{"id":3837,"date":"2016-04-13T18:03:12","date_gmt":"2016-04-13T16:03:12","guid":{"rendered":"https:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=3837"},"modified":"2016-04-13T18:03:12","modified_gmt":"2016-04-13T16:03:12","slug":"la-televisione-in-tasca","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2016\/04\/13\/la-televisione-in-tasca\/","title":{"rendered":"La “televisione” in tasca"},"content":{"rendered":"
Sono stati due giorni vissuti di corsa, entusiasmanti, densi di contenuti e di relazioni. Il corso sulla Phone-O-Graphy<\/a> a Stampa Romana (11 e 12 aprile) ha visto pi\u00f9 di 30 colleghi provenienti da esperienze professionali diverse (radio, carta stampata, tv, uffici stampa,\u00a0comunicazione creativa) mettersi alla prova tra app ed accessori per imparare ad usare nuovi strumenti, capaci di espandere le loro capacit\u00e0 professionali e intersecare i media. Quando ho\u00a0proposto a Lazzaro Pappagallo, il segretario di Stampa Romana, di organizzare un corso di Phone-O-Graphy o se preferite di Mo-Jo\/Mobile Journalism pensavo che mi avrebbe mandato a quel Paese, in nome delle tante cautela che di fronte alle innovazioni un sindacalista \u00e8 spesso obbligato a mantenere. Invece mi ha dato il via libera senza curarsi del fatto che si sarebbero potute sollevare polemiche, nel solito vecchio scontro tra montatori, giornalisti “di penna” (o di tastiera che dir si voglia)\u00a0e operatori.\u00a0L’\u00a0osservatorio di Stampa Romana guarda\u00a0poi\u00a0a tutto il mondo del giornalismo (basato nel Lazio) non solo alle grandi aziende editoriali\u00a0e, in una fase di grande crisi come questa, le possibilit\u00e0 offerte dalle nuove tecnologie possono essere non solo una minaccia per l’occupazione ma anche un’opportunit\u00e0.<\/p>\n What’s next? E ora? Non si sa dove ci porter\u00e0 il Mo-Jo ma il motto non cambia: sharing is power, la condivisione (del sapere) cambia il mondo…o almeno \u00e8 un tentativo per farlo.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Sono stati due giorni vissuti di corsa, entusiasmanti, densi di contenuti e di relazioni. Il corso sulla Phone-O-Graphy a Stampa Romana (11 e 12 aprile) ha visto pi\u00f9 di 30 colleghi provenienti da esperienze professionali diverse (radio, carta stampata, tv, uffici stampa,\u00a0comunicazione creativa) mettersi alla prova tra app ed accessori per imparare ad usare nuovi […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":3838,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[202,204,482,643,964,1060,1223,1225,1288,1647,1894,1966],"yoast_head":"\n
\nLa partecipazione,\u00a0l’attenzione e l’interscambio a cui abbiamo assistito confermano che per il Mo-Jo, il Mobile Journalism<\/a>, si aprono degli spazi enormi che vanno dai colleghi che vogliono produrre clip video per i social agli uffici stampa che devono alimentare siti e news letter, da giornalisti di grandi aziende (con un workflow che prevede anche l’operatore) desiderosi di essere sempre pronti a documentare (e integrare il lavoro del cameraman professionista) fino ad autori di reportage a\u00a0basso budget.
\nIo ed Enrico Farro (l’altro docente del corso, presidente dell’Associazione Filmaker che si \u00e8 occupato prevalentemente della grammatica dell’immagine) siamo rimasti colpiti dalla voglia trasversale dei colleghi di imparare: deskisti e inviati, freelance e pensionati, giovani e meno giovani, “smanettoni” e user minimalisti della tecnologia.<\/p>\n