{"id":3281,"date":"2016-03-14T19:26:15","date_gmt":"2016-03-14T17:26:15","guid":{"rendered":"https:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=3281"},"modified":"2016-03-14T19:26:15","modified_gmt":"2016-03-14T17:26:15","slug":"mo-jomobile-journalism","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2016\/03\/14\/mo-jomobile-journalism\/","title":{"rendered":"Mo-Jo\/Mobile Journalism"},"content":{"rendered":"
<\/p>\n \u201cLa miglior camera \u00e8 quella che hai a portata di mano quando ne hai bisogno\u201d – Nico Piro<\/em><\/p>\n Perch\u00e9 hai scelto di usare uno smartphone piuttosto che una DSLR o una telecamera professionale per il tuo progetto?<\/strong><\/p>\n “Onestamente, non credo che uno smartphone possa sostituire una camera professionale – per via della qualit\u00e0 ottica e dei vari settaggi che una camera professionale offre rispetto ad uno smartphone – eppure direi che il 90% delle fotografie e dei video pubblicati on line sono stati scattati\/girati con uno smartphone. Se guardiamo alle news, la maggior parte del cosiddetto \u201ccitizen journalist\u201d si basa sugli smartphone, che spesso consentono di offrire al grande pubblico delle testimonianze incredibili magari su grandi eventi gi\u00e0 ampiamente coperti dalle pi\u00f9 importanti\u00a0testate. Se la metti cos\u00ec, uno smartphone \u00e8 imbattibile – anche se io continuo a credere che devi \u201cvestirlo\u201d con degli accessori idonei, cos\u00ec\u00a0da\u00a0farne uno strumento efficace al servizio dei giornalisti\u201d.<\/p>\n Che tipo di attrezzatura usi?<\/strong><\/p>\n “Sto usando un \u201crig\u201d della BeastgripPro\u00a0con\u00a0l\u2019iPhone 6 ed un microfono esterno panoramico, oltre ad una luce Led. Uso anche la app FilmicPro ma quando la velocit\u00e0 \u00e8 pi\u00f9 importante della qualit\u00e0 cinematografica, uso solo la Camera app di serie.<\/p>\n Come giudichi la tua esperienza nell\u2019usare uno smartphone? Come la paragoni ad una DSLR?<\/strong><\/p>\n La cosa pi\u00f9 bella dell\u2019usare uno smartphone per il \u201cnews coverage\u201d \u00e8 che ti aiuta a tenere un basso profilo, cosa assolutamente necessaria – non solo in ambienti ad alto rischio – ma anche quando stai coprendo \u201chuman interest stories\u201d, storie sulla condizione individuale di uno o pi\u00f9 persone\u00a0che possono aiutare a inquadrare eventi di carattere ed interesse generale.<\/p>\n Inoltre considerando che si tratta di attrezzatura estremamente facile da trasportare e usare, questo \u00e8 un grande vantaggio nell\u2019uso professionale. Quando sei sul campo e il tuo lavoro principale \u00e8 quello del reporter (o anche del producer), non puoi gestire un equipaggiamento pesante o tecnicamente complesso.<\/p>\n Infine usare uno smartphone ti aiuta a condividere, distribuire e consegnare i tuoi \u201cprodotti\u201d in tempo reale. Ho cominciato ad usare il BeastGrip Pro e l\u2019iPhone 6 a partire da dicembre, durante le elezioni politiche spagnole. Ero con un cameraman in Spagna ma tenevo sempre con me questo kit (montato con un grandangolo). Dov\u2019\u00e8 il campo profughi che vediamo nelle fotografie? Quello \u00e8 il campo di Grande Synthe, nei pressi di Dunkerque, a circa 40km a nord-est di Calais, dove c\u2019\u00e8 il campo storico la cosiddetta “giungla\u201d. Come ti sei avvicinato alla video\/fotografia e al giornalismo?<\/strong><\/p>\n Ho cominciato come fotografo per una squadra di football americano nella mia citt\u00e0 natale, Salerno. Avevo 16 anni, dopo di ch\u00e8 \u00e8 stato un passaggio naturale quello all\u2019informazione. Ho cominciato a lavorare come reporter dopo il liceo, quando avevo 18 anni. Successivamente ho lasciato la macchina fotografica, \u201cscambiandola\u201d con un taccuino. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" In vista del corso sulla phone-o-graphy che si terr\u00e0 all’Associazione Stampa Romana il prossimo 11 e 12 aprile (qui i dettagli) sul blog della Beastgrip, una delle start-up pi\u00f9 dinamiche nel mondo dell’uso degli smartphone per il video, \u00e8 stata pubblicato un case history con una mia testimonianza. Cliccate qui per leggere l’articolo in originale, […]<\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":2858,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[21],"tags":[199,287,310,482,951,952,962,963,982,1225,1231,1288,1499,1745,1778],"yoast_head":"\nIn vista del corso sulla phone-o-graphy che si terr\u00e0 all’Associazione Stampa Romana il prossimo 11 e 12 aprile (qui i dettagli)<\/a> sul blog della Beastgrip, una delle start-up pi\u00f9 dinamiche nel mondo dell’uso degli smartphone per il video, \u00e8 stata pubblicato un case history con una mia testimonianza.
\nCliccate qui per leggere l’articolo in originale<\/a>, che di seguito traduco in italiano\u00a0omettendo la fin troppo benevola presentazione che mi hanno dedicato.
\nA\u00a0proposito i posti disponibili per il corso stanno finendo, per cui se vi interessa affrettatevi (per ora il corso \u00e8 destinato solo ai giornalisti iscritti a Stampa Romana).<\/p>\n
\nPer me il \u201cmojo\u201d (mobile journalism) postula un principio fondamentale che ricordo sempre: la miglior camera \u00e8 quella che hai a portata di mano quando ne hai bisogno.<\/p>\n
\nI principali problemi di uno smartphone sono, invece,\u00a0 la ridotta durata delle batterie – un fattore che pu\u00f2 complicarti davvero la vita – e lo spazio di memoria interna che \u00e8 difficile da gestire ed espandere.
\nSono abituato a lavorare con diversi equipaggiamenti, dalla mia prima palmare MiniDv (che \u00e8 stata cruciale durante un\u2019imboscata notturna in Afghanistan, per via della sua funzione ad infrarossi e di visione notturna tanto da battere la telecamera professionale del mio cameraman) fino alla GoPro, che mi piace usare quando vado fuori anche con un cameraman perch\u00e9 \u00e8 molto versatile e ti consente di girare scene (per esempio dentro o fuori un auto oppure in soggettiva) che non pu\u00f2 riprendere con una camera tradizionale.<\/p>\n
\nE\u2019 stato decisivo quando sono entrato, durante la notte delle elezioni, nell\u2019area privata del quartier generale di Podemos, senza essere \u201cidentificato\u201d come giornalista dalla sicurezza. Mi ha anche aiutato quando il leader di Podemos \u00e8 uscito dal seggio dove aveva appena votato e il mio cameraman era bloccato nella ressa di telecamere che lo seguiva. Io lo aspettavo all\u2019esterno e quindi ho avuto l\u2019occasione di filmarlo mentre veniva salutato dalla sua gente. Un altro momento importante \u00e8 stato quando a mezzanotte, dopo la diffusione dei risultati, i leader dei due principali partiti erano attesi dai loro sostenitori per commentare l\u2019esito del voto. Il mio cameraman ha coperto una delle due \u201cpiazze\u201d e io sono stato in grado di coprire l\u2019altra, sempre nella citt\u00e0 di Madrid.<\/p>\n
\nPuoi raccontarci cosa sta accadendo l\u00ec?<\/strong><\/p>\n
\nMigliaia di rifugiati e migranti sono bloccati nell\u2019area, nel tentativo di raggiungere il Regno Unito attraversando la Manica, anche se ormai \u00e8 completamente impossibile.
\nNegli ultimi mesi la sicurezza \u00e8 stata incrementata in maniera radicale, cos\u00ec ormai non \u00e8 pi\u00f9 possibile nascondersi in un camion o saltare la recinzione del molo dei traghetti.
\nLe condizioni di vita a Grand Synthe sono al di l\u00e0 di ogni immaginazione. E\u2019 una vergogna!
\nSono stato l\u00ec con il mio cameraman – che ha fatto un gran lavoro – ma non \u00e8 stato semplice girare viste le condizioni del campo e per via di rifugiati, comprensibilmente, stanchi di vedersi tanti giornalisti intorno.
\nSul mio versante, c\u2019\u00e8 stato un grande sforzo per creare un clima di empatia, per poter stabilire un contatto con le persone e intervistarle, filmarle, raccogliere le loro storie.
\nMa con il mio kit smartphone, ho potuto andare in giro nel campo senza dare nell’occhio\u00a0perch\u00e8 non avevo una grossa telecamera sulla spalla.
\nSono stato in condizione di prendere dei “campi stretti” di gente, famiglie e bambini perch\u00e8 avvicinarmi a loro \u00e8 stato pi\u00f9 \u201cnaturale\u201d di quanto accade se gi\u00e0 da lontano sembri quello che sei, ovvero una troupe televisiva.
\nInoltre, in certe situazioni, abbiamo raddoppiato la produzione perch\u00e8 ci siamo potuti separare o riprendere le stesse scene\u00a0ma da punti di vista diversi<\/p>\n
\nLavorando per la Rai, \u00e8 cresciuta l\u2019esigenza di tornare al mondo dell\u2019immagine in prima persona. Anche se c\u2019\u00e8 sempre un cameraman con me, ho comprato una piccola telecamera da portarmi dietro\u00a0in caso di \u201cmissioni\u201d sul campo.
\nHo cominciato con una palmare MiniDv e poi ho seguito l\u2019evoluzione tecnologica, anno dopo anno fino ad arrivare al rig con lo smartphone che sto usando attualmente.
\nL\u2019anno scorso sono stato per un circa mese in Sierra Leone dove ho girato con una \u201cmirrorless\u201d, ho scritto, prodotto e poi montato un documentario da 62\u201d sull\u2019epidemia di Ebola (\u201cKilla Dizez\u201d), una produzione indipendente che ho realizzato da solo durante le ferie.
\nAdesso che posso dire di aver usato diverse \u201ccamere\u201d e diversi set-up sono emozionato nell\u2019assistere e nel continuare a seguire l\u2019evoluzione tecnologica del settore.<\/p>\n