{"id":1302,"date":"2011-03-31T15:34:52","date_gmt":"2011-03-31T13:34:52","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=1302"},"modified":"2011-03-31T15:34:52","modified_gmt":"2011-03-31T13:34:52","slug":"malali-gli-assassini-e-i-talebani-stanchi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2011\/03\/31\/malali-gli-assassini-e-i-talebani-stanchi\/","title":{"rendered":"Malali, gli assassini e i talebani stanchi"},"content":{"rendered":"
Malali Joya<\/strong>, la donna pi\u00f9 coraggiosa (e pi\u00f9 odiata) d’Afghanistan, ha scritto sul britannico The Guardian questa analisi<\/a> della vicenda del “killing team”, la squadra della morte all’interno della Stryker Brigade, che ha ucciso almeno tre civili afghani per divertimento (per quanto orribile suoni messa cos\u00ec, \u00e8 una cosa vera). Di questa vicenda si \u00e8 tornato a parlare negli ultimi giorni sia perch\u00e8 davanti al tribunale militare, uno dei sospettati si \u00e8 dichiarato colpevole ottenendo uno sconto di pena e testimoniando contro gli altri assassini in divisa, sia perch\u00e8 Rolling Stone (dopo alcune anticipazioni del tedesco Spiegel) ha pubblicato un vasto dossier con foto e video<\/a>, una Abu Grahib in sedicesimo.<\/p>\n Malali, in coerenza con le sue posizioni,<\/strong> contesta la natura di episodio della vicenda, per lei \u00e8 semplicemente la vera faccia dell’occupazione militare straniera a difesa del corrotto governo Karzai. Malalai sta tornando in America, dopo settimane di tiro alla fune con le autorit\u00e0 statunitensi che non volevano concederle il visto per l’ingresso nel Paese dove terr\u00e0 un secondo giro di presentazione del suo libro. Ammiro Malalai, \u00e8 una voce necessaria, e ho paura per la sua vita, ma non sempre condivido quello che dice. Per esempio, in questo editoriale ipotizza la terza via afghana, ovvero una rivoluzione in stile tunisino, purtroppo – secondo me – ancora lontana, perch\u00e8 l’Afghanistan, a parte il boom demografico, non condivide con quei paesi fattori importanti come, per esempio, la disoccupazione intellettuale e l’alto livello d’istruzione. Lo dico non tanto per distanziarmi da Malalai ma perch\u00e8 alla fine se la presenza militare straniera deve finire e finir\u00e0, continuo a non vedere un’alternativa afghana al peggio che gli afghani hanno saputo fare sin’ora, pur con la collaborazione occidentale.<\/p>\n