In questi giorni continuo a cercare di diffondere informazioni sulla situazione in Afghanistan anche attraverso i social, facendo lo sforzo non dico di \u201cdebunkare\u201d ma almeno di esercitare un po\u2019 di cautela rispetto al materiale che arriva dal campo dove \u00e8 in corso una dura guerra di propaganda.
\nIn particolare su twitter mi sta capitando di ritrovarmi, di tanto in tanto, oggetto di \u201cattacchi\u201d polemici. Polemiche inutili (provo a discuterci, poi blocco e taglio corto) salvo che a farmi scoprire che esistono gli orfani del conflitto afghano, guerrafondai da scrivania che stanno strumentalizzando ed esaltando la resitenza del Panshir al fine di fomentare un nuovo coinvolgimento occidentale (come se 20 anni non fossero bastati).
\nI loro idoli sono Bernard Henry Lev\u00ec e Tony Blair, bardi dell\u2019intervento militare purch\u00e8 sia. Di Blair, dopo la caduta di Kabul, ho segnalato un editoriale in cui accigliato criticava l\u2019impazienza occidentale (solo vent\u2019anni?)<\/a> mentre BHL sta facendo su twitter da moltiplicatore delle balle panshire (tipo bombardamenti aviazione pakistana) che fanno parte del copione del risvolto di ogni conflitto, la guerra di propaganda.<\/p>\n
Ps_2: questo testo \u00e8 stato pubblicato ieri su un mio post FB<\/p>\n
Ps_3:\u00a0ieri Tony Blair con 20anni di ritardo ha espresso qualche velato dubbio sulle (sue) scelte che hanno portato ai disastri in Afghanistan e in Iraq. L\u2019Occidente non dovrebbe tentare di fare (di nuovo) altrove quello che abbiamo fatto in Afghanistan\u201d<\/a><\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"