{"id":1263,"date":"2011-03-12T09:17:45","date_gmt":"2011-03-12T07:17:45","guid":{"rendered":"http:\/\/nicopiro.wordpress.com\/?p=1263"},"modified":"2011-03-12T09:17:45","modified_gmt":"2011-03-12T07:17:45","slug":"tsunami-sui-migranti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/nicopiro.it\/2011\/03\/12\/tsunami-sui-migranti\/","title":{"rendered":"Tsunami sui migranti"},"content":{"rendered":"
Questo \u00e8 un post difficile – lo premetto<\/strong> – perch\u00e8 parla delle logiche dell’informazione (mondiale) in relazione ai drammi e alle emergenze, quindi c’\u00e8 il rischio che qualcuno pensi che voglia fare paragoni tra drammi ed emergenze diverse. Al contrario penso che non esista una bilancia per paragonare le tragedie n\u00e8 le vittime: perch\u00e8 una persona morto o una persona che soffre \u00e8 gi\u00e0 troppo per l’umanit\u00e0 intera o almeno cos\u00ec sarebbe giusto che fosse.<\/p>\n Nei primi giorni della crisi di Ras Jedir<\/strong>, un portavoce dell’Unhrc (o forse del CICR; vado a memoria) parl\u00f2 di tsunami di migranti riferendosi all’ondata di profughi in fuga dalla Libia in Tunisia. Oggi lo tsunami (scatenato da un terremoto mostruoso) \u00e8 purtroppo arrivato per davvero, dall’altra parte del mondo. Ha colpito la terza economia del pianeta, un Paese che non per fortuna ma per scelta ha speso i suoi soldi per ben prepararsi a fronteggiare crisi del genere, persino se di scala gigantesca come quella di oggi. I danni sono enormi e il bilancio delle vittime ancora non chiaro ma forse, se quello non fosse stato l’organizzatissimo Giappone, ora staremmo a parlare di una nuova Indonesia, come nel 2004, o forse di un 2004 al cubo.<\/p>\n Lo tsunami non ha fatto<\/strong> vittime solo in Giappone n\u00e8 propagato le sue onde solo in quella parte di Pacifico. Lo tsunami questa volta non \u00e8 stato di migranti ma sui migranti, perch\u00e8 il dramma di Ras Jedir – gi\u00e0 in forte calo in quanto ad attenzione mediatica – \u00e8 praticamente scomparso come si \u00e8 assolutamente ridimensionato (sui media) lo spazio destinato alla guerra civile in Libia, esattamente come la Libia quand’ancora era solo una rivoluzione e non ancora una guerra civile aveva ridimensionato le crisi (politicamente equivalenti) di Yemen e Barhein, ormai oscurate pi\u00f9 o meno che la crisi egiziana aveva cancellato il dopo-rivoluzione tunisino non meno importante della rivoluzione stessa.<\/p>\n E’ questo il quadro dell’informazione contemporanea<\/strong>, informazione in “tempo reale” che non significa solo sapere subito tutto quello che succede ma significa anche che l’ultima notizia cancelli in qualche modo quella precedente, in un effetto domino dalla memoria corta.<\/p>\n