8 giornalismo quello che rilancia in Rete freneticamente news senza nemmeno verificarle, correndo il rischio di accreditare enormi banalit\u00e0\/sciocchezze?
\nMolti oggi parlano di “giornalismo di qualit\u00e0” dicendo che \u00e8 l’unica strada per salvare una professione, che altrimenti non avrebbe pi\u00f9 ragione di essere in un mondo dove circolano enormi quantit\u00e0 di informazioni che non passano per\u00f2 attraverso il filtro di “mediatori certificati”. Peccato per\u00f2 che poi le stesse aziende editoriali puntino a ridurre i costi, impoverire il prodotto, ammazzare qualsiasi entusiasmo per i contenuti. Ma, detto questo, non ci sono alibi che tengano: per avere la qualit\u00e0 ci vogliono ( da parte di chi scrive o racconta con altri strumenti) dedizione, impegno, capacit\u00e0 di elaborazione.<\/p>\n
\nSi tratta di un affresco potente. Un racconto che parte da lontano, focalizza vicende fondamentali, la invasione dell’Iraq del 2003, le Primavere Arabe, l’avvento dell’Isis, la questione Curda, il quadro attuale. Sono le storie di 6 persone a fare da filo conduttore. Se mai vi siete chiesti perch\u00e8 le Primavere abbiano prima vissuto una brevissima stagione di speranza e poi siano “collassate” nello scontro fra dittatori vecchi e nuovi e fondamentalisti islamici qui potete trovare delle risposte importanti.
\nMa per leggere un lavoro con un cos\u00ec alto tasso di approfondimento e spessore giornalistico occorre andare necessariamente negli Stati Uniti?<\/p>\n